Facciamo un po' di chiarezza sul nuovo Daspo al Bocia

Facciamo un po' di chiarezza sul nuovo Daspo al Bocia
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Sono ore di grande fermento per i sostenitori dell’Atalanta. Al leader della Curva Nord, Claudio Galimberti, per tutti semplicemente Bocia, è stato notificato nella serata di martedì un nuovo provvedimento da parte della Questura di Bergamo e negli ambienti della tifoseria si è subito scatenata una serie di reazioni indignate per una misura che viene vista come un accanimento nei confronti del leader carismatico di una buona fetta degli appassionati nerazzurri.

 

 

Cosa viene contestato al Bocia. La misura prevede il prolungamento del Daspo (divieto di accesso alle manifestazioni sportive) fino al 2022, oltre all’obbligo doppio di firma mezz’ora prima e mezz’ora dopo le partite. Inizialmente, il provvedimento sembrava legato alla partecipazione del Bocia alla festa spontanea andata in scena all’aeroporto di Bergamo lo scorso 6 gennaio dopo il successo contro la Roma, ma il suo avvocato Andrea Pezzotta fa chiarezza. «Le contestazioni che vengono mosse – racconta – sono tre: la partecipazione di Claudio alla trasferta di Dortmund al seguito dell’Atalanta nonostante il Daspo in corso (che sarebbe dovuto scadere nel 2020, ndr), la sua presenza per la partita di Coppa Italia della Primavera contro il Milan dello scorso febbraio a Bergamo e alcune minacce rivolte a un agente in borghese per strada. La festa dopo la Roma? Erano passate più di tre ore, originariamente volevano contestare la sua partecipazione ma poi questa cosa è caduta».

Il Daspo in corso per la porchetta. Il Bocia, nel corso degli anni, ha subito diversi provvedimenti di restrizione ma ormai da tempo la situazione è sotto controllo e anche a Dortmund, con ottomila bergamaschi al seguito, sono arrivati i complimenti della polizia tedesca per il comportamento dei nerazzurri. In generale, da alcuni anni non si verificano episodi di violenza allo stadio e lo stesso leader della Curva non è più finito nei guai per episodi deprecabili. Il legale del leader ultrà sottolinea un aspetto molto importante di tutta la vicenda: «Il Daspo in corso è legato alla consegna di una testa di porchetta avvenuto anni fa fuori dallo stadio. Per quello stesso episodio dopo 3 anni è arrivata l’assoluzione sul piano giudiziario vista la tenuità del fatto, ma il provvedimento restrittivo è rimasto. Secondo noi c’è un accanimento eccessivo da parte della Questura anche quando in Tribunale giudicano i fatti come di poco conto». Sostanzialmente, la tesi della difesa si basa sul doppio binario che in questo caso viene spesso imboccato: quello giudiziario viaggia in Tribunale e finisce poi in un nulla di fatto, quello amministrativo (il Daspo della Questura) rimane vivo ed è molto penalizzante.

 

 

La protesta dei ragazzi della Curva. Per dimostrare solidarietà al Bocia, martedì sera i sostenitori della Curva hanno manifestato in diverse centinaia fuori dalla Questura di Bergamo con un lungo striscione con scritto “Siamo tutti con Claudio”. Tutto questo accade a pochi giorni dall’avvio della Festa della Dea e appena dopo l’archiviazione del famoso caso della porchetta. In passato il Bocia e altri cinque ultras vennero accusati di associazione a delinquere ma i processi, durati anni, si sono conclusi con l’assoluzione nel luglio 2017 perché «il fatto non sussiste». Sulla pagina Facebook “Sostieni la Curva” sono stati emessi nella giornata di ieri due diversi comunicati: il primo riportava come il Daspo fosse legato alla presenza del Bocia all’aeroporto di Orio al Serio per la festa spontanea dopo Roma-Atalanta, ma il secondo, più dettagliato e preciso, ha fatto chiarezza confermando che i fatti contestati sono quelli descritti dall’avvocato Pezzotta. In attesa dei prossimi passi nelle sedi giudiziarie, una cosa possiamo dirla: se il fatto legato alla testa di porchetta è stato archiviato, come mai il Daspo che ne era scaturito non è stato revocato?

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