Dalla storia allo scenario attuale

Cosa resta del tessile bergamasco Perché la grande storia non è finita

Cosa resta del tessile bergamasco Perché la grande storia non è finita
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[Foto: Museo del Tessile Martinelli Ginetto]

 

È una regola che si può applicare a tanti, forse tutti gli ambiti: quando c'è un passato glorioso alle spalle, l'oggi sembra sempre un po' meno bello, un po' meno felice. Il tessile bergamasco non sfugge a questo principio; per questo bisogna subito affermare con decisione che la grande storia del settore che tanto ha significato per la nostra terra non è affatto finita. Ha visto anni difficili, questo sì, ma è giunto il momento di rialzare la testa e sperare realisticamente in un futuro positivo.

Un passato glorioso testimoniato anche dall'arte. Non c'è bisogno di argomentare a lungo quando si parla della storia del tessile bergamasco dei secoli passati. Qualità elevatissima e la floridezza del mercato erano suggellati addirittura dalle opere dall'arte. Palma il Vecchio, vissuto a cavallo tra il Quattrocento e il Cinquecento, ha dato spazio nei suoi dipinti anche ai tessuti bergamaschi: «La sua pittura sembra esaltare l'opulenza di metri e metri di sete lucenti, di bissi di lini del più candido bianco, di veli trasparenti su damaschi dagli esotici disegni, di panni di lana che, nei verdi intensi, nei gialli carichi, nei legnosi marroni raccontano la perizia degli artigiani che li hanno prodotti» (dal volumetto A regola d'arte, Confindustria Bergamo Gruppo tessili e moda).

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Dalle valli a Venezia, all'Europa. La storia del tessile bergamasco è quella di un artigianato florido nonostante alcune difficoltà economiche: all'inizio del XVII secolo il Provveditore Generale Antonio Lando parlava del Bergamasco come territorio «fecondo per le generazioni degli uomini, ma sterile delle cose necessarie per nutrirli e trattenerli», riferendosi alle valli dove il cibo non abbondava. Questo spinse diversi tessitori a cercare fortune altrove; Venezia rappresentava l'approdo ideale per mettere in vetrina tessuti pregiati e sviluppare reti commerciali, ma anche aprire nuove botteghe. In quel coacervo di culture e traffici i bergamaschi si imposero in molti settori: nella seta, nella lana, nella posta. A Venezia bergamaschi divennero egemoni nell'arte della seta, così come nella tessitura dei panni: entrare nella Serenissima (1428) consentì di estendere i rapporti fino al sud Italia, in Abruzzo e in Calabria. Mediante la fiera di Sant'Alessandro, di rilevanza europea, i bergamaschi tessevano relazioni che si estendevano oltre i confini alpini, in Europa. Gli artigiani nostrani partirono allora alla volta del Cantone di Zurigo, di quello dei Grigioni, della Francia, per impiantare aziende e commerci in ambienti favorevoli.

Lo scenario attuale. Ovunque in provincia nacquero fabbriche e tessiture. Che funzionarono fino agli ultimi decenni del secolo scorso quando le produzioni cominciarono a sparire. All'inizio del Duemila, con l'arrivo della globalizzazione, la situazione si fece ancora più critica e si cominciò a parlare della "fine del tessile" nel nostro territorio. La cessazione dell'Accordo Multifibre (vigente dal 1974 al 2005), azzerò i dazi doganali del settore e prodotti di base a costi dimezzati invasero il nostro Paese, creando una concorrenza spietata. Altri paesi, come la Germania, arrivarono preparati a questo evento traumatico, le aziende e la politica italiane, invece, sottovalutarono il problema e per loro il contraccolpo fu assai più forte.

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A peggiorare le cose arrivò poi la crisi, che mise in ginocchio decine di aziende bergamasche del settore. E oggi? Sicuramente la situazione non è paragonabile a quella dei tempi della Repubblica di Venezia, ma in Bergamasca la grande storia non è finita perché le filiere sono state mantenute intatte, diminuite certo come dimensioni. Alcune grandi aziende, come Manifattura Valle Brembana e Honegger, non hanno resistito al cambiamento e alla scala mondiale della sfida. Ma quelli che sono rimasti sono più forti e strutturati. E per loro c'è una bella novità: la competizione ha infatti cambiato verso: sono i cinesi, gli indiani, i turchi a temere le nostre produzioni, perché i costi si sono abbastanza avvicinati e la distribuzione ha cambiato logiche. Cerca volumi minori in tempi più rapidi e con cambiamenti repentini di stile. Tutte condizioni che Bergamo, molto meglio di altri, può garantire.

Il momento di ripartire. Tra le aziende bergamasche che hanno resistito e superato la crisi, la più importante è il Gruppo Albini. Ma ce ne sono altre di grande forza, dalla Martinelli Ginetto, leader nel settore casa, alla Carvico. La Perofil, che fa intimo, dopo anni difficili ha ripreso a crescere. Come hanno fatto tutte queste aziende a superare la notte? Puntando alla fascia alta del mercato, arricchendolo con molti servizi e portando il prodotto in tutto il mondo, tenendo inoltre la filiera completa sotto il loro controllo. È stato e sarà ancora necessario superare la dimensione familiare, puntando a un management basato su formazione di alto livello. Ma molte aziende di nicchia, ampliando il loro mercato al mondo hanno potuto sopravvivere e rilanciarsi.

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L'elenco di tutte le aziende. Un modo per comprendere la situazione attuale del tessile bergamasco è scorrere l'elenco delle aziende ancora attive. Certo, alcune avranno subito un ridimensionamento, ma si tratta comunque di un bel numero di attività, per di più temprate dagli ultimi, difficilissimi anni.

Back Label (Bergamo), Bongiorno Antinfortunistica (Curno), Bottonificio Fenili (Mozzo), C.F.T. Pietro Masserini (Gazzaniga), Caberg (Azzano San Paolo), Calzificio M. Bresciani (Spirano), Camiceria E. Maffeis (Bergamo), Carvico (Carvico), Co. & Co. (Gandino), Cogal (Albino), Color Chart Italia (Bolgare), Confezioni Artigiane di Remigio Villa e F.lli (Carvico), Confezioni Simmy (Romano di Lombardia), Corozite (San Paolo d'Argon), Cotonificio Albini (Albino), Cotonificio Zambaiti (Cene), Crazioni Ethel camiceria da donna (Covo)Cristini Giuseppe S.A. (Fiorano al Serio), DBApparel Italia (Grassobbio), Duelle Industria (Zanica), Dyeberg (Villa d'Almè), Essenza (Cerete), Europizzi (Urgnano), Eurotessile (Cavernago), Fashion & Company (Bagnatica), Felli Color (Martinengo), Fiberweb (Terno d'Isola), Filatura Semonte (Casnigo), Foresti (Gorle), Frana Polifibre (Casnigo), G.B.C. (Cazzano Sant'Andrea), G.L.G. (Bergamo), Gaspari (Chiuduno), Gavazzi Tessuti Tecnici (Calolziocorte), Gritti (Grassobbio), Gruppo Uniesse (Chiuduno), Gusmini S. Lanificio Feltrificio (Cene), I Cotoni di Albini (Albino), Inghirami Produzione Distribuzione (Bergamo), Iber (Monasterolo del Castello),  Iluna Group (Cuggino -Mi-), Indas (Medolago), I.T.B. Industriale Tessile Bergamasca (Cene), I.P.P. (Bagnatica), Isacco (Grumello del Monte), Italgreen (Villa d'Adda), Jersey Lomellina (Carvico), La Rocca (Martinengo), La Sposa (Brescia), Lafitex (Gandino), Lampa (Grumello del Monte), Lartigianabottoni (Bolgare), Lavanderia Tintoria Smr (Martinengo), Linificio e Canapificio Nazionale (Villa d'Almè), M.A.P. (Osio Sotto), M.I.T.I. Manifattura Italiana Tessuti Indemagliabili (Urgnano), Maglificio Creazioni Alice (Azzano San Paolo), Maglificio Dalmine (Dalmine), Manifattura Ariete (Gandino), Manifattura del Seveso (Osio Sotto), Manifattura di Albino (Albino), Mantafil (Mornico al Serio), Martinelli Ginetto (Casnigo), MAS Italia (Castelli Calepio), Mc Donald (Nembro), Metalbuttons (Castelli Calepio), Minoronzoni (Ponte San Pietro), Miva (Brignano Gera d'Adda), MTC Bags Europe (Bergamo), Nastrificio Angelo Bolis (Presezzo), Nastrotex Cufra (Covo), New Marbas (Parre), Nord Ciniglia (Casnigo), Noyfil (Chignolo d'Isola), OK'AM (Bergamo), Orlandi (Bolgare), Parà (Pontirolo Nuovo), Pelletterie 2F (Castelli Calepio), Perofil (Bergamo), Pielleitalia (Grassobbio), R.M.B. (Osio Sotto), Radici Partecipazioni (Gandino), Radici Pietro Industries & Brands (Cazzano Sant'Andrea), Ricamificio Pezzoli (Gazzaniga), Ritorcitura F.lli Rossi (Grumello del Monte), Rossini Trading (Seriate), Rovetta Roberto (Orio al Serio), S.G.C. (Verdello), Santini Maglificio Sportivo (Lallio), Saraflex (Milano), Schlingentex (Ponte Nossa), Scorpion Bay (Albino), Setex Ind. Tessile (Verdello), Silkma (Medolago), Silusi (Sovere), Sinterama (Sandigliano -Bi-), Sipaff (Verdellino), Sitip (Cene), Sposi Idea (San Zeno Naviglio -Bs-), Stamperia di Martinengo (Martinengo), T.R.S. Evolution (Almè), Telene Casa (Verderio Inferiore -Lc-), Tespe (Chiuduno), Tessitura Orobica (Calcio), Tessiture Radici Pietro (Gandino), Tessival (Azzano San Paolo), Tex Zeta (Carvico), Texcene (Cene), Texima (Casnigo), Tienne Commerciale (Bottanuco), Tintex Industria Tintoria Bergamasca (Gorle), Tintoria Trevigliese (Treviglio), Tisca Italia (Lurano), Torcitura Ortelli (Treviolo), Triumph International Rome (Trescore Balneario), Valgandino Confezioni (Gandino), Valtex (Leffe), Viganò Pavitex (Curno).

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