Dal 13 al 20 marzo

Anteprima in 10 video degli artisti che suoneranno a Bergamo Jazz

Anteprima in 10 video degli artisti che suoneranno a Bergamo Jazz
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Il Bergamo Jazz quest’anno suona sotto il nome di Dave Douglas, nuovo direttore artistico che mettela sua prima impronta sul cartellone della manifestazione, e propone un inevitabile, bellissimo omaggio a David Bowie, invitando a suonare Mark Guiliana, batterista dell’album Blackstar.

A caratterizzare l’evento concerti, collaborazioni, interazioni sviluppate dal 13 al 20 marzo, che ripeteranno ancora una volta come il jazz sia «una musica che vive e respira». Così ne parla il direttore artistico Dave Douglas che, da autentico appassionato, sottolinea come «un musicista di jazz prende decisioni di fronte a chi lo sta ad ascoltare! E come ascoltatori siamo continuamente sorpresi. In questo senso il jazz è una musica che affascina tutti».

Bergamo jazz dedicherà la sua 38esima edizione alla celebrazione della cultura universale, con un calendario che propone davvero una moltitudine incredibile di idee di jazz. Il fulcro del Festival resta comunque quello delle quattro serate in teatro, tutte molto diverse fra loro.

 

Italia vs Stati Uniti per i concerti del giovedì. Il Teatro Sociale inizia a suonare il 17 marzo con un doppio concerto che omaggia l’Italia e l’America. Primo a esibirsi Franco D’Andrea, storico pianista che ha suonato veramente con tutti, che arriva a Bergamo forte di una stagione creativa che lo vede ancora attivissimo.

Subito dopo è il turno di un nome nuovo della scena jazzistica d’oltreoceano, il trombonista Ryan Keberle, capace di collaborare con grandi nomi del jazz e altrettante star della musica pop - Maria Schneider, Wynton Marsalis, David Bowie, Justin Timberlake, Alicia Keys e Sufjan Stevens, per citarne alcune.

Il classico del venerdì. Il 18 marzo è la prima delle tre serate al Teatro Donizetti, da sempre stracolmo durante le serate del Festival. E venerdì sarà anche una delle notti in cui gli amanti del jazz più tradizionale troveranno le loro soddisfazioni e un’irrefrenabile voglia di ballare. Inizia la serata la pianista Geri Allen, che propone un viaggio nel mondo della black music e dell’etichetta Motown. Dal magico cilindro della storica casa di produzione di Detroit usciranno, tra gli altri, Marvin Gaye, Stevie Wonder, Michael Jackson e Aretha Franklin.

A seguire il Classic Quartet del sassofonista Joe Lovano, farà trascinare il pubblico fin dentro la vera e cruda storia del jazz.

Le atmosfere sognanti del sabato. Le sonorità sudamericane prenderanno il loro spazio durante la notte del 19 marzo, quando a salire sul palco del Bergamo Jazz sarà un’altra presenza femminile fortemente voluta da Dave Douglas, la clarinettista Anat Cohen. La Cohen, di origine israeliana, ha dedicato alla musica brasiliana il suo ultimo album Luminosa, grazie al quale il suo incredibile talento ha ricevuto premi e riconoscimenti.

Più tardi sarà il turno di Kenny Barron, autentico fuoriclasse della tastiera, che farà vibrare quegli 88 tasti come poche volte vi è capitato di sentire.

Il ritmo energetico della domenica. Il 20 marzo sarà la serata dei batteristi. Da una parte l’americano Billy Martin si proporrà a capo dei suoi Wicked Knee, vera e propria all stars band che si muove su ritmi ragtime funk, con un elevato tasso energetico. Energia che sarà alimentata anche dal Louis Moholo-Moholo e dei suoi 5 Blokes, che concluderanno il BJ2016. La serata finale, insomma, riporta il jazz ai ritmi frenetici della tradizione sudafricana e si propone scatenata.

Dalla Norvegia a Bowie per l’Auditorium. Se il programma delle serate in teatro vi sembra particolarmente succulento, non pensate che all’Auditorium di Piazza della Libertà vada in scena qualcosa di meno. Sabato 19 e domenica 20 (in entrambi i casi alle 17) suoneranno gli scandinavi Atomic, formazione tra le più avvincenti del momento, e il Jazz Quartet del batterista Mark Guiliana, colui che non solo ha collaborato all’ultimo album di David Bowie, ma vanta concerti fatti gomito a gomito con Brad Meldhau e lo stesso Dave Douglas.

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