È provato: gli uomini li adorano

La (controversa) storia dei tacchi

La (controversa) storia dei tacchi
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Il Garzanti li definisce così: «Rialzo che si applica all’estremità posteriore della suola delle scarpe, su cui poggia». Ma queste parole non rendono minimante ragione della fama che i tacchi (soprattutto alti) sono riusciti a conquistarsi fino ad oggi. Forse per gli uomini sono solo sinonimo di bellezza, sensualità ed eleganza. Ma per il gentil sesso, invece, portare i tacchi è un vero e proprio modo di essere e di esprimere tutta la propria femminilità. Marilyn Monroe ne consacra il successo verso la fine degli anni Cinquanta: «Non so chi abbia inventato i tacchi alti, ma le donne gli devono molto».

Come nacquero i tacchi. L'invenzione dei tacchi alti come moda è storicamente attribuibile a Caterina de’ Medici. Siccome era molto bassa e sarebbe stata la sposa del duca di Orleans, un uomo vigoroso e possente, mise all’opera tutti i sarti e stilisti della sua corte per cercare di risolvere l’imbarazzante situazione: è evidente che non volesse sfigurare al fianco di quello che presto sarebbe diventato il re della Francia intera. E fu così che un giorno, durante una festa di ricevimento, si presentò con indosso un paio di scarpe dai tacchi alti sette centimetri. Grazie a questo stratagemma, il suo fisico pareva più slanciato e imponente. La brillante intuizione riscosse un enorme successo e, da quel momento, vennero associati per sempre all’abbigliamento femminile. Se fosse andata davvero così, allora, a breve, potremmo festeggiare il cinquecentenario della loro creazione. Ma la storia è sempre piena di contraddizioni e cercar la verità può diventar impresa davvero ardua.

 

 

C’è un libro, Shoes: An Illustrated History, scritto da Rebecca Shawcross, che nel suo grande studio sulla storia delle scarpe, ad un certo punto si sofferma anche a parlare del tacco: secondo la sua ricostruzione, le prime scarpe con il tacco si troverebbero proprio in Italia. Si chiamavano chopine ed erano degli altissimi zoccoli indossati nel Quattrocento dalle prostitute di Venezia. Avevano una tripla funzione: elevavano rispetto alle rivali, attiravano l’attenzione dei clienti e davano un portamento sensuale. E così Caterina de Medici dovrebbe farsi da parte e rinunciare al merito di essere arrivata per prima.

Ma, a onor del vero, ci sono alcune interessanti tesi secondo cui i tacchi erano già utilizzati nell'antico Egitto e persino dai cavalieri della Mongolia. È facile immaginare che a quei tempi indossare una scarpa con il tacco non avesse alcuna finalità estetica: nel primo caso infatti, si pensa i tacchi venissero utilizzati nelle macellerie, per evitare li sporcarsi i piedi con il sangue; nel secondo caso, invece, i tacchi venivano indossati dai cavalieri per riuscire a tenere più saldamente le staffe.

Invece, continuando con la tesi di Rebecca Shawcross, la prima indossatrice di tacchi alti sarebbe la regina Elisabetta I verso la fine del 1500. Poi, a causa delle rivoluzioni francese e americana e del conseguente disprezzo per gli ambienti aristocratici, nel primo Ottocento il tacco fece la sua scomparsa. Però verso la fine dello stesso secolo riuscì ad esser nuovamente apprezzato e indossato. È solo dopo la fine della seconda guerra mondiale che diventa un vero e proprio oggetto di culto, consacrato peraltro da Christian Dior, che in quegli anni riportò in auge lo stile francese. 

 

 

Scientificamente provato. Che la donna con il tacco catturi l’attenzione degli uomini al suo passaggio è una verità abbastanza scontata. Adesso, però, ci sarebbe anche una ricerca scientifica a confermarlo. Si tratta di uno studio pubblicato sulla rivista Archives of Sexual Behavior che è stato svolto all’interno dell’University of Bretagne, dove diverse ragazze francesi hanno svolto qualche esperimento sociale. Tutte vestite allo stesso modo, alcune indossavano scarpe normali, altre i tacchi. Le ragazze hanno approcciato diversi uomini tra i 25 e i 50 anni, ponendogli alcune domande in merito ad un questionario sulle pari opportunità. Le donne con i tacchi sono riuscite a convincer più uomini a fermarsi e rispondere alle domande per circa 5 minuti, mentre quelle dotate di scarpe normali hanno avuto solamente il 47% di successo. La seconda fase della ricerca prevedeva che le ragazze camminassero davanti ad alcuni uomini e facessero cadere un guanto per terra. In questo caso, il 93% degli uomini ha raccolto il guanto lasciato cadere da una donna dotata di scarpe con tacchi alti, mentre solo il 62% lo ha fatto nei confronti di quelle con le ballerine.

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