Da «A gh’è ‘n gir gna ‘l gat» a...

10 frasi orobiche prima delle ferie

10 frasi orobiche prima delle ferie
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La città si spopola, lentamente ma inesorabilmente. Negli uffici e nelle fabbriche si assiste alla progressiva decimazione della forza lavoro e le strade si svuotano giorno dopo giorno, ravvivate solo dalla presenza dei numerosi cantieri. Su tutto imperversa Lucifero, l’anticiclone che rischia di arrostirci. Non è ancora vacanza ma quasi, una sorta di limbo in cui galleggiamo boccheggiando. Ma abbiamo ancora la forza di commentare. Quella, non ci manca mai.

 

1) A gh’è ‘n gir gna ‘l gat

Espressione tra lo stupito e il soddisfatto che capita di scambiarsi di prima mattina, quando al bar non c’è la solita ressa e in alcuni casi si riesce persino a leggere la Gazzetta. [Trad: Non c'è in giro neanche un gatto]

 

2) La statàl la sömèa la Brebemi

Ormai la Brebemi è diventata leggendaria per la scarsezza di traffico. Un termine di paragone adeguato, quindi, con cui confrontare le strade semideserte di questo periodo. [Trad: la statale sembra la Brebemi]

 

3) Tri chilòmetri per ü tabachì

Uno dei lati negativi della fine di luglio è la chiusura di negozi ed esercizi pubblici, che ci costringono a maratone impreviste, particolarmente faticose per le temperature implacabili. [Trad: Tre chilometri per un tabaccaio]

 

4) Gna öna telefunada in vòt ure

Chi è ancora in ufficio si lamenta, paradossalmente, per la mancanza di richieste. C’è da chiedersi se sia per i mancati introiti o per l’istintiva avversione che proviamo per l’inattività. [Trad: Neanche una telefonata in otto ore]

 

5) Fàe mèi a stà a cà

In alcuni casi la nostra calvinistica dedizione al lavoro viene messa a dura prova dalla scarsa attività estiva. Così preferiremmo starcene a casa, dove c’è sempre qualcosa di utile da fare. [Trad: Era meglio se fossi rimasto a casa]

 

6) Me tóca laurà sóta ‘l robatù

I cantieri estivi pullulano invece di lavoratori stretti tra l’incudine dell’asfalto rovente e il martello dell’implacabile Lucifero. Pensiamo a loro, quando ci lamentiamo per qualche grado in più. [Trad: Devo lavorare sotto il sole a picco]

 

7) Mèi caminà a l’ómbra

A prima vista appaiono strani gli itinerari dei pochi superstiti, che camminano senza logica apparente seguendo itinerari cervellotici. Il mistero è risolto quando vi accorgete che procedono rigorosamente nelle zone d’ombra. [Trad: Meglio camminare all'ombra]

 

8) ‘Ndà a Bèrghem l’è ü botép

Il pendolare delle Valli non può che giubilare, quando il tempo di percorrenza per raggiungere il posto di lavoro si misura in minuti e non in ore. Peccato che durerà solo fino all’inizio delle scuole. [Trad: Raggiungere Bergamo è una soddisfazione]

 

9) Só zamò stàcc al mar

Esiste anche la nostalgia prematura di chi ha già speso il bonus vacanze, e si trova a sopportare l’attacco frontale della calura senza nemmeno la speranza di un’evasione. Ma c’è sempre la frescura dei nostri monti. [Trad: Sono già stato al mare]

 

10) Te tróet ‘nfina de parchegià

 

Quello che in tempi normali è un miraggio, si rivela un gioco da ragazzi. Persino il marito recalcitrante accompagna la moglie in centro senza chiamare a raccolta tutti i santi del calendario. [Trad: Si trova perfino il parcheggio]

 

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