Valorizzare i nostri tesori

Classifica dei "luoghi del cuore" Fai Vola la Basilica di S. Giulia a Bonate

Classifica dei "luoghi del cuore" Fai Vola la Basilica di S. Giulia a Bonate
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Foto in apertura di Mario Rota (Basilica di Santa Giulia)

 

Sono luoghi speciali, ma spesso dimenticati. Sono chiese, castelli, dimore storiche, siti archeologici, parchi; ma anche piccole strade, musei sconosciuti, addirittura caffè liberty. Sono pezzi di storia che vorremmo salvare e ai quali il Fondo ambiente italiano (Fai) dà una specie di seconda opportunità grazie a "I Luoghi del Cuore", il censimento (giunto alla sua nona edizione) realizzato in collaborazione con Intesa Sanpaolo e che punta all'individuazione di siti speciali, legati alla nostra identità e alla nostra memoria, che versano in stato di degrado o di abbandono e che vorremmo proteggere, recuperare, tutelare e valorizzare.

Perché votare. L'iniziativa è stata lanciata poco meno di due mesi fa, ma i numeri parlano già di una partecipazione numerosissima: quasi ventimila luoghi segnalati in tutta Italia e circa trecentomila votazioni. Proporre un "luogo del cuore" è facile, tant'è che sono già 160 comitati che si sono creati e registrati sul sito del Fai avanzando delle proposte. Nelle precedenti otto edizioni, sono stati ben 92 gli interventi promossi e finanziati dal Fondo. Di tempo per votare ce n'è ancora molto, visto che tutto si chiuderà il 30 novembre 2018, e la posta in palio è di quelle importanti: cinquantamila euro al "luogo del cuore" che arriverà primo, quarantamila al secondo e trentamila al terzo, soldi che verranno investiti sulla base di specifici progetti d'azione. Ma non solo: i luoghi che riceveranno almeno duemila voti potranno presentare una richiesta per un intervento da parte di Fai e Intesa Sanpaolo, secondo le linee guida che verranno diffuse nel 2019 dopo l’annuncio dei risultati e sulla base delle quali verranno selezionati i beneficiari di altri contributi economici fino a trentamila euro.

 

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Foto di Mario Rota

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Foto di Mario Rota

8.Basilica di Santa Giulia. Bonate Sotto -Bg. Foto Mario Rota
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Foto di Mario Rota

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La Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto. La buona notizia è che c'è un "luogo del cuore" in Bergamasca che ha già ampiamente raggiunto e superato i duemila voti e che dunque ha più di una chance di sperare in una sua valorizzazione futura. Stiamo parlando della Basilica di Santa Giulia a Bonate Sotto, che con oltre 3.760 voti è, al momento, il luogo più votato in Lombardia e il settimo a livello nazionale (la classifica completa momentanea è consultabile QUI). Edificata per volere della santa a cui è intitolata per alcuni, o per volere della regina Teodolinda secondo altri, è rimasta incompiuta e abbandonata. Oggi è utilizzata come cappella del cimitero sorto attorno a essa e gli interventi settecenteschi di rialzo e di copertura dell'abside e l'affresco dell'abside centrale realizzati dai fratelli Orelli, pittori di origini svizzere attivi nel territorio di Bergamo tra Seicento e Settecento, convivono con elementi architettonici di età longobarda e anche più antica. La chiesa è di proprietà del Comune ed è aperta al pubblico, ma necessita di nuovi interventi di conservazione. Il comitato “Santa Giulia, la basilica” e il Comune hanno individuato un progetto di restauro suddiviso in cinque passi.

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Il Santuario della Cornabusa. Sempre in Bergamasca, inoltre, c'è un altro luogo che se la sta cavando molto bene. Si tratta del Santuario della Madonna della Cornabusa a Sant’Omobono Terme, quinto tra i "Luoghi del Cuore" in Lombardia e intorno alla trentesima posizione a livello nazionale. Incastonato sul versante di un monte a picco sulla Valle Imagna e inserito all'interno di una caverna in cui sgorga una sorgente d'acqua, l’origine di questo santuario è da far risalire al periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440. Per sfuggire alle violenze alcuni abitanti della zona si nascosero in una “corna busa”, che in dialetto significa cavità naturale, portando con sé la statuetta lignea della Madonna che, si racconta, sia stata lì dimenticata. Proprio nel luogo in cui la statua fu ritrovata, a partire dal Cinquecento fu edificato il santuario dedicato al culto della Madonna della Grotta, che in seguito divenne Madonna della Cornabusa. Nel piazzale della grotta si trova un tempietto chiuso da inferriata che custodisce ancora oggi la statua. Il santuario è aperto solo dal lunedì dell’Angelo fino alla termine dell’estate; nei restanti mesi dell’anno diventa difficile raggiungerlo. Ancora oggi punto di riferimento per tutta la comunità della Valle Imagna, necessita di svariati interventi di tutela e restauro di cui si fa portavoce un comitato che riunisce la Parrocchia di Cepino, la Comunità Montana Valle Imagna, l'Infopoint Valle Imagna e la Pro Loco di Sant'Omobono.

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