Il Papu mantiene le promesse e chiede de Roon al Pres

Il Papu mantiene le promesse e chiede de Roon al Pres
Pubblicato:

È sbucato dall’ascensore del Grand Hotel Presolana attorno alle 15.20 e subito i tifosi presenti hanno sgranato gli occhi. Il Papu Gomez è tornato, il suo primo giorno a Rovetta è iniziato con la seduta di allenamento pomeridiana ma prima di andare in campo, il numero 10 atalantino ha parlato in conferenza stampa. Appena undici minuti per ribadire concetti che abbiamo già sottolineato a più riprese ma che, rimarcati dalla voce dello stesso capitano orobico, assumono tutto un altro significato.

 

 

Papu si riparte dopo alcune settimane di pieno relax.
«È stata la prima volta dopo sette anni che non torno in Argentina, ho scelto di restare in Europa dopo l’avventura con la Nazionale e mi sono goduto il mare insieme alla mia famiglia. Sono state vacanze molto buone e ora sono pronto a ripartire».

Tu eri al mare, ma qui tutti parlavano di te.
«Ho seguito sia sui giornali che su internet il mercato, ogni giorno ho letto tutto quello che veniva scritto ma io e la mia famiglia siamo stati sempre molto tranquilli e sereni. La nostra prima scelta è sempre stata l’Atalanta. Ho parlato molto chiaramente, sono stato onesto e molto diretto nello spiegare la mia posizione: il silenzio non nascondeva nulla, ho solo voluto aspettare. Se non fosse arrivata una squadra di grande livello che mi voleva con grande forza, io restavo all’Atalanta. E così è andata. Non mi piace fare dichiarazioni d’amore o cose di questo tipo, io ho scelto la via della chiarezza in un mondo come il calcio molto sporco dove ci sono cose incredibili che succedono ogni giorno tra baci alla maglia e rinnovi con tanti soldi in ballo: il mio sogno è la Champions League, se non c’è la possibilità di giocarla resto a Bergamo dove sto da Dio».

C’è una squadra che ti ha cercato più di altre?
«Abbiamo parlato con la Lazio, l’unica squadra che si è interessata a me in modo concreto. Li ringrazio, ma avevo fatto una promessa a tutti i tifosi ed era quella di non lasciare l’Atalanta se non per una squadra che gioca in Champions League o lotta per lo scudetto. Loro sono una realtà importante ma qui io sto davvero molto bene».

Hai avuto proposte anche dall’estero?
«Sono arrivate chiamate da Dubai, Cina, America, ma adesso non è il momento. Sono mercati strani, per me questo è un anno importantissimo anche perché c’è il Mondiale: non posso andare adesso in questi campionati, il rischio di sparire dai radar è altissimo anche se ti ricoprono di soldi».

L’attesa dei tifosi nerazzurri è stata febbrile.
«Me ne sono reso conto e quando sono tornato in Italia, ho notato un po’ di ansia. Ribadisco il concetto, io sono sempre stato molto tranquillo perché sapevo che in qualsiasi momento potevo firmare il rinnovo. E così è andata».

L’accordo è per cinque anni, praticamente una vita.
«Il contratto è lungo ma a me non piace pensare troppo a lungo termine. Ovviamente mi fa piacere, ma preferisco pensare stagione per stagione dando il massimo in campo, poi sarà il tempo di ragionare sull’anno prossimo e poi ancora su quello dopo. Fare ragionamenti su addirittura cinque anni è folle. Adesso penso solo a godermi questo anno, che sarà importantissimo per tutti».

Cosa c’è dietro a questa scelta?
«Ci sono tanti motivi per cui sono rimasto e per cui l’Atalanta si è affidata a me. Ho sempre ribadito i miei ringraziamenti per la società e per la famiglia Percassi, che ha creduto in me riportandomi in Italia dall’Ucraina e aspettandomi per sei mesi quando non stavo ancora bene».

Dopo i 16 gol dell’anno scorso hai trovato anche la Nazionale.
«È stata una grande esperienza, per tantissimi motivi. Mi sono allenato ogni giorno con grandi campioni, ho fatto anche gol nella mia prima partita e anche se è arrivato contro Singapore è stato importante. Messi? Bergamo gli piace, se un giorno vuole venire... Scherzi a parte, il reparto di attacco è zeppo di grandi giocatori e infatti sono passati nove anni per la prima chiamata. Ho parlato con il vice di Sampaoli in Nazionale, loro hanno sempre seguito l’Atalanta quando allenavano il Cile perché c’erano Carmona e Pinilla. Ho spiegato della possibilità di andare via in caso di grande offerta e anche loro mi hanno consigliato bene».

Che ne pensi di questa nuova Atalanta?
«Ci sono tanti nuovi arrivi, devono imparare la lingua e poi calarsi nella nostra manovra. Servirà qualche mese, l’inserimento è un passaggio obbligato ma tutti mi parlano molto bene dei ragazzi arrivati e quindi sono fiducioso: abbiamo tante partite, dobbiamo fare bene in Italia e in Europa».

Ritrovi un argentino, Palomino.
«Ha iniziato nel San Lorenzo, siamo stati un po’ insieme quando lui iniziava a giocare ma non lo vedevo da un po'. Sono comunque tranquillo perché se l’Atalanta lo ha scelto significa che lo hanno visto e hanno ritenuto importante ingaggiarlo».

Tra poco rientra anche Andrea Petagna, il tuo amico “orsetto”.
«Con lui ci siamo sentiti, ha grande voglia di ricominciare ad allenarsi dopo l’Europeo ed è molto carico. Io, lui e Ilicic? Sicuramente è un attacco importante, se io fossi allenatore avrei grandissimo piacere ad avere giocatori così a disposizione».

Vuoi mandare un messaggio ai tifosi dell’Atalanta?
«Faccio un grande saluto a tutti, sono molto contento di poter continuare a vivere questo grande sogno iniziato l’anno scorso e che continuerà in Europa. Adesso pensiamo al campo e spero davvero di vedere sempre lo stadio pieno».

Ultima battuta: a Ibiza hai incrociato de Roon, abbiamo visto i selfie. Che ci dici di lui?
«Abbiamo parlato dell’Atalanta, del campionato che abbiamo vissuto e di come si trovava lui in Inghilterra. La sua volontà è quella di tornare a Bergamo, posso dire che è proprio una voglia matta: non c’è un’altra squadra dove voglia andare. Speriamo che il presidente possa davvero acquistarlo, sarebbe un grandissimo colpo».

Seguici sui nostri canali