È vero, abbiamo giocato bene ma potevamo fare di più

È vero, abbiamo giocato bene ma potevamo fare di più
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«Bepo!!!! Set turnat (sei tornato)?».

Dopo 3 giorni a Manchester, il Bepo ha rimesso il piede in terra orobica nella primissima mattinata di giovedì e alle 7.55 era già al bancone del bar con il caffè in mano.

«Fabio, so incasat! (sono incazzato!)».

«Ostrega Bepo, manera? (come mai?)».

«Perché è vero che abbiamo giocato bene. È vero che siamo stati alla pari. È vero che il Manchester City è il Manchester City. È tutto vero...».

«Ma?».

«Ma noter an sa l’Atalanta, Fabio! (Ma noi siamo l'Atalanta)».

«Fammi capire bene: siccome siamo l’Atalanta, dovevamo fare di più?».

«Sbaglia mia (non sbagliare) i verbi, boss: potevamo, non dovevamo…».

«Bepo non ti seguo. Me spieghet? (mi spieghi?)».

«Dunque, Gasperini nelle prime tre partite di Champions League ha fatto vedere a tutti una cosa che forse non stiamo capendo bene. Siamo l’Atalanta, quindi abbiamo la nostra identità e dobbiamo portarla avanti. Anche a costo di perdere. Perché solo in questo modo, la crescita di tutti i pezzi permetterà di avere un insieme molto più grande di quanto possiamo immaginare».

«Il ragionamento fila, ma io sono felice di quello che ho visto. Molto felice».

«Ed è qui che sbagli, Fabio. Non confondere l’orgoglio con la felicità. Me so stacc tri dé (io sono stato tre giorni) in giro per Manchester col petto gonfio. Con il petto gonfio. Ma non sono felice, perché ho perso».

«Quindi hai imparato che gli altri sono più forti. Giusto?».

«No, ho imparato che devo fare tanta strada per prenderli. Ma la strada da percorrere non passa solo dai miliardi che l’arabo ci mette: un altro calcio vincente è possibile».

«Bepo, ma stet bé?» (ma ti senti bene?).

«Benissimo, do bire in trì dé (due birre in tre giorni). Sobrio e convinto».

 

 

«Provo a capire. Queste gare ci mostrano che abbiamo i mezzi per giocare un calcio di livello europeo ma per proporlo in tutta la gara serve crescere. Solo che crescere non vuol dire solo avere giocatori da 40-50 milioni, ma provare a migliorare quelli che già ci sono. Certo, non arrivi in fondo con le altre, ma almeno sei più competitivo in Europa e aumenti il livello in Italia».

«Brao giornalista. Centrato il punto. Chi dice che l’Atalanta terza in classifica dimostra che il calcio italiano italiano è scarso l’ha capìt u caso (non ha capito un cazzo). Il calcio italiano dovrebbe prendere esempio dall’Atalanta perché se tutto il movimento inizia a proporre calcio, senza pensare che basta mettere in rosa le figurine per vincere, avremo bilanci migliori e un livello più alto. Partendo dai ragazzini».

Il Bepo, dopo due caffè passa all’acqua leggermente frizzante e qui il segnale che la discussione si fa tosta è inequivocabile.

«Quindi il 3-1 della Primavera prende ancora più valore...».

«Per forza! Guarda la crescita: sconfitta stupida a Zagabria, pareggio in extremis con lo Shakhtar e vittoria di personalità con il City. Se anche i ragazzi mettono in cascina fieno d’esperienza, abbiamo il futuro assicurato».

«E saremo noi ad avere ragazzi come Holland e Foden protagonisti in prima squadra. Due ragazzi del 2000 che giocano con Salisburgo e City».

«Bravo Fabio! Hai capito. E adesso ti dico una roba che farà riflettere tutti quelli che ti leggono».

«Spara, so tot oregie... (sono tutto orecchi)».

«Piano piano, il sogno del Gasperini si avvera: a Bergamo farà una roba storica come il Bilbao».

«Il Bilbao?»

«Prima intervista con Bergamopost, ta lese (ti leggo). Era l’ottobre 2016. Ti disse che ha il libro sul comodino che racconta la storia dei baschi con la squadra tutta costruita in casa. Bene: prendi i ragazzi che sono in giro, prendi quelli delle squadre giovanili che salgono e prova a pensare all’Atalanta tra 2-3 anni».

«Pota Bepo: gli over 30 pian piano smettono e li rimpiazziamo con i nostri».

«Sai Fabio che io accetterei subito? Magari per qualche tempo non arrivi sempre in Europa ma ti garantisci il futuro per anni. E lo fai con chi magari adesso gioca la Champions o la Youth League da protagonista. Bella storia!».

«Bepo, ta ghet resu (hai ragione). Però io sogno ancora la qualificazione in Champions sia in campionato che nel girone che stiamo giocando. Saro mia mat? (non sarò matto?)».

«An se tocc fo de co (siamo tutti fuori di testa): Atalanta noi ci crediamo!».

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