«E l'Atalanta?». Urla al bar dopo il 5-0 a Frosinone

«E l'Atalanta?». Urla al bar dopo il 5-0 a Frosinone
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«Fabio...».

«Bepo...».

«Fabioooo...».

«Bepoooo...».

«FABIOOOOOOO!!!».

«BEPOOOOOOO!!!».

La signora Gloria, 85 anni suonati e uno sguardo vispo che nemmeno le ventenni, ha già capito tutto. Guarda me e il Bepo che ci chiamiamo per 2-3 volte a meno di trenta centimetri di distanza. Alziamo la voce. Urliamo. Quasi parte il coro ma alla fine arriva solo un abbraccio e Gloria, come tutti davanti al bancone, ha già capito. Si parla di Atalanta.

«Una roba meravigliosa, Bepo. Meravigliosa».

«Mica vero Fabio. Fa mia l’esaltat...».

«Me? Sa côntet sö???» (cosa racconti).

«Fabio, abbiamo vinto 5-0 ma l’Atalanta a me non è piaciuta tantissimo nel primo tempo. Però la vittoria è ancora più importante proprio per questo motivo».

«Sei un grande, ho già capito dove vuoi arrivare... bestiaccia... ».

 

 

«Abbiamo visto l’Atalanta vincere bene, giocando alla grande e segnando un sacco. A Frosinone abbiamo vinto con un primo tempo quasi soporifero chiuso avanti 2-0, nel secondo abbiamo accelerato il giusto e sono arrivati altri tre gol. Qui se non interviene Sportiello man fa des... (ne facciamo 10)».

«In Tribuna Stampa, pressati come sardine, la sensazione è stata la stessa. Solidi, in pieno controllo della partita e consapevoli che da un momento all’altro potessimo segnare. Davvero una bellissima notizia. E ti dirò di più, Bepo, guarda gli assist: c’è una bella sorpesa».

«Mmm Fabio, capése mia... (non capisco)».

«Bravo Bepo, adesso ti riconosco. Su cinque gol, nessun assist è arrivato da Gomez e Ilicic».

«E quindi? An ga paga mia ol stipende? (non paghiamo loro lo stipendio?)».

«Esageràt! Voglio dire che se su cinque gol ci pensano Pasalic (due volte), Djimsiti, Hateboer e Pessina a servire il pallone buono per Zapata o Mancini significa che le frecce all’arco di Gasperini sono davvero tante».

«Tutto chiaro, sembri quasi un giornalista. Allora ascolta qui cosa ti dico: bastano queste di frecce».

«Mercato?».

«Si Fabio, bastano questi. Con Palomino che non si muove e Mancini che resta al suo posto l’unico giocatore che potrebbe in qualche modo dare una mano e regalare al mister un’alternativa in più è Defrel. Ma se la Samp non lo molla, facciamo a meno».

«Su Palomino sono d’accordo, alla fine gli verrà adeguato il contratto e il Boca non è mai stato un problema vero. Pure su Defrel sono d’accordo, anche se con un Duvan così è dura pensare all’alternativa. Bepo, questo prende Inzaghi!».

«Fabio, Fabiooo, FABIOOOO!! Il caffè non corretto!».

«I numeri sono impressionanti, e più passa il tempo più questo non accenna a smettere di fare gol. Più che una pantera, l’è u leù: i a sbrana tocc! (è un leone, li sbrana tutti)».

 

 

 

«Giacomo, Giacomo!! Ocio che i ta peta quase, oter che la partita del gioède (attento che quasi ti menano, altro che la partita del giovedì)».

Dal bancone del bar passa Giacomo Mayer, giornalista di lungo corso che mi accompagna sempre in giro per lo stivale al seguito della Dea. A Frosinone ha definito la partita molto simile a una gara amichevole del giovedì è un collega del posto si è adirato.

«Bepo, l’era u bigol. Ho detto la verità, si è offeso ma altri colleghi hanno detto di lasciar perdere».

«Giacumì, semper in gir a fa casi… (sempre in giro a far casino)».

«Fabio, fa öl brao!».

«Oter si macc, mia giornalisti. Dai, pronostico secco per Atalanta–Roma?».

«Vinciamo Bepo, ne sono sicuro. Cosa dici Giacomo?».

«Calma, calmaaa. Non abbiamo ancora fatto nulla. L’è longa!».

«Noter an ga mia fresa, ghè mia la polenta che la sa sfreges..».

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