Messico, wurstel, cucina nostrana

Il giro del mondo in cento cucine C’è Mercatanti (e gioca d’anticipo)

Il giro del mondo in cento cucine C’è Mercatanti (e gioca d’anticipo)
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Una strisciolina di pane croccante e salato dalla forma di anello, con le due estremità annodate, che ricorda le braccia di un monaco incrociate a mo’ di preghiera. È il brezel, tra i maggiori protagonisti di Mercatanti: una delle bancarelle dedicate sfoggerà, come da tradizione, un enorme riproduzione gonfiabile che dal Sentierone cambia la prospettiva sulla chiesa di San Bartolomeo. Difesa, come sempre, dall’area riservata alla piadina romagnola. La fiera internazionale degli ambulanti organizzata da Anva Confesercenti quest’anno gioca d’anticipo, però, rispetto al solito: si tiene da giovedì 14 a domenica 17 settembre, e non attorno al 10 ottobre. Il perché è presto detto: a metà ottobre Bergamo ospita il G7 dell’agricoltura. Ubi maior…

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È la 17esima edizione. Roba grossa, Mercatanti, che giunge alla 17esima edizione. Se il tempo tiene, come lo scorso anno, si arriva a un totale di 150 mila persone in 4 giorni. L’anticipo poderoso della data di svolgimento è stato obbligato: non restavano date libere se non dopo il 20 ottobre, ma con l’avvio del cantiere del Donizetti ci si sarebbe dovuti accontentare di un’edizione ridotta. Certo, visto che in teoria le temperature saranno ben più alte del soluto, il cioccolataio belga che non manca mai ha già dato forfait. Anche le caldarroste sono ancora fuori stagione. In compenso ci sarà posto per alcuni espositori da anni in lista d’attesa: Dahlak di Bergamo, ad esempio, con la sua proposta a base di cucina eritrea.

Capitolo sicurezza. Tutte le manifestazioni di questo periodo devono sottostare alle disposizioni in materia di difese antisfondamento, per evitare quanto accaduto recentemente a Barcellona. Verranno posizionati 20 plinti di cemento , per una spesa che sfiora i 4 mila euro.

Le «sicurezze» del gusto. Birra ceca, irlandese e bavarese, strudel austriaco, formaggio dai Pirenei, confetture dalla Normandia, il Gouda olandese dal colore fluorescente, i Coccoretti dal Belgio. Wurstel di ogni dimensione e di varie sfumature, dal bianco speziato al rosso piccante, maialetto al latte, porchette e tanta carne alla brace, tanto che il fumo che si alza a ridosso di piazza Vittorio Veneto ricorda vagamente la nube sopra la distesa di Jemaa el-Fnaa, a Marrakech. Gulaschsuppe e pregiate carni del grill polacco. Affascinante l’offerta da San Pietroburgo: wodka, birra Baltika e naturalmente tanto caviale, tra cui quello nero, in vendita a cento euro al vasetto. C’è anche un’opzione caviale più vodka: bicchierino e tartina, con prezzi variabili a seconda della qualità della materia prima prescelta. Si vuole qualcosa di più mediterraneo? Ecco la paella tradizionale o i prodotti della terra greca. Un tocco di cucina extraeuropea sarà invece quello della cucina centroamericana preparata dalle abili mani dei cuochi di Taqueria Messicana. E poi Copacabana che offre la picanha, codone di manzo cucinato al churrasco, tipico spiedo di Rio de Janeiro e dintorni. Sempre sullo spiedo ci finisce l’ananas. La digestione? A base di caipirinha e mojito, ovviamente. Immancabili le eccellenze italiane con i migliori prodotti regionali da Basilicata, Calabria , Puglia, Sicilia , Toscana, Val d' Aosta. E poi lo gnocco fritto emiliano, cotto al momento e servito con accompagnamento di coppa piacentina e fiocco di culatello.

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