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10 frasi bergamasche sul carnevale

10 frasi bergamasche sul carnevale
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Dopo il Giovedì Grasso, o meglio, ol Gioedé Grass, comincia lo spensierato periodo di carnevale che, come vedremo, qualcuno prolunga anche oltre il Mercoledì delle Ceneri. Inevitabilmente, anche noi partecipiamo alla festa, con una mescolanza di tradizioni vecchie e nuove, tenendo sempre vivo il nostro indomabile spirito critico. Poi, se esageriamo, avremo 40 giorni per pentircene.

 

1) L'è zamò lé ü mascherù

Non guardiamo di buon occhio tutte le attività che riteniamo riservate solo all'infanzia, come ballare, cantare, mascherarsi. Se una donna non più giovanissima si trucca per il carnevale, ecco che scatta la lingua velenosa che cova in ognuno di noi. [Trad. È già lei un "mascherone"]

 

 

2) Incö l'è sèmper carneàl

I nostri vecchi, quelli che ancora tengono duro, erano abituati a ben altre asprezze. Non stupisce che considerino una festa anche la più mediocre delle esistenze di oggi. [Trad. Al giorno d'oggi è sempre carnevale]

 

 

3) I è töte giopinade

Veramente questa frase, che fa riferimento al Giopì, illustre maschera nostrana, non è tanto riferita ai festeggiamenti carnevaleschi ma a un altro ambito, esteso a tutto l'anno, e che riguarda chi ci governa. [Trad. Sono tutte stupidaggini]

 

 

4) Coss'él ol Darvàder?

Nonni sgomenti di fronte alle richieste dei nipotini non riconoscono le richieste moderne, suggerite dal cinema o della televisione. Per loro Darth Vader potrebbe essere un detersivo, non l'eroe negativo di una saga. [Trad. Cos'è il Darvàder?]

 

 

5) Ghe ölerà du dé a tirà sö i coriàndoi

Frase attribuibile a due categorie: la donna di casa, che vede con terrore l'avvicinarsi di ragazzini armati di stelle filanti e coriandoli, e i netturbini, che affrontano con lo stesso spirito il lavoro straordinario in arrivo. [Trad. Ci vorranno due giorni a tirar su i coriandoli]

 

 

6) 'Ndó a slongà 'l carneàl

Approfittando dalla vicinanza con la metropoli, da sempre ci sono i bergamaschi più goderecci che decidono di approfittare del carnevale ambrosiano. Apprezzando, per una volta, un'usanza dei cugini. [Trad. Vado ad allungare il carnevale]

 

 

7) A l'val öna cansù d'carneàl

Antico modo di dire che la dice lunga sulla nostra posizione a proposito dell'effimero. Viene infatti usata per definire una cosa, o una persona, di poco o nullo valore. [Trad. Vale tanto quanto una canzone di carnevale]

 

 

8) L'öltem de carneàl töcc i cópa l'animàl

Filastrocca nota da tempo, prosegue con l'eloquente: sìel gòss o picinì, s'fà dét salàm o codeghì,sia grande o piccolo, se ne ricavano salami e cotechini. Perché dell'animale per eccellenza non si butta via niente. [Trad. L'ultimo giorno di carnevale, tutti uccidono l'animale]

 

 

9) A n'n'à éscc de carneài

In alternativa a “primavera”, il termine “carnevale” viene anche utilizzato per misurare l'età di una persona, quasi sempre, naturalmente, in termini negativi. [Trad. Ne ha visti di carnevali]

 

 

10) Dümìnica fó i gale

Delizia del palato, e dolce tipicamente bergamasco, le “gale” prendono il loro nome, letteralmente “nastro”, dal fatto che la pasta viene intrecciata prima di cuocerla. [Trad. Domenica faccio le chiacchiere]

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