Cosa dice il popolo nerazzurro sulla partenza di Gagliardini

Cosa dice il popolo nerazzurro sulla partenza di Gagliardini
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In attesa di ulteriori novità e passi ufficiali, la notizia dell'offerta dell’Inter per Roberto Gagliardini e della disponibilità dell’Atalanta alla cessione ha messo in subbuglio l’ambiente atalantino. Non siamo ancora ai dettagli, non ci sono visite mediche fissate e un inserimento della Juventus nell’operazione è teoricamente sempre possibile. C’è quindi qualche lieve speranza di tenerlo fino a giugno ma è innegabile che Bergamo sia letteralmente spaccata tra chi benedice una cessione per 27 o 30 milioni di euro e chi invece accusa la società di aver distrutto il sogno europeo dei tifosi. Chi ha ragione? Che motivazioni ci sono dietro ad un’operazione di questo tipo? Cosa farà l’Atalanta nella seconda parte di campionato? È davvero legato solo a Gagliardini il sogno europeo? Proviamo ad analizzare con lucidità la situazione consapevoli che il mercato inizia ufficialmente solo il 2 gennaio e che da qui alla fine l’Atalanta non starà certamente a guardare. Anzi, da quel che si dice potrebbero esserci parecchi movimenti nel gruppo di Gasperini.

 

 

Le ragioni di chi critica. Dopo aver letto i quotidiani in edicola e gli aggiornamenti sul web dell’operazione Gagliardini, tanti tifosi hanno reagito sui social criticando la società. Secondo i più arrabbiati, l’Atalanta non deve vendere anche il ragazzo di Dalmine oltre a Caldara perché i soldi che vengono proposti adesso si possono prendere anche a fine campionato. Inoltre, con la partenza del numero quattro, si spezzerebbero subito i sogni europei di una squadra capace di conquistare 32 punti in 18 giornate. Tralasciando i toni più esasperati, il nocciolo del discorso è molto semplice: perché accettare subito un'offerta quando è stato dichiarato che a gennaio non sarebbe partito nessuno? Da questo punto di vista, a onor del vero, va sottolineato come sia il presidente Percassi che il figlio Luca (amministratore delegato) abbiano recentemente detto che l’intenzione era quella di tenere tutti, aggiungendo anche che nel mercato non si può mai sapere e che tutto vale a meno di offerte irrinunciabili. Secondo i critici, Percassi avrebbe dovuto dire di no ad una cessione immediata perché l’Atalanta non ha bisogno di incassare subito questi soldi.

 

 

Le ragioni di chi è d’accordo con la proprietà. Dall’altra parte della barricata ci sono quelli che sostengono che l’Atalanta non possa minimamente pensare di rifiutare un’offerta simile per un suo giocatore. Entrando nelle pieghe del ragionamento si trova chi vuole vedere i soldi investiti in altri giocatori, chi pensa che servano per le strutture come Zingonia e lo stadio e chi invece vuole aspettare la fine della sessione del mercato per giudicare a tutto tondo le operazioni fatte. Sicuramente un fulmine a ciel sereno come questo fa discutere tantissimo un popolo che, ancora una volta, si dimostra molto attaccato alla squadra. Nonostante l’assenza di Kessiè per alcune partite, l’operazione Gagliardini viene vista con meno preoccupazione considerando la permanenza di Grassi, la possibilità di arrivare a Hiljemark del Palermo piuttosto che l’utilizzo di Kurtic a centrocampo. Senza contare poi la possibile promozione definitiva in prima squadra del giovanissimo talento della Primavera Melegoni (classe 1999). In tutto ciò, ci sono Freuler e lo stesso Kessiè che sono altri due elementi su cui si può senza dubbio contare, anche se, nel caso dell’ivoriano, solo da metà febbraio in avanti.

 

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Le certezze del momento e gli obiettivi. Prima di fare qualsiasi valutazione complessiva sarà necessario attendere la fine del mercato e vedere come l’Atalanta si muoverà, ma alcuni paletti per ragionare senza perdere la bussola è doveroso considerarli. Prima di tutto: l’Atalanta, a certe cifre, non può dire di no. I 30 milioni offerti dall’Inter valgono tantissimo e permettono di gestirsi in modo molto più dinamico e meno legato al bilancio. Un esempio? Se c’è un po’ di margine, si possono opzionare e prendere in anticipo giocatori di prospettiva senza usare il bilancino. È successo con Mancini del Perugia, succederà con Orsolini dell’Ascoli e magari con Hiljemark. Gagliardini è un giocatore forte e dal punto di vista tecnico Gasperini perderà qualcosa. Resterà Grassi (che era in esubero e già pronto ad andare ad Empoli) e con la possibilità di sfruttare anche Kurtic in mezzo al campo o il giovane Melegoni la Dea non è completamente scoperta. Certo, servirà del lavoro e questo sarà un onere per il tecnico, ma non bisogna dimenticare che ad inizio stagione nessuno pensava che il ragazzo di Dalmine potesse valere tanto. L’Atalanta non starà ferma e penserà anche ad altre cessioni: sicuramente dopo Stendardo al Pescara ci sono da piazzare anche Pinilla, Carmona e Sportiello (non va dimenticato che il mister a fine mercato dichiarò che 27 giocatori per lui sono troppi). Qualche innesto arriverà quasi sicuramente e l’obiettivo è quello di migliorarsi pensando al futuro.

 

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L’obiettivo Europa non può svanire così. I tifosi sono colpiti perché ritengono che la cessione di Gagliardini sia la dimostrazione che i Percassi non vogliono puntare all’Europa. Come detto, il ragazzo è importante ma non si possono dare giudizi così netti per una cessione che, a certe cifre, è irrinunciabile. Se si trattasse di Gomez o di Kessie, uomo più importante e capocannoniere della squadra, sarebbe diverso. Prima di fasciarsi la testa è bene stare a vedere chi verrà inserito nel gruppo. Secondo molti osservatori, questa squadra ha bisogno di qualcuno che faccia gol in attacco ma diventa difficile capire chi può fargli posto. L’Atalanta lavora ad altri inserimenti e i Percassi non hanno nessuna intenzione di smantellare, è giusto dare tempo ai dirigenti di lavorare. Le cessioni si fanno quando ci sono le offerte giuste. Un esempio? Per un’estate intera si è parlato di una partenza di Sportiello verso Napoli quando, dalla Campania, di proposte ufficiali non ne sono arrivate. Gennaio sarà importante per capire molte cose sul futuro a breve termine della squadra nerazzurra e prima del 31 gennaio si rischiano critiche inutili.

 

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Le altre voci: pioggia di smentite. Affare Gagliardini a parte (le visite mediche non sono state fissate e non ci sono aggiornamenti particolari), la giornata in casa Atalanta è stata caratterizzata da una serie di voci incontrollate su giocatori più o meno vicini. Abbiamo fatto alcune verifiche e risulta che Caprari del Pescara è una voce priva di fondamento; l’attaccante dell’Inter Palacio non è un obiettivo al pari del centrocampista del Pescara Cristante (che però è stato proposto); per Hiljemark del Palermo e Orsolini dell’Ascoli la situazione resta invariata, con il forte interesse dei nerazzurri per due operazioni ancora da chiudere. In uscita l’Atalanta ha sempre giocatori come Pinilla (interessa ai messicani del Veracruz ma l’Atalanta chiede un indennizzo economico di molto inferiore al milione di euro di cui si parla) e Carmona (sarà il giocatore a decidere il suo futuro dopo la tournée in Cina con la sua Nazionale). Per Sportiello si sta cercando una soluzione: Napoli e Fiorentina che, secondo alcuni media, in estate avrebbero voluto a tutti i costi il giocatore, oggi non sono interessate e quindi si aspettano offerte.

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