Gasp e i 12 gol di Petagna (l'intervista a Piero Serina)

Gasp e i 12 gol di Petagna (l'intervista a Piero Serina)
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Gian Piero Gasperini non è mai banale. Il condottiero nerazzurro, l’uomo dei record che ha prestato anche il volto per la campagna abbonamenti, ha parlato al collega Pietro Serina sulle colonne de L’Eco di Bergamo e la chiacchierata, pubblicata il giorno di Ferragosto, contiene davvero molti spunti interessanti. Il tecnico della Dea è soddisfatto, si capisce tra le righe che qualcosa ancora sul mercato può accadere, ma sono soprattutto le certezze che dispensa a far brillare gli occhi dei tifosi. La più importante? «Siamo una squadra solida, da parte sinistra della classifica».

 

 

Il gruppo, il progetto, i giocatori. L’analisi di Gasperini tocca molti temi, dopo quasi un mese e mezzo di lavoro ci sono ormai tante certezze e il tecnico ha provato a spiegarle. «Siamo una squadra solida, da parte sinistra della classifica e cioè possiamo stare nelle prime dieci. In difesa e in attacco credo che siamo migliorati, ma in mezzo al campo è cambiato molto: Conti, Gagliardini e Kessiè li ho persi e attualmente è fuori anche Spinazzola». La rosa è ringiovanita e il blocco del settore giovanile in questo momento non è così forte, Gasperini ne è consapevole ma tira dritto: «I giovani di oggi hanno 2-3 anni meno dei giovani dell’anno scorso. Servirà tempo e adesso la squadra titolare è molto vicina a quella che conosciamo. Dico che però i margini di crescita sono enormi, non ci sono nuovi acquisti sbagliati ma serve tempo».

Le parole del tecnico sono musica per chi era un po’ intimorito dai soliti disfattisti che vedono il tecnico non contento delle scelte, sicuramente le evoluzioni del mercato lo fanno pensare e, da uomo di campo che insegna calcio, Gasperini non si farà trovare impreparato. «A giugno ci siamo detti che sarebbe partito solo Kessiè, ora non c’è più nemmeno Conti e vediamo Spinazzola. Se parte anche lui, potrei fare scelte tattiche diverse, ci sto pensando ma per adesso non voglio dire di più. In mezzo al campo ho pochi giorni per inserire de Roon, vicino a Freuler che è diventato un big. Non ci saranno rivoluzioni perché siamo una squadra consolidata e Palomino, Ilicic e Cornelius sono già pronti».

 

 

Spinazzola, Gomez e Petagna. Soffermandosi sui singoli, l’allenatore di Grugliasco non può evitare di toccare l’argomento Spinazzola. «Per me lui è un titolare inamovibile, questo è un problema tra Atalanta e Juventus. Per ora non è a disposizione, non ha giocato a Valencia e il giorno dopo contro il Venezia. Non so se ci sarà contro la Roma». La situazione dell’esterno di Foligno è delicata, il braccio di ferro tra Atalanta e Juventus continua e prima si sbloccherà meglio sarà per tutti. Parlando ancora dei singoli, il mister regala poi un paio di spunti molto interessanti parlando della coppia titolare Gomez–Petagna.

Il primo con la guida tecnica attuale ha disputato la sua miglior stagione di sempre, il secondo si è imposto come il più bravo attaccante di manovra del torneo. Alla vigilia del campionato, il tecnico alza il tiro anche per loro e non usa di certo mezze misure. «Vogliamo mandare Gomez ai Mondiali con l’Argentina e mi piacerebbe che Petagna arrivasse a 12 gol». Tutto chiaro? Gasperini raddoppia su Gomez e Petagna e se dovesse avere ancora una volta ragione il capolavoro sarebbe assoluto.

 

 

L’Europa League e il “Gasperini Stadium”. Un’Atalanta così esalta i tifosi e tutto l’ambiente, chi entra in campo se ne accorge perfettamente e la conferma del Gasp è da brividi. «Percepiamo completamente la grande attesa e Bergamo sappia che tutte queste attenzioni per noi sono uno stimolo enorme. Non faccio proclami ma statene certi: giocheremo sempre per dare tutto». La stagione sarà tosta e anche l’impegno in Europa League fa sognare. «Sappiamo che in Europa ci sono squadre che propongono accelerazioni importanti. Noi dovremmo abbassare la percentuale di errore e trarre insegnamenti da ogni gara. Contro Lille, Borussia e Valencia sono stato molto contento di vedere lo spirito con cui le abbiamo affrontate. Prepariamoci al meglio, tutti devono essere pronti e poi giochiamocela».

Già, ma contro chi? «Io una squadra forte vorrei avere la soddisfazione di affrontarla. Tanto nel girone ne passano due. Dirò di più: prometto ai tifosi che mai dovessimo arrivare in finale a Lione non perdiamo di sicuro. Lo posso dire, tanto non succederà (ride, ndr). L’Europa League è una grande occasione per tutti ma ribadisco che il campionato è prioritario per dare continuità al progetto. E le partite in casa dopo i turni di coppa saranno decisive per la nostra stagione: dovremo fare punti importanti».

Il tecnico atalantino ha una fame di calcio e una voglia di fare sempre risultato davvero enormi, il passaggio dove questo concetto si capisce meglio è quello finale dove viene detto al mister che, grazie alle sue plusvalenze, lo stadio verrà intitolato proprio a Gasperini. «Io sono un pessimo amministratore, investirei tutte le plusvalenze in altri giocatori per poi fare ancora più plusvalenze. Lo stadio lo avranno pagato Caldara, Gagliardini, Kessiè e Conti. Preferisco i giocatori ai mattoni, il mio istinto è lo stesso del presidente ed è quello di pensare in grande. Poi ci sono Luca e Sartori che ci tengono bloccati per terra». Da un lato due vulcani come Percassi e Gasperini, dall’altro due amministratori come il figlio Luca e il dt Sartori: il mix perfetto per una grande Atalanta.

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