Facciamo chiarezza sul Var (fidatevi, è meglio che ci sia)

Facciamo chiarezza sul Var (fidatevi, è meglio che ci sia)
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In attesa di Sampdoria-Atalanta, facciamo un piccolo approfondimento sul Var. In settimana, Sky ha mandato in onda una trasmissione di circa un'ora in cui il designatore degli arbitri Rizzoli e il responsabile Var Rosetti hanno spiegato pubblicamente una serie di concetti molto importanti legati all’utilizzo della tecnologia nel calcio. Il Var, dopo tante spiegazioni e la visione di esempi concreti con gli audio integrali delle comunicazioni tra addetti e direttore di gara, sembra molto più giusto ed equo. Per capirne qualcosa in più vi consigliamo di vedere il filmato che trovate in fondo alla pagina (è stato pubblicato da Atalantini.com) ragionando principalmente su un concetto: la linea guida degli arbitri non è quella di non decidere perché tanto c’è il Var, bensì quella di intervenire nei casi di decisioni certamente sbagliate.

 

 

La domanda dietro al Var

La decisione dell’arbitro è certamente sbagliata? Chi segue il Var dalla zona dedicata esterna al terreno di gioco, valuta se una decisione dell’arbitro è o meno sbagliata. Non è compito del Var dirimere contestazioni di gioco o decidere che decisione va presa. Il supporto della tecnologia viene utilizzato per quattro tipologie di situazioni: validità di un gol, decisione in merito ad un cartellino rosso, assegnazione di un calcio di rigore e scambio di persone.

 

Il Var controlla ogni gol

In ogni situazione in cui viene segnata una rete, il Var verifica l’azione che ha portato alla segnatura andando a controllare che non ci siano errori del direttore di gara. La maggior parte dei check sono silenziosi e quindi non causano interruzioni o verifiche dell’arbitro che è comunque in costante e stretto contatto con i suoi collaboratori.

 

 

Attacking phase possession

Il concetto di base che sta dietro ad ogni valutazione è il momento da cui deve partire. Non c’è un tempo limite né viene definita una zona geografica di campo per considerare la fase di attacco, il concetto riguarda l’inizio dell’azione che porta ad una rete. Il Var interviene se all’interno della “Attacking phase possession” si verifica qualcosa che rende la decisione dell’arbitro certamente sbagliata: il gol annullato alla Juventus contro l’Atalanta per il fallo di Lichtsteiner su Gomez è l’esempio perfetto di come si applica il protocollo.

 

Consigli, fatti e interpretazioni

Il Var non ha compiti decisionali ma solo di supporto alla decisione dell’arbitro. La differenza è sostanziale perché in caso di errore rilevato dal Var, ci sono due strade: in caso di un fatto (errore evidente e oggettivo) il Var può segnalare al direttore di gara la necessità di correggere un errore, nel caso in cui si tratti di un’interpretazione del direttore di gara viene invece consigliato di rivedere l’azione sul monitor. Da protocollo, il rigore assegnato alla Juventus andava cancellato senza ricorrere alla visione dell’arbitro in quanto il fatto oggettivo è che la palla ha colpito la spalla e non il braccio.

 

 

Ofr e Overrule

L’azione di Ofr (On field review) è quella che vede l’arbitro segnalare al pubblico il ricorso al controllo personale davanti al monitor che viene posizionato a bordo campo; l’Overrule è il cambio di una decisione dopo l’intervento del Var e questo può arrivare dopo aver rivisto le immagini in prima persona (Ofr) oppure grazie alla segnalazione di un fatto da parte del Var.

 

I numeri: 18 errori corretti in sei giornate

La statistica proposta riguarda le prime sei giornate del campionato in cui sono stati controllati 264 episodi (59% gol, 27% rigori, 14% rossi) di cui 246 sono stati confermati con la decisione corretta da parte del direttore di gara. In 18 casi un errore dell’arbitro è stato evitato grazie al Var (13 situazioni sono state verificate direttamente in campo con Ofr): si tratta di 3 decisioni corrette ogni 10 gare, la proiezione sull’intera stagione è di 112-114 errori evitati grazie al Var.

 

 

Quanto tempo serve per una verifica Var

La statistica proposta certifica come nelle prime tre giornate (con parecchi problemi tecnologici poi risolti) il tempo necessario per una verifica Var è stato di 1 minuto e 22 secondi, mentre nelle altre tre giornate si è passati a circa 40 secondi di media. Per un Overrule (cambio di decisione) servono in media 1 minuto e 40 secondi, la visione a bordo campo del direttore di gara necessita di 54 secondi per essere completata: attendere meno di un minuto per verificare un errore è più o meno accettabile di 1 minuto e 20 secondi per una sostituzione o 1 minuto e 30 secondi per battere una punizione?

 

Tempo effettivo: con il Var si gioca di più

Analizzando le prime sei giornate del campionato 2016/2017 e confrontandole con le prime sei del campionato 2017/2018, si è verificato un incremento di 19 secondi del tempo di recupero (5 minuti e 17 secondi l’anno scorso, 5 minuti e 36 secondi oggi) ma è incredibile come il tempo effettivo sia in netta controtendenza. Quest’anno, con il Var, le gare hanno avuto 51 secondi di gioco effettivo in più rispetto a dodici mesi prima: chi dice che le gare a marzo dureranno quattro ore è smentito dai numeri.

 

 

Gialli, rossi, proteste e rigori: tutto migliorato

Con il Var sono diminuiti i cartellini gialli (meno 61), i cartellini rossi (meno 8) e le proteste (meno 7) a fronte di un aumento di calci di rigore assegnati (più 7). I giocatori in campo, sapendo che l’occhio del Var è sempre vigile, stanno molto più attenti e disciplinati e la possibilità che solo l’arbitro possa decidere di fare una review favorisce la fluidità di gioco.

 

Le immagini del Var: due per ogni Ofr

Nel caso in cui l’arbitro decidesse di rivedere qualcosa, sono due le immagini che il Var mette a disposizione (una a campo stretto e una campo largo). Nel caso in cui ne servano altre, l’arbitro può richiederle. Per tipologie di verifiche diverse sono a disposizione immagini diverse, ma quello che è importante è il tempo: ad ogni nuova azione, il Var “libera” l’azione precedente e non si può più tornare indietro. Se il gioco è fermo, il Var e il direttore di gara non permettono la ripresa in attesa delle verifiche; se l’azione è in svolgimento si aspetta il momento in cui la palla arriva in zona neutra: il rigore assegnato all’Atalanta a Verona per fallo su Orsolini è l’unico caso finora verificato di applicazione di questo concetto.

 

 

Il link alla registrazione video che contiene anche tutti gli esempi mostrati ai commentatori Sky si può trovare QUI.

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