Il frate e «quella donna mondana che tutti ci salvò dai tedeschi»

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Se a Firenze, camminando lungo l’Arno, guardate verso monte, vedrete un colle più elevato degli altri che ha, torno torno alla cima, una morbida collana chiara - se la vegetazione non la copre. È il muro di cinta di un convento (ora non più) chiamato L’Incontro in memoria di un rendez-vous che ivi si dettero, nei primi anni del Duecento, Francesco d’Assisi e Domenico di Guzman.

Oltre quel colle e in anni ormai lontani avevo a disposizione, in località Le Corti di Rignano, una casa colonica dove usavo estatare - come si dice da quelle parti per “passare l’estate” - e si sentiva mugghiare il fuoco nel camino, d’inverno.

Per andare a piedi dalle Corti a Firenze si passa sotto l’Incontro, che rimane sulla destra, andando. È - ma dovrei dire “era”, perché sono tanti anni che non ci passo più - un sentiero tra boschi e coltivi abbandonati che facevo spesso, anche perché tra andare e tornare non s’impiegavano più di quattro ore - salvo quel che si doveva fare a Firenze. Mezza giornata comoda.

Erano appunto le tre circa di un pomeriggio d’estate, quando, uscendo da un tratto curvo del sentiero che costeggiava in quel punto un bosco ceduo, mi si parò d’innanzi un frate francescano dall’aspetto antico: alto, magrissimo, con la veste lisa e in mano una palina di castagno ben piallata che, camminando, piantava nel terreno con l’allegria di un pellegrino vigoroso a dispetto dell’età piuttosto avanzata. Forse anch’io costituivo per lui un benefico imprevisto perché al mio saluto (Pace e bene, padre! Viene dall’Incontro?) si fermò di colpo e prese a raccontarmi - con la nitidezza repentina e assoluta con cui una colonna dorica si stacca dalla piattaforma del tempio - una storia.

Estate del Quarantaquattro. I Tedeschi in ritirata non avevano ancora passato l’Arno e stavano rastrellando la zona in cerca di partigiani o di militari sbandati. Frugavano in tutte le case, nelle ville, in tutti i poderi, lungo i fossi, nei boschi, perfino nelle cisterne dell’acqua. Ma non avevano trovato nessuno. Nessun uomo, si intende. Eran due giorni che venivano su da Rignano, dalla Torre a Cona, da Troghi, e non avevano trovato nessuno.

Allora decisero di raccattare le donne e i bambini - tutte tutte le donne, tutti i bambini -, di metterli sui camion e di portarli all’Incontro, da dove sparavano su Firenze. Li radunarono dapprima nel chiostro, sperando che la minaccia di una strage avrebbe fatto uscire allo scoperto mariti e padri. Ma il giorno dopo, vedendo che non succedeva nulla, aprirono la porta di un locale da cui si scendeva in cantina e ci pigiarono dentro tutti gli ostaggi.

A questo punto il vecchio frate cominciò ad agitarsi e a emettere gemiti come fosse stato ora un bambino, ora una madre, ora ancora un bambino che piangesse disperato attaccato alle gonne. Ripresosi dallo strazio, continuò impaurendo tutta la faccia e abbassando la voce perché mi stava per annunciare che di lì a poco, senza che nessuno se lo aspettasse, sarebbe arrivato un altro camion sul quale non c’erano però altri ostaggi ma tre soldati tedeschi e una mitragliatrice pesante bell’e pronta. Il camion, entrando nel convento, fece vvrrrrrànnn, tutto un giro, e si fermò col muso verso il centro del chiostro e la mitragliatrice puntata verso la porta della cantina che era stata lasciata aperta con due tedeschi a guardia. O pòeri noialtri! O Madonnina proteggici! O che c’hanno intenzione di farci ora, questi maledetti? E tutti che piangevano, e le mamme che dicevano ai loro figlioli non è niente, non è niente, vedrai che adesso viene il babbo! Furono momenti tremendi - mi crede? (certo che le credo, padre, perché non dovrei?) - che noi frati non si sapeva come fare, chi pregare, a chi chiedere, perché se ci s’avvicinava ci davano addosso con quel coso che tenevano sempre in mano.

E allora, mentre erano tutti lì che pensavano che da un momento all’altro sarebbero stati morti, all’improvviso venne fuori una donna - sa di quelle donne un po’... come si dice? mondane, di quelle che vanno con gli uomini, m’ha capito? (sì, penso di sì, padre) e questa donna la s’avvicina al capitano che era lì di fianco al camion e stava dando l’ordine di sparare a quegli altri che erano sopra, con la mitragliatrice, e questa donna allora gli s’avvicina, al capitano, e la comincia a dirgli delle cose, e poi a strusciarglisi contro - e noi frati che si vedeva, però non potevamo dire niente, per non farli arrabbiare - e poi di nuovo a strusciarglisi addosso e a baciarlo sul collo e sulla faccia e insomma una scena, mi capisce? una scena di quelle che non si dovrebbero fare, e su e giù fin che a un certo punto lui, il capitano, dà un ordine in tedesco ai suoi soldati e quelli, di colpo, tirano giù il telone del camion, accendono il motore e vvrrruùùùummm, se ne vanno via. Se ne vanno via, ha capito? e noi ci lasciano lì, che non si capiva più niente, tutti a saltare, a piangere, a dire siamo salvi siamo salvi. E noi frati che si diceva, tra noi: o poveri noi, che ci succederà, che siamo stati salvati da una donna mondana! Da una donna mondana, ha capito?  Vede tante volte...

- Eh, sì - ho risposto a questo punto - è stata proprio una bella cosa che il Signore ve l’abbia mandata questa donna, no padre?

- Sì, sì, è stata una cosa davvero inaspettata. Ma che dovremmo dire noi adesso, che siamo stati salvati da una donna mondana?

Non lo so che avrebbero dovuto dire, i poverini. So che tutto attorno a me c’era un sentiero d’erba verdissima, il bosco ceduo, il cielo azzurro in alto. E la grazia di una memoria buona e immeritata delle cose che lì erano accadute in un tempo decisamente cattivo. Cattivissimo.

Poi ciascuno di noi riprese la sua strada. Pace e bene, figliolo. Pace e bene, padre.

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