Noi sorridiamo per contratto. Sappiatelo

Pensieri segreti di una commessa Ecco il Casanova da supermercato

Pensieri segreti di una commessa Ecco il Casanova da supermercato
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Oggi vi allieterò raccontandovi del fascino irresistibile che noi cassiere esercitiamo su una parte della popolazione maschile. Sì mi sto rivolgendo a voi, Casanova da supermercato, che andate a far la spesa anche per il piacere di esercitare il vostro cosiddetto fascino sull’addetta di turno. Una mente maligna potrebbe pensare che vi piace vincere facile; la cassiera non può abbandonare il locale e neppure essere troppo scortese con voi. La nostra lavoratrice se ne sta tranquillamente seduta a passare tutti i duecento articoli che la signora anziana di turno le ha appena sbattuto sul nastro trasportatore quando da dietro spunta lui.

 

 

Il primo tipo di cliente è quello che si sente James Bond e cerca di emularne il fascino. Sappiate che l’immagine che avete nella testa non è esattamente uguale a quella che riceviamo noi fuori. Ha ovviamente il cestello perché pare che sia sconveniente per un uomo prendere un carrello per fare la spesa e anche sollevarlo usando le apposite maniglie invece che alzarlo dal manico che serve per trascinarlo rischiando di incastrarlo per sempre alla massima estensione. Inizia a posare gli articoli sulla cassa mentre vi lancia occhiate inquietanti che dovrebbero essere accattivanti e voi iniziate a chiedervi se per caso quello non sia un ispettore del lavoro in incognito. Il sospetto ovviamente deriva anche dallo stupore di vedere un uomo che fa la spesa da solo senza avere una moglie alle calcagna; poi però iniziate a battere la sua spesa e l’arcano si svela. Ha comprato dieci pacchi di pane in cassetta, schiuma da barba, birra e tonno. È un single che vive da solo ed è in cerca di qualcuno che riempia la sua dispensa.

La commessa tira un sospiro perché ha già capito come andrà a finire; ovviamente lui interpreta il gesto come un sospiro struggente della donzella in questione che è già caduta nella sua trappola. Allora passerà all’attacco verbale e incalzerà con una battuta di altissima originalità come: «Che bel sorriso che ha/che hai!» (l’uso della terza persona o del tu è di solito connesso con la differenza d’età che intercorre tra i due o dal machismo del cliente). Sicuramente la cassiera mediamente cinica o mediamente stanca risponderà semplicemente con un altro sorriso mentre passa il tonno sul lettore; non si è innamorata di voi, sta solo rispettando il suo contratto di lavoro. Se il cliente è un po’ intelligente non aggiunge altro, paga e se ne va. Ma se siamo sfortunati e il cliente è proprio convinto di essere Bond, James Bond, quando pagherà con la sua carta di credito scarabocchierà vicino alla firma anche il suo numero di telefono. So che vi sembra un gesto da film e che potrebbe anche essere visto come carino se solo non fosse che:

  • la cassiera è lì da otto ore e si sente come una gomma masticata, quindi è poco propensa a ricevere avances casuali;
  • il cliente in questione non è esattamente affascinante come un attore e dai suoi acquisti conduce una vita né agiata né avventurosa;
  • probabilmente il caporeparto farà storie per quel numero scarabocchiato vicino alla firma.

 

 

Passato il primo cliente che si sente attraente, ne abbiamo subito un altro che se possibile causa in noi ancora più imbarazzo. L’impacciato che vorrebbe provarci. Iniziate a rendervi conto che qualcosa non va dopo la terza volta che torna alla vostra cassa comprando pile, caramelle e fazzoletti. Fin troppo smemorato persino per essere un uomo. Probabilmente a ogni giro vorrebbe attaccare bottone con una battuta magistrale, ma quando giunge davanti a voi e al vostro trono di codici a barre, gli manca il coraggio. E così ogni volta se ne va con gli occhi bassi acquistando un nuovo articolo inutile che occuperà il sedile posteriore della sua macchina per le settimane a venire. Finalmente, dopo qualche altro giro sembra arrivare il suo momento. Ormai anche la cassiera più introversa è curiosa di sapere quale sagace battuta le verrà rivolta dopo tanto peregrinare attorno a lei. Ci siamo, il cavaliere allunga il suo cinque euro per pagare il pacchetto di rasoi, la cassiera lo prende facendo attenzione a non turbare il suo equilibrio coraggioso, lui apre la bocca e... «Come si chiama signorina?».

Cari uomini tutti, lo spirito d’osservazione è uno dei requisiti immancabili per riprodursi, io ve lo dico. Indossiamo un cartellino con il nome, che è anche in posizione ben visibile sul seno che notoriamente è una zona abbastanza scrutata. Qualsiasi altra domanda poteva andare bene, persino: «Che numero di scarpe porta?». Invece niente, anche per oggi la razza umana ha perso un’altra occasione di perpetrare la specie. Confidiamo nei prossimi clienti.

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