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Fracassetti, il macellaio che canta e la vetrina che incanta Città Alta

Fracassetti, il macellaio che canta e la vetrina che incanta Città Alta
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Foto di Sergio Agazzi

 

Luigi Fracassetti da Mornico al Serio commerciava uova e polli quando incontrò a Bergamo - in via Guglielmo d’Alzano - la sua Adele, che aveva un negozio di frutta e verdura. Se ne innamorò, ma per prenderla in moglie dovette esaudire una richiesta molto chiara: «O mi prendi un negozio o non ti sposo!». Fu così che nel 1952, per ben 280 mila lire, Luigi comprò una piccola bottega nel cuore di Città Alta e ne fece una polleria-macelleria. Di lì a poco, nel borgo ne aprirono altre sette. Di queste, oggi, resta solo la Macelleria di Marco Fracassetti, uno dei quattro figli di Luigi e Adele.

 

 

La coppia volle far studiare tutti i figli e insistette affinché tutti si laureassero. Il padre credeva nel valore del lavoro e della cultura ed entrambi volevano che i figli fossero liberi di scegliere la propria strada: studiarono Medicina, Economia e commercio, Matematica e Lingue. Poi Marco decise di continuare l’attività dei genitori. Fin da bambino, come i fratelli, ogni sera alle nove scendeva in negozio per lavorare: si spennavano i polli, si tagliava la carne e tutti sapevano fare tutto. Ma il lavoro veniva sempre dopo lo studio. Come spesso accade, il passaggio generazionale non fu facile e ci fu un momento in cui dovette esplicitare che da lì in poi avrebbe proseguito da solo: «Ho detto alla mamma: o tu o io». Marco poteva contare sulla moglie Nadia, che per seguirlo aveva deciso di lasciare la sua amata professione (dopo tanti anni ancora dice con orgoglio: «Io sono un’infermiera professionale»). Nadia è gentile e schiva, è accanto a Marco da trent’anni, insieme giorno e notte. «Non so se sia stato un bene o un male, ma oggi ci capiamo con uno sguardo», dice a fil di voce. E se lui è un vero commerciante, che accoglie chi entra per acquistare una formaggella e lo saluta dopo avergli venduto un filetto, lei, senza farsi sentire, dice con imbarazzo: «Io proprio sono negata... La carne la regalerei!».

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Marco è esuberante e generoso, un moderno e adulto Garrone da Libro Cuore che, come lui, ama prendersi cura dei più fragili e ha sempre un sorriso e una parola gentile da dispensare. Basta mezz’ora nella sua bottega per rendersi conto di quanto quel luogo sia un po’ la casa dei cittadini: qualcuno passa per lasciare un mazzo di chiavi, iscriversi al Cre della parrocchia, per portare uno spartito o i manifesti del prossimo concerto in piazza. Sanno che Marco è disponibile e accogliente e, mentre le sue mani continuano a lavorare, non scorda di chiedere come va il mal di schiena della signora Maria o di fare i complimenti a una giovanissima donna per il piccolino che tiene tra le braccia. Se per un attimo esce dal negozio è un continuo salutare e fermarsi per qualche battuta o per il breve tempo di una riflessione su Città Alta, i turisti e i residenti: «Tra ieri e oggi sono passati quattrocentocinquanta svizzeri e io sono contento: la nostra città è bella e bisogna farla vedere». Capita anche che, tra il taglio di un primo sale e una fettina di taleggio, qualcuno entri intonando il Nessun dorma e Marco lo segua rapido a gran voce senza tentennare. Il canto è la sua passione: iniziò nel coro di Santa Maria Maggiore con don Pedemonti e oggi fa parte di ben quattro cori, tra cui anche un gruppo gospel. Ma - tiene a sottolineare - da qualche mese ha un nuovo amore: «Ho iniziato a suonare il sassofono».

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La Macelleria Fracassetti, con le sue bellissime vetrine di prodotti locali a chilometro zero, è tuttora un negozio di prossimità con una reale funzione di presidio sociale, di cura delle relazioni di quartiere e che sfida con coraggio i grandi cambiamenti e la crescente presenza della grande distribuzione, dei centri commerciali e degli acquisti online. Marco si reputa fortunato perché ha potuto onorare un motto in cui crede molto: «Fate del bene intanto che siete giovani». Ma aggiunge: «Ai nostri tempi è stato più facile mettere il fieno in cascina».

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