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9 luoghi nei dintorni della Carrara Con le Voci dal Borgo a raccontarli

9 luoghi nei dintorni della Carrara Con le Voci dal Borgo a raccontarli
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Sono spuntati come funghetti rossi, ma privi di cappello, i nove totem Voci dal Borgo distribuiti tra Borgo Pignolo e Borgo Santa Caterina, che hanno il fine di raccontare storie e aspetti di edifici disposti a corolla intorno all’Accademia Carrara. Un percorso che si snoda e allo stesso tempo raccorda le vie Noca, Pignolo, San Giovanni, San Tomaso, Santa Caterina, ma il cui perno è sempre e solo lei, la Carrara, cerniera dei due borghi storici. Ben visibili, bilingue (IT-EN) e dotati di qrcode che, se inquadrati con il proprio smartphone, avviano un commento verbale (che qui vi riproponiamo), dedicato a diverse riflessioni anche etiche su questioni che toccano tutti gli aspetti d’interesse comune e attualissimi.

 

PiantaDistribuzioneTotem

Clicca sull'immagine per accedere alla mappa interattiva.

 

Forma della città
PORTA DI SANT’AGOSTINO

Sant'Agostino

Prende il nome dal vicino ex complesso conventuale, oggi sede universitaria, e rappresenta da sempre il principale acceso alla Città Alta. Si apre nella parte est delle mura ed è collocata tra la tenaglia di S. Agostino e il baluardo Belfante. Costituisce ancora oggi il maggior punto d’accesso carrale e pedonale al borgo storico. È stata costruita nel 1575, insieme alla retrostante fontana a tre nicchie, con un ponte levatoio in legno, sostituito da uno in muratura posato stabilmente nel 1781. Per pianta, forma, dimensioni e vani è simile a quelle di S. Alessandro e di S. Giacomo, ma da quest’ultima si diversifica per il materiale utilizzato che è la pietra arenaria. Presenta una facciata spartita in tre fasce verticali, ognuna dotata di un ingresso, un frontone centrale raccordato ai pinnacoli laterali e base per la formella contenente l’emblema del leone di S. Marco (copia del 1959105), tetto a padiglione con vano nel sottotetto per il corpo di guardia. L’edificio è parte del piano di fortificazioni promosso dalla Repubblica di Venezia tra il 1561 e il 1590: un intervento decisivo per la storia urbanistica cittadina, che ha contribuito a formare l’immagine attuale di Bergamo.

 

 

Memoria
EX COLLEGIO BARONI

Collegio Baroni

Fondato nel 1893 da Angelo Baroni, professore di francese e originario di Clusone di cui prese il nome, diventò in breve tempo uno dei convitti per studenti più importanti e rinomati di Bergamo. Nel 1943 venne trasformato dai nazisti in carcere del Tribunale militare tedesco e vi vennero incarcerati gli uomini e le donne della Resistenza bergamasca, interrogati e torturati fino al 1945. Tra gli ospiti illustri risulta anche Betti Ambiveri di Seriate. Per questo motivo, l’Associazione Perseguitati Politici Antifascisti ha sostenuto la realizzazione e il posizionamento di una lapide sulla facciata, a destra del portale d’ingresso. Da qualche anno è una delle sedi universitarie di Bergamo.

 

 

Beni comuni. L’Acqua
FONTANA DEL DELFINO

43_Fontana del Delfino

Si trova sul crocicchio delle vie Pignolo/Pelabrocco/Masone/Tomaso e dalla metà del Cinquecento è il simbolo del borgo e oggi il limite massimo oltre cui non è possibile avanzare, causa ZTL, alla via storica. L’acqua è dai tempi dei tempi il primo bene comune e la nostra città lo sa bene, dato che su questa certezza ha impostato le sue fondamenta e visto transitare genti ed etnie diverse. La fontana veniva alimentata dall’acquedotto di Prato Baglioni, in Colle Aperto, e riforniva i palazzi e le dimore nobili del borgo. Al centro della vasca, sopra una base ornata da mascheroni e dalla pigna, simbolo del Borgo Pignolo, si erge un gruppo scultoreo raffigurante un Tritone che cavalca un delfino, stretto tramite le sue possenti braccia.

 

 

Riuso edilizio
ORATORIO DI SAN LUPO

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Fu Ferdinando Caccia - studioso di latino, matematica, scienza delle fortificazioni e architetto - a edificare l’oratorio entro il 1734 per conto della Congregazione dei Nobili di Pignolo, quale luogo destinato alla preghiera e al culto. Successivamente divenne il cimitero e l’ossario della vicina chiesa parrocchiale di Sant’Alessandro in Croce, ma di quella destinazione macabra poco resta. Il restauro dell’edificio, conclusosi nel 2006 a cura della Diocesi di Bergamo, ne ha permesso l’utilizzo per progetti espositivi di arte contemporanea curati dalla Fondazione Adriano Bernareggi.

 

 

Museo
ACCADEMIA CARRARA E GAMeC

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L’Accademia Carrara è stata istituita dal conte Giacomo Carrara nel 1796 e si è arricchita grazie ai generosi lasciti di numerosi collezionisti, diventando un grande museo d’arte antica. Dirimpetto vi è la sua naturale prosecuzione, in termini di collezioni e di continuità cronologica, la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea (GAMeC) inaugurata nel 1991 e caratterizzata da una continua attività espositiva. Belle le definizioni di MUSEO che il totem rosso ci narra. Ne scegliamo alcune: «MUSEO è un luogo che diventa un’istituzione centrale della società moderna con la finalità di formare artisti, scienziati, tecnici, di affiancare la scuola nell’educazione dei cittadini, di offrire uno spazio, pubblico e aperto a tutti, di piacere e ispirazione». «MUSEO è una parola sola utilizzata per designare una molteplicità di luoghi, dall’aspetto e dalle dimensioni più varie, in cui sono ospitate e protette, conservate e documentate, esposte e comunicate le più diverse testimonianze dell’uomo e della natura, spaziando attraverso tutte le discipline del sapere: dalle arti alla storia, dalle scienze alle tecniche, dall’archeologia all’antropologia. Una parola che prende senso solo se accompagnata da una specificazione che ne evidenzia la particolare vocazione e natura». «MUSEO è uno spazio di comunicazione il cui compito primario è rendere accessibili i beni che custodisce: direttamente, attraverso la visita, e indirettamente, consultando i suoi cataloghi e le sue pubblicazioni o il suo sito».

 

Verde pubblico
PARCO SUARDI

Parco Suardi

È il polmone verde posto ai piedi di Città Alta, ceduto nel luglio 1949 da Guido Suardi al Comune di Bergamo, per interessamento dell’allora sindaco Ferruccio Galmozzi. L’edificio era stato acquistato dalla famiglia dei conti Albani, proprietari già nel Cinquecento. È un’oasi di riposo e di pace dalla frenetica vita urbana e anche meta prediletta in città dei bimbi che per le sue dimensioni permette loro di correre e giocare protetti da cancelli e dall’occhio vigile delle madri. In passato, invece, rappresentava il passeggio prediletto dalle nobildonne “relegate” in prigioni dorate, quali erano i grandi palazzi dell’élite cittadina, aperte alla popolazione solo in occasione di feste ed eventi particolarmente importanti.

 

Mecenatismo
PALAZZO CARRARA

Palazzo Furietti Carrara

Il palazzo fu acquistato nel 1690 dai precedenti proprietari, i Furietti, dalla famiglia dei conti Carrara, che ne promosse la campagna di sistemazione e di decorazione degli interni, fino a completare il giardino retrostante. In questo edificio nacque e abitò per tutta la sua vita il conte Giacomo Carrara (1714-1796), erudito e collezionista d’arte, fondatore della prestigiosa Accademia Carrara, a cui lasciò il suo intero patrimonio, non avendo avuto eredi. Il suo programma, indice anche delle sue ambizioni, puntava a rintracciare e a conoscere nuovi artisti, al fine di far emergere nuovi talenti, scelti anche tra le famiglie meno fortunate a cui prestava aiuti.

 

 

Stile
CHIESA DI SANTO SPIRITO

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Il complesso monastico dei Padri Celestini, passato a metà del Quattrocento ai Canonici Regolari Lateranensi, risale al secondo decennio del Trecento, mentre la chiesa viene consacrata già nel 1311, grazie all’intervento del Cardinale Longo degli Alessandri. È documentato anche un piccolo ospedale, poi annesso nel 1458 a quello Grande di S. Marco. L’interno è un gioiello dell’architettura rinascimentale a Bergamo e custodisce importanti dipinti di primo Cinquecento, tra cui tele di Ambrogio da Fossano detto Bergognone, di Andrea Previtali e di Lorenzo Lotto. Il sito ha subito trasformazioni nel corso del Cinquecento e del Settecento, tra cui l’edificazione di un secondo chiostro realizzato prima del 1720, fino a che i chierici vennero allontanati per le soppressioni napoleoniche di fine secolo. Il convento fu destinato all’orfanatrofio dei poveri di S. Martino, mentre la chiesa, rimasta immune all’abolizione, è regolarmente officiata e fa capo al borgo S. Antonio. Alla coerenza stilistica dell’interno dell’edificio si contrappone l’esterno, mai portato a termine.

 

Devozione
SANTUARIO DELL'ADDOLORATA

Il Santuario dell'Addolorata fu costruito nel 1602, in seguito all’apparizione di una stella con tre raggi che ristabilì l’affresco della Pietà, dipinto da Giacomo Anselmi. La chiesa è dotata di un ampio sagrato e fu ampliata alla fine dell’Ottocento, ma inaugurata solo nel 1903. Vi si custodisce una preziosa raccolta di ex voto, che costituisce la testimonianza della devozione per questo luogo di fede.

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