Non siate parsimoniosi

Pensieri segreti di una commessa I confetti, tutti i gusti più uno

Pensieri segreti di una commessa I confetti, tutti i gusti più uno
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Dentro alle bomboniere, si sa, ci vanno i confetti. Mi ricordo che era l’unica nota dolce nelle giornate passate al seguito di mia mamma a scegliere bomboniere. Rigorosamente bianchi, di solito se ne infilavano tre o quattro in un piccolo tulle appeso all’oggetto. Il tulle era a doppio strato e veniva sigillato accuratamente con filo di nylon per la pesca al tonno per evitare che i confetti si perdessero per la strada. Al momento della tanto agognata apertura della bomboniera, dopo otto ore di cerimonia e pranzo, un invitato si sentiva in diritto di sgranocchiare un confetto, ma era costretto a scontrarsi con l’invincibilità di questo pezzettino di filo. Ho rischiato di perdere più di un incisivo nel tentativo di trafugarne uno dalla sua crisalide. Quando ero piccola si potevano assaggiare due tipi di confetti: quello classico e quello al cioccolato, che era una golosità solo per i più abbienti. Fine della scelta. Imploravo sempre mia madre di scegliere quelli al cioccolato, ma niente; «il cioccolato si scioglie» si giustificava lei e alla fine mi toccava sempre succhiare lo zucchero dalla mandorla. Ma erano altri tempi.

 

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In cassaforte. Se oggi dite che volete un confetto, è un po’ come entrare allo zoo e dire che volete vedere un animale. Va bene, ma quale? La commessa a cui esprimete la richiesta vi guarda comprendendo la vostra impreparazione e si volta. Prende una chiave da un cassetto segreto e apre una vetrina blindata da gioielleria, di cui capirete la ragione al momento dello scontrino. Davanti ai vostri occhi si apre il caveau di Fort Knox formato confetto. Se la commessa ha una lieve forma di ossessione, è probabile che i dolcetti siano disposti per gradazione di colore e che coprano tutta la gamma di gusti percepibili dall’uomo. Praticamente l’antico confetto con la mandorla è in via d’estinzione, al massimo ne compaiono due o tre esemplari in ogni vetrina, giusto per ricordarci delle nostre umili origini. Tutto il resto è fantasia e sfrenata voluttà. Il cioccolato è ormai scontato, ma al centro possiamo trovare ogni tipo di frutta secca, dalla nocciola alla noce Pecan al pinolo.

Tutti i gusti più uno. Non di solo cioccolato vive l’uomo però. Un minuscolo dolcetto può avere i sapori più disparati. La commessa della confetteria recita a memoria una lista infinita di ingredienti come se fosse la Divina Commedia. Esistono confetti ad ogni tipo di frutta, al caffè, al tiramisù, alla crema, alla banana fritta, alla torta di mele, all’abbacchio, all’amatriciana, all’uovo in camicia, al Barbera, alla trippa e anche al Viskas per i vostri amici a quattro zampe. E ovviamente senza glutine. Se pensate di assaggiarli tutti avrete bisogno di un digestivo e successivamente anche di una dose di insulina. Una volta presa questa decisione, bisogna poi considerare un aspetto fondamentale della bomboniera che pregiudicherà l’umore dei vostri invitati. Ci sono fondamentalmente due scuole di pensiero sul tema. Scuola minimalista vs scuola cornucopia all-you-can-eat. Inutile dire a quale scuola aderisco io.

 

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Non siate parsimoniosi. La commessa saprà valutare con occhio esperto di quale filosofia di pensiero siete sostenitori. Se per esempio siete entrati in negozio e avete puntato decisamente su ceramica o vetro profilato oro o cartoncino zigrinato, siete senza dubbio minimalisti. Dettaglio decisivo, se siete entrate camminando con il gluteo contratto e la vostra prole si chiama Riccardo Filippo Giorgio nonostante sia un solo individuo, opterete decisamente per l’eleganza essenziale. Traduzione, bomboniera con cuscino di raso e sopra adagiati tre confetti in preda all’horror vacui. La vostra bomboniera praticamente è un esercizio spirituale, anche se più simile al ramadan. Care sostenitrici della bomboniera alla Malevic, sappiate che la durata del vostro suppellettile oscilla tra i venti e i quaranta secondi, giusto il tempo di ficcarmi i tre confetti in bocca e buttare il resto nel cestino. Ben venga invece lo stile cornucopia.

Avete assaggiato trentacinque gusti di confetti diversi, mi sembra doveroso comprarne almeno una decina e riempire vasetti come se fossero i vostri ultimi dolci. Non c’è nulla di migliore per invogliare qualcuno a partecipare a un ricevimento che una scatolina in cui immergere le dita in una ventina di confetti multicolore e ripieni. Il contenitore così ha speranza di durare almeno qualche giorno.

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