Quelle lacrime di Percassi e Ilicic per il capitano Davide Astori

Pubblicato:
Aggiornato:

Antonio Percassi ha gli occhi lucidi. Sei anni fa Piermario Morosini; un mese e mezzo fa Anna, la sorella cui il presidente era legatissimo; ora Davide Astori. Che nell’Atalanta non ha mai giocato, ma che l’Atalanta ha sempre amato e ne è stato ricambiato. Antonio mormora: «Due settimane fa, quando ha giocato a Bergamo, dopo la partita l’ho abbracciato e gli ho detto: “Devi finire la carriera a Bergamo”. Lui mi ha sorriso e mi ha abbracciato forte».

Il presidente sale con passo lento i gradini della Basilica di Santa Croce, capolavoro della fede e dell’intelligenza dell’uomo. Davanti a lui Josip Ilicic, grande amico di Astori: anche lui ha gli occhi rossi. Poco più in là, incede Marco Van Basten. E poi: Umberto Marino, Andrea Petagna, Andrea Masiello, Mirco Moioli, Gianluca Mancini che, nelle giovanili della Fiorentina, è cresciuto. In diecimila si stringono nella piazza davanti alla chiesa. Applaudono la delegazione atalantina, così come tutte le altre, a cominciare da quella della Juve. Un evento senza precedenti data l’acerrima rivalità sportiva fra le due tifoserie. Eppure, dice un ragazzo, Davide è appena arrivato in cielo e ha già compiuto due miracoli: ha fatto tornare a Firenze i Della Valle e ha fatto applaudire la Juve a Firenze.

 

Per sempre con noi Asto ❤️

Per sempre con noi Asto ❤️
http://goo.gl/tfFHsf
#DA13‬ ?Note di Lorenzo Jovanotti Cherubini

Pubblicato da ACF Fiorentina su Mercoledì 7 marzo 2018

 

Sono funerali di popolo, i funerali del Capitano viola, venuto da San Pellegrino e diventato «fiorentino per sempre», come dice il cardinal Betori nell’omelia che conquista i cuori. Accanto a lui, fra i concelebranti, c’è don Gianluca Brescianini, il parroco di Davide. La folla è composta e rispettosa. Prega, alza le sciarpe al cielo, guarda gli striscioni appesi alle finestre, cede all’emozione quando il feretro esce da Santa Croce. I tifosi piangono e cantano l’inno della Fiorentina. Piangono e invocano Astori, perché «c’è un Capitano, c’è solo un Capitano!». Frotte di bergamaschi sono sparse fuori dalla chiesa. Dentro, è stracolma: soltanto i tesserati della Fiorentina, dal settore giovanile alla prima squadra, sono 450. Ci sono tutti.

Dopo la messa, il cardinale lascia la parola a Marco, uno dei due fratelli di Davide. Bruno, l’altro fratello, e i genitori lo ascoltano assieme a Francesca, la compagna di Davide, al papà di Francesca, che si sente male, e agli altri fedeli. Oggi, qui, c’è il calcio di tutti. Marco parla a stento. Gli altoparlanti ritrasmettono una voce spezzata: «Non ci sono tante parole. Dicevo sempre a...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 21 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 15 marzo. In versione digitale, qui.

Seguici sui nostri canali