Un ordine ogni due secondi

L'assurdo fenomeno Black Friday (ma poi perché si chiama così?)

L'assurdo fenomeno Black Friday (ma poi perché si chiama così?)
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Lo hanno ribattezzato black, in realtà è il giorno più dorato dell’anno. È il venerdì che segue il Giorno del Ringraziamento, il Thanksgiving Day americano, una festa di origine cristiana che cade ogni anno il quarto giovedì di novembre. Per tradizione, il venerdì che segue è diventato il giorno degli acquisti, dei regali e soprattutto dei grandi sconti.

Perché blackPerché un giorno così sia stato chiamato nero è un po’ un mistero. Girano tante versioni, la più credibile è quella connessa con la contabilità dei commercianti: i conti in quel venerdì vanno tutti in nero, cioè sono attivi. Certo, fa un po’ specie pensare che sino a qualche anno fa l’idea del black friday fosse legata a circostanze diametralmente opposte: i venerdì neri, a partire da quello celebre del 24 settembre 1869 con il crollo del mercato dell’oro e di seguito per tutti i crolli del mercato, erano quelli contrassegnati dai cali della borsa, spaventata dalle decisioni che sarebbero state prese nel weekend a mercati chiusi. Quindi il nero era in realtà un rosso nei conti di milioni di investitori.

 

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Un ordine ogni due secondi. Ma i tempi cambiano. E oggi siamo in piena euforia da consumi illimitati. Così il black friday 2017 si appresta a macinare tutti i record precedenti. Ancora ci sono americani che si mettono in fila fuori dalle porte dei negozi anche la notte prima, anche se il boom è atteso soprattutto con le vendite online, dove i siti maggiori, a partire da Amazon, lanciano in sequenza offerte imperdibili (Amazon uno ogni cinque minuti) che tengono agganciati i consumatori alle varie piattaforme.  Per capire le dimensioni del fenomeno e la fame di acquisti basta questo dato fornito da Yoox-Net-A-Porter, l’ex startup italiana divenuta attore mondiale dell’e-commerce di prodotti di lusso (quindi in teoria per una minoranza di consumatori): quest’anno il ritmo degli ordini è arrivato a uno ogni due secondi. Lo scorso anno era il doppio, uno ogni quattro secondi.

Tra l’altro il black friday si è allargato all’intera settimana, da quando nel 2012 la catena americana Wall Mart aveva preso tutti in contropiede lanciando i suoi sconti con 24 ore di anticipo. Non a caso guardando i dati dello scorso anno si scopre che il saldo del venerdì negli Stati Uniti, per quanto riguarda le vendite online, è stato di 1 miliardo e 93 milioni di dollari, che sono diventati ben 29 miliardi se si tiene conto dell’intera settimana. Il venerdì quindi i giochi sono già fatti…

 

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Quest’anno poi si è aperta una nuova era nel campo degli acquisti online: sono state introdotte delle discriminazioni di prezzi a seconda di chi compera. Questo vale in particolare per i biglietti aerei acquistati ad esempio per regali di vacanza. Le piattaforme dispongono di algoritmi in grado di fotografare lo status del compratore (ad esempio alla zona da cui si collega, il device che usa…) e quindi calibrano il prezzo a secondo delle sue presunte disponibilità.

Lo sciopero Amazon. Non per tutti il venerdì nero è in realtà un venerdì d’oro. Sono i lavoratori precari degli immensi magazzini di Amazon di Castel San Giovanni, in provincia di Piacenza, il cuore del sistema, che lo scorso anno aveva affrontato l’ondata di ben 11 ordini al secondo. Quest’anno le maggiori sigle hanno proclamato uno sciopero proprio per domani. Chiedono una premialità natalizia a fronte di ritmi da super stress: straordinari obbligati, lavoro notturno ormai strutturale e nel periodo di picco organizzato su sei giorni la settimana, lavoro domenicale. La società ha risposto picche e domani si prevede che in 500 (su 4mila lavoratori, compresi quelli a tempo determinato) sono pronti a incrociare le braccia.

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