Sapete perché si chiama così?

Gromo, la perla delle Orobie

Gromo, la perla delle Orobie
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[Foto di Mario Rota]

 

Sapete perché Gromo si chiama Gromo? Non pensate a chissà che cosa: il nome deriva semplicemente da grumo, un grumo di case. Niente di che. Ma a questo “niente”, abbarbicato in Alta Valseriana su un imponente sperone di roccia, anche quest’anno è stata riconfermata la Bandiera arancione del Touring Club Italiano, quella che viene assegnata ai borghi più belli d’Italia. Volete sapere quali sono gli altri? Clusone, Lovere, Volterra, San Gimignano, Vernazza, Cefalù, solo per citarne alcuni. Ebbene sì, Gromo è un autentico gioiello, la perla più preziosa delle Orobie bergamasche. Seguiteci!

 

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Cominciamo col dire che siamo a 40 chilometri da Bergamo e che percorrendo la strada provinciale da sud, da Ardesio in direzione di Valbondione, l’impatto visivo è magnifico: non vi sfuggirà di certo la maestosa imponenza della torre del castello Ginami, che svetta altera da uno sperone roccioso. Dopo avere lasciato l’auto all’ingresso dell’abitato, salendo per una grande scalinata, sembra davvero di essere tornati indietro di secoli. Eppure, anche se si respira antichità, le vie non mancano di freschezza e di fermento, al punto che d’estate il centro sembra quasi una piccola Parigi: movimento, villeggianti, manifestazioni caratterizzano i mesi di luglio e agosto.

Piazza Dante rappresenta il vero cuore pulsante: qui si trovano il castello Ginami del XIII secolo, la chiesa quattrocentesca di San Gregorio e il palazzo comunale della seconda metà del XV secolo. Al centro è visibile una bianca fontana zampillante sormontata da un cigno, emblema del paese. Il simbolo venne conferito dalla Repubblica di Venezia come augurio di rinascita dopo un’alluvione nel 1666). A fare gli onori di casa ci sono il Bar del Centro, il famoso ristorante Posta al Castello (assaggiate le mitiche “delizie del Posta”!), una cartolibreria e infine un caratteristico negozietto di oggettistica dove la giovane proprietaria esegue, anche su ordinazione, monili, bomboniere, soprammobili e decorazioni natalizie, i cui colori vivaci illuminano la vetrina. Non c’è turista, che non ammiri rapito quanto viene esposto...

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Dalla piazza ci si può addentrare nei vicoli (qui tutte le strade sono in salita!) che da questa si inerpicano, dove Il ciottolato è la nota dominante. Per questo itinerario è possibile ammirare anche piccoli e curatissimi giardini. Ci si può davvero perdere tra le ripide e caratteristiche viuzze, le cosiddette “strece”, ricche di graziosi angoli, presi di mira da chiunque sia equipaggiato di buona macchina fotografica... E che dire delle ville Liberty? Ce ne sono tre e vale sicuramente la pena dare loro un’occhiata! Qui intorno le case sono abitate e alcune anziane donne si dedicano ancora al tradizionale bucato fatto al lavatoio.

Scendendo dalla piazza, si arriva alla chiesa parrocchiale, edificata nel XII secolo, il cui interno è impreziosito da un altare ligneo dei Fantoni e da numerosi dipinti dei più famosi artisti bergamaschi. Nell’insieme, l’ambiente favorisce certamente la preghiera e la contemplazione. Anche il porticato esterno con la cappella di San Benedetto non manca di rivelare vestigia di antichi affreschi. Accanto è visitabile una piccola esposizione di arte sacra con arredi e volumi di pregevole fattura, di cui i gromesi sono molto orgogliosi.

Per chi ama camminare, da Gromo si snodano alcuni percorsi tra i boschi, con scorci panoramici unici, che danno la possibilità di godere della natura rigogliosa. Sopra il paese si trovano le piccole frazioni di Boario, a oriente del fiume Serio, e di Ripa, a occidente. Sopra Boario, agli Spiazzi, ci sono buone strutture per il turismo invernale; Ripa invece ha un aspetto ancora piuttosto pastorale con vecchie cascine e alcune baite, per la maggior parte ristrutturate.

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L’anno a Gromo è ricco di manifestazioni: la processione del Venerdì Santo, con i suoi fuochi e le sue musiche e, di tutt’altro genere, “Gromo nel XV secolo”, festa in costume che si svolge a Ferragosto, dove rivivere il medioevo assaggiando i prodotti del posto e ammirando dal vivo arti e costumi storici locali. Dovete sapere che il passato di Gromo è stato veramente glorioso: la Repubblica di Venezia, di cui Gromo faceva parte, gli conferì il gran titolo di “Città”. Una delle sue eccellenze fu la fiorente fabbricazione di armi, con la quale il paese, durante il medioevo, gareggiava addirittura con la spagnola Toledo. Vi erano numerose ed efficientissime fucine lungo il corso del torrente Goglio ma, purtroppo, una terribile piena le distrusse. Gromo in seguito, non riuscì mai più a rimettersi in quell’attività che l’aveva resa tanto famosa. Oggi molte di queste meravigliose armi, come spade e alabarde, si possono ammirare in un museo all’interno del palazzo comunale, insieme ad antiche e preziose pergamene.

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Gli abitanti, fieri della loro storia e delle loro tradizioni, sanno come trattare al meglio il turista; Gromo è infatti località di antica villeggiatura, basti pensare alle numerose famiglie nobiliari, come i Crespi e gli Avogadro, che qui soggiornavano fin dai primi decenni del XX secolo. Una cosa è certa: rinunciare a una visita a questo borgo sarebbe davvero un peccato! Una raccomandazione: prima di lasciare il paese: non mancate di acquistare la tradizionale formagella (con una sola “g”!!) valligiana, genuino e gustoso “souvenir” di queste terre.

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