Al Credito Bergamasco

Dante, Ariosto e Tasso in banca Ma anche i pittori fiamminghi

Dante, Ariosto e Tasso in banca Ma anche i pittori fiamminghi
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In banca non si parla solo di numeri. La Fondazione Credito Bergamasco, in Porta Nuova, porta ulteriori prove a sostegno di questa tesi sabato 5 e domenica 6: due giorni nel segno di letteratura, pittura e musica, dalle 10.30 alle 19. Più che una cornice del weekend la mostra Misericordiae Vultus - con capolavori fiamminghi e visite guidate gratuite -: visibili, fino al 17 novembre, due cicli di dipinti di Cornelis de Wael che rispecchiano i temi del Giubileo della Misericordia. Nel programma di sabato citiamo la lettura di brani dell'Orlando Furioso di Lodovico Ariosto a cura degli studenti del Lussana (ore 12), lo spettacolo teatrale basato sull'Orlando Furioso a cura del gruppo artistico Per Antiche Contrade (16.30), il concerto con brani di  Piazzolla, Gershwin, Mendelssohn (18), la lettura della Divina Commedia. Domenica, brani della Gerusalemme liberata (12), rappresentazione del capolavoro di Tasso (16.30), concerto su musiche di Piazzolla, Shostakovich, Vivaldi (18) e ancora Divina Commedia alle 19.

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Misericordiae Vultus. La mostra – nata da un’idea della Fondazione Bergamasco, in collaborazione con la Fondazione Banca Popolare di Lodi e il Banco Popolare e il Museo d’Arte e Cultura Sacra di Romano di Lombardia, per proporre a credenti e non una riflessione tramite l’arte sul Giubileo della Misericordia voluto da Papa Francesco (8 dicembre 2015 - 20 novembre 2016) – comprende, come anticipato in apertura, due cicli di dipinti di Cornelis de Wael che ben rispecchiano i temi del Giubileo della Misericordia: sette dedicati alle Opere di Misericordia corporale e quattro alla Parabola del figliuol prodigo. Cornelis de Wael – pittore, incisore e mercante d’arte, nato ad Anversa nel 1592, ma cittadino genovese a tutti gli effetti – fu una delle figure di punta, con Antoon van Dyck, dell’affiatato gruppo di artisti fiamminghi che soggiornarono a Genova dagli anni Venti del Seicento sulle orme del breve passaggio che Rubens vi fece nel 1608.

L’iniziativa – che ha previsto l’esposizione, nel corso del 2016, delle opere fiamminghe presso il Macs di Romano di Lombardia, al Museo Diocesano d’Arte Sacra di Lodi e ora a Bergamo, a Palazzo Creberg – rientra in un progetto articolato di valorizzazione del consistente e qualificato patrimonio artistico del Banco Popolare che conta più di 10mila opere diffuse su tutto il territorio nazionale.

Grandi Restauri. Sarà possibile ammirare anche le opere di Giovan Paolo Cavagna e di Giovan Battista Moroni restaurate dalla Fondazione Creberg nell’ambito del programma Grandi Restauri e già esposte al pubblico in occasione della mostra dedicata a Tiepolo dello scorso ottobre.

Le due opere di Cavagna – il cui intervento di restauro è stato realizzato da Alberto Sangalli e Minerva Tramonti Maggi – provengono dalla chiesa di San Giuliano di Albino (La Vergine in gloria e i santi Cristoforo, Rocco e Sebastiano) e dal monastero di San Benedetto a Bergamo (Miracolo annuale dell’acqua che sgorga dall’arca dei Santi Fermo e Procolo).

Del Moroni saranno invece esposti la straordinaria Ultima cena proveniente dalla chiesa di S. Maria Assunta e S. Giacomo Maggiore Apostolo di Romano di Lombardia – restaurata da Francesca Ravelli – e il Polittico della chiesa di S. Giorgio di Fiorano al Serio, composto da sei tele raffiguranti S. Giorgio e una principessa, S. Alessandro, S. Defendente, S. Lucia, S. Apollonia e la Madonna col Bambino, restaurato da Andrea Lutti e Sabrina Moschitta.

«Per le opere d’arte – spiega Angelo Piazzoli, curatore del progetto – il restauro è un intervento necessario, spesso vitale. Questo è il motivo principale che da tempo ci induce a sostenere un’articolata campagna di restauri, finalizzata alla salvaguardia di un patrimonio comune che riteniamo di valore identitario, come attestato dai restauri di circa trenta capolavori realizzati direttamente a Palazzo Creberg che, prima della restituzione alle comunità di appartenenza, divengono oggetto di ammirazione, contemplazione e approfondimento dei nostri ospiti, in un percorso virtuoso volto all’educazione al bello e alla conoscenza del nostro rilevante patrimonio storico-artistico. A questi si aggiungono i numerosi interventi di ripristino operati direttamente sul territorio, nelle comunità locali».

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