Vittoria strepitosa, pure per i tifosi Han battuto la tessera senza senso

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La prima vittoria nel primo derby in Serie A con il Brescia dopo 14 anni, non poteva essere più esaltante per l’Atalanta. Il predominio dei nerazzurri è stato a tratti schiacciante, come nel primo tempo, e il 3-0 finale fotografa impietosamente il divario fra la squadra di Gasperini e quella di Grosso, sulle cui spalle Cellino ha trasferito la pesante eredità di Corini che non meritava certo di essere esonerato, con tutto il rispetto per l’Eroe di Berlino che ne ha preso il posto.

La prima doppietta in Serie A di Mario Pasalic ne ha confermato lo stato di grazia, così come non poteva essere più brillante il rientro in campionato di Ilicic dopo avere scontato la squalifica. Tuttavia, è stata la prestazione collettiva dell’Atalanta a esaltare ancora una volta le scelte di Gasperini. Chiunque giochi, gioca bene. Cambiano i protagonisti, non cambia l’esecuzione di uno spartito mandato a memoria da tutti gli interpreti, i quali mostrano di non accusare la fatica di tre partite in otto giorni: la prima con la Juve, dominata per 75 minuti e immeritatamente persa; la seconda contro la Dinamo Zagabria, semplicemente straordinaria e tale da rimettere in corsa i bergamaschi per la qualificazione agli ottavi di finale di Champions; la terza a Brescia, teatro di un’autentica sublimazione del calcio di Gasperini, assurto a una dimensione europea. Al miglior attacco del campionato (34 gol in 14 partite) oggi ha corrisposto la tenuta della difesa imbattuta per la seconda gara di fila, fra Champions e campionato, nel breve arco di quattro giorni.

Nell’anticipo della quattordicesima giornata, l’Atalanta ha consolidato il suo rango di grande squadra più forte di tutto. Delle sviste arbitrali come dei provvedimenti che hanno pesantemente penalizzato la propria tifoseria: dai 28 daspo comminati per i fatti di Firenze, senza che, a distanza di nove mesi, nessuna autorità abbia ancora spiegato come fu che i bergamaschi sul pullman siano stati massacrati a colpi di manganello all’imposizione per la trasferta di Brescia, della tessera del tifoso, il più micidiale sfollagente da stadio mai inventato da mente umana. La protesta dei tifosi della Curva Nord («Il derby o è per tutti o è per nessuno») è stata legittima e sacrosanta. La solidarietà ricevuta anche dagli altri gruppi atalantini che hanno disertato il Rigamonti si è rivelata importante e significativa. Il Sistema che vuole un calcio sdraiato sul salotto di casa e gli stadi svuotati, ha ricevuto una sonora lezione da Bergamo. Non è la prima, non sarà l’ultima. Mai arrendersi. Mai.

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