Siamo sopra Entratico

Prima di andare a cercare la neve facciamoci un giro in Val Cavallina

Prima di andare a cercare la neve facciamoci un giro in Val Cavallina
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In questi giorni le nostre montagne si sono coperte con l’abito più bello, tingendosi di bianco dai 1500 metri di quota e regalando, a chi le guarda dalla pianura, uno spettacolo tanto gelido quanto magnifico. Se non siamo ancora pronti ad affrontare la prima neve, però, possiamo dedicarci a un percorso a bassa quota che promette comunque stupendi panorami sebbene con sforzi ridotti. L’escursione di oggi ci porta in Val Cavallina per un giro ad anello lungo le pendici del monte Sega. Una facile passeggiata tra storia e curiosità.

1 - Chiesa dell'Annunciata a Entratico
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2 - Panorama su Luzzana
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4 - Si continua tra i colori dell'autunno
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5 - La Buca del Corno
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Via all’escursione. Questo percorso, marchiato dal segnavia CAI 616, trova la sua partenza dal borgo di Entratico, paese adagiato sulla riva sinistra del fiume Cherio. Dal parcheggio del cimitero si risale via Leonardo da Vinci e successivamente, in pochi minuti di cammino, si raggiungono via Annunciata e il borgo vecchio del paese, dove si trova l’omonima chiesetta, costruita nel ‘500 e recentemente restaurata. Vale la pena soffermarsi qualche minuto: il santuario presenta notevoli dipinti, tra cui una tela di San Carlo eseguita da Francesco Zucco, un affresco con l'Annunciazione di autore ignoto e numerose opere di Vittorio Manini, tra cui la Natività della Madonna, San Giovanni e lo Sposalizio della Vergine. Dopo la visita proseguiamo, imboccando via Luèt. Si risale la strada cementata per imboccare il sentiero posto a destra, proseguendo in falsopiano attraverso il bosco. Dopo aver superato la fonte, conosciuta come “Canale”, raggiungiamo l’ampio pianoro che ospita Parco Stoppani, adagiato tra i castagni e attrezzato con tavoli e panchine. Poco distante, un’ampia cavità entra nel cuore della montagna.

Il Buco del Corno. Impossibile non notare questa enorme galleria che, apparentemente senza fine, penetra nel fianco del monte Sega. È il Buco del Corno, che con i suoi 385 metri di lunghezza si presenta come una rarità per tutta la regione. Già descritta nel 1875 dall’Abate Stoppani, l’anfratto è una grotta carsica che risale a tempi preistorici. Comprende la Sala della Cascata, del Vortice, della Frana e la Sala dell’Altare, probabilmente antico luogo di sepoltura, ipotesi suffragata dai resti ritrovati negli anni ed esposti al Museo Archeologico di Bergamo. Si tratta di una grotta attiva, percorsa dall’acqua, il cui corso stesso può raggiungere portate notevoli in caso di piogge abbondanti. Le visite gratuite sono organizzate dalla prima domenica di aprile fino all’ultima domenica di settembre, a eccezione delle giornate di pioggia, dalle ore 14.30 alle 17. È comunque possibile vistare la grotta anche su prenotazione per tutto il resto dell’anno. Per informazioni qui.

9 - Lungo il sentiero
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13 - Segnavia
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14 - Bivio per il Santuario
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16 - Panorami sulla Val Cavallina
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17 - Santuario San Giovanni delle formiche
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19 - Nuvole autunnali
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20 - Escursionista
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Tra prati e panorami. Ammirata questa meraviglia possiamo continuare lungo il sentiero, che prosegue a sinistra dell’anfratto. Seguendo le indicazioni risaliamo il prato, costeggiando la recinzione metallica che delimita l’entrata superiore della caverna. Si continua tra i colori dell’autunno, attraverso un bosco ricchissimo di castagni, fino a raggiungere la località Sommi, che regala uno splendido panorama sulle cascine circostanti. Il nostro percorso prosegue costeggiando una proprietà privata, fino a congiungersi la sterrata che conduce al casale “Maifreda di Zandobbio”. Restando fedeli al tracciato continuiamo per uno stretto sentiero tra baite ristrutturate e roccoli da caccia, che progressivamente si allarga fino a congiungersi alla sterrata che risale dal borgo di Foresto Sparso. Il nostro giro ad anello piega a sinistra, ma procedendo a destra, con una variante al percorso di circa mezz’ora, possiamo raggiungere il Santuario di San Giovanni delle Formiche (m.612) panoramico colle da cui si dominano le vallate di Zandobbio, Gandosso, Foresto e del Sebino meridionale. Sulla sommità del colle, che per la forma a cono era anticamente detto Conisio, si trova una chiesa dedicata a San Giovanni Battista, un tempo chiamata San Giovanni in Conisio. Una visita (e una vista) che vale sicuramente la pena.

Ritorno ad anello. Dopo la visita al panoramico santuario dobbiamo far ritorno sui nostri passi fino al bivio precedente citato. Tornati sul segnavia CAI 616, pieghiamo a nord, attraversando una lunga sterrata che tra boschi di castagno e prati porta in direzione del Monte Bronzone e dei Colli di San Fermo. Al termine di quest’ultima, si continua in salita lungo la strada asfaltata che conduce alla località Casino, posta sul crinale che segna il confine tra i comuni di Entratico e di Foresto Sparso. Non resta che percorrere il sentiero che scende alla nostra sinistra e che confluisce sulla sterrata del monte Sega, in prossimità di un bosco. Sono gli ultimi sforzi. Percorrendo la strada verso sinistra si ritornerà in quindici minuti a via Luèt, punto di partenza di questo facile giro ad anello.

21 - Scorci al ritorno
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27 - Panoramica
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Conclusioni. Il periplo del monte Sega è un percorso che si snoda lungo le pendici dello stesso, senza però mai toccarne la cima. Un tracciato che copre, tra andata e ritorno, i 12 km e i 600 metri di dislivello positivo per circa tre ore e mezza di facile cammino. Tutto tra stalle ristrutturate, antiche cascine, roccoli e castagni. Nel paese di Entratico, punto di partenza e d’arrivo della nostro giro ad anello, sono inoltre degni di nota il “Bus del Castel”, borgo medievale con i resti di un piccolo castello, e la chiesa parrocchiale dedicata a San Martino, edificata su una piccola chiesa preesistente, nel XVI secolo. All'interno, l'altare di sinistra è stato progettato dall'architetto Giovanni Francesco Lucchini. L’ultima curiosità è legata al suo nome: secondo alcuni storici deriva dall’antica denominazione “Lantradico”, ovvero “villaggio dell’antro”, ma secondo altre interpretazioni potrebbe derivare da "intraticum", dal latino entrare, in riferimento alla posizione del paese posto all’imbocco della valle.

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