Come Just Eat e Foodora

Flying food, la start up made in Bg per la consegna del cibo a domicilio

Flying food, la start up made in Bg per la consegna del cibo a domicilio
Pubblicato:
Aggiornato:

Matteo Carrara e Stefania Zanotti sono due giovani imprenditori poco più che ventenni. Lei di Orio al Serio, lui del quartiere di Campagnola, hanno lanciato nel mese di marzo Flying food. Matteo spiega: «Sono da sempre appassionato di innovazione e di servizi innovativi. Mi è capitato spesso comprare il cibo da asporto per poi portarlo a casa. È scomodo perché bisogna uscire, aspettare al locale che tutto sia pronto e poi rientrare. Per questo mi è venuta l’idea di Flying food e, con la collaborazione della mia fidanzata Stefania, ho deciso di buttarmi nell’impresa».

 

 

Il servizio è molto semplice: tramite il sito, il cliente ha la possibilità di ordinare pranzo o cena da circa 25 ristoranti selezionati e il cibo viene portato direttamente al cliente. Matteo spiega: «L’obiettivo che ci siamo posti è consegnare il pasto in massimo 30 minuti. A volte i ristoranti impiegano troppo tempo per la preparazione, ma noi ce la mettiamo tutta». Il team conta, oltre ai due ragazzi, due sviluppatori per la gestione del sito e delle sue funzionalità. «Un nostro amico, che si sta laureando in ingegneria informatica, porterà come tesi un drone per le consegne a domicilio e si spera che l’idea possa poi essere utilizzata», racconta il giovane imprenditore. E aggiunge: «Stiamo pensando anche a un’app per smartphone». Chiunque può collaborare con il progetto come corriere: «L’utente può decidere di lavorare con noi per le consegne. Viene pagato per ogni consegna, e all’inizio è stato difficile trovare qualcuno di affidabile. Ora abbiamo circa dieci corrieri».

Flying food si sta diffondendo così nella città di Bergamo. «Abbiamo contattato molti ristoranti - spiega il giovane - e abbiamo riscosso parecchio successo per il servizio che offriamo. Molti ristoratori ci vedono come ragazzi con la voglia di fare e sono disposti a darci una mano». Il numero di ordini è cresciuto nel corso del mese: «Per ora facciamo circa 10 ordini al giorno da lunedì e venerdì, e salgono a circa 40 al giorno nel weekend». Bergamo, sottolinea Matteo, è solo l’inizio: «Non ci accontentiamo e vogliamo crescere. Flying food è scalabile. Potenzialmente potremmo diffondere l’idea anche in altre 150 città».

 

 

L’assistenza, in un servizio di share economy, è fondamentale, soprattutto come garanzia al cliente. Questi giovani offrono pronta assistenza a ristoranti e utenza tramite la pagina Facebook, rispondendo subito alle domande. Matteo sottolinea anche un altro aspetto del servizio: «Per noi è fondamentale la qualità. Selezioniamo solo ristoranti, niente fast food, e offriamo al cliente prima di tutto la garanzia di ciò che mangia». La passione e la volontà guidano questo gruppo di ragazzi: «Per me ormai è un lavoro full-time. Anche Stefania è costantemente impegnata e fa più lavori per supportare il progetto».

La società, una Srls, gode di alcuni sgravi fiscali e burocratici, soprattutto nell’avviamento. Tuttavia la burocrazia, come spiega Matteo, «spesso ci fa perdere tempo. Bisogna porle un’attenzione eccessiva, ma abbiamo trovato un buon avvocato e ora siamo operativi». I ragazzi, da circa un mese, hanno anche ottenuto il patrocinio da parte del comune di Orio al Serio e sono alla ricerca di una sede. «Ora facciamo tutto da casa, ma vorremmo trasferirci in un ufficio fisico, e speriamo di ricevere aiuto dal Comune per avere più possibilità». Riassumendo con le parole di Matteo: «Flying food nasce con la volontà e la voglia di creare qualcosa di utile, senza pensare ai soldi ma concentrandosi sul servizio per i clienti».

Seguici sui nostri canali