«Qui ho seminato tanto»

Il bellissimo grazie di Marco Baliani allo «speciale» pubblico di Bergamo

Il bellissimo grazie di Marco Baliani allo «speciale» pubblico di Bergamo
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Uno spettacolo forte, provocatorio, che parla di migrazione e dello smarrimento che porta anche in chi non migra, Human (ma la parola, nell’originale, è sbarrata, a negare quell’umanità data troppo spesso per scontata) di Marco Baliani e Lella Costa, che da martedì 10 a domenica 15 gennaio è stato al Teatro Donizetti per la stagione di prosa. Sei rappresentazioni andate sempre sold out, come si ama dire in questi casi. Più semplicemente, un successo. L'ennesimo di Baliani, regista, autore e interprete di questo spettacolo intenso e in grado di tenere il pubblico attaccato ai seggiolini. E che con Bergamo ha un rapporto speciale. Proprio nella nostra città, infatti, iniziò il percorso teatrale di Baliani all'epoca in cui faceva teatro per ragazzi. Era la seconda metà degli Anni '70 e grazie alla collaborazione con il Pandemonium il futuro regista imparò ad amare Bergamo e il suo pubblico.

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RAVENNA 08/07/2016. RAVENNA FESTIVAL 2016. HUMANMarco Baliani, Lella CostaFoto Fabrizio Zani / Daniele Casadio
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RAVENNA 08/07/2016. RAVENNA FESTIVAL 2016. HUMANMarco Baliani, Lella CostaFoto Fabrizio Zani / Daniele Casadio
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Un percorso a tappe, quello di Baliani, che ha incontrato più volte il capoluogo orobico e il suo teatro principe, come in occasione dello spettacolo Kohlhaas, del 1989, con cui si cimentò per la prima volta nel teatro di narrazione e che trovò proprio a Bergamo un ottimo riscontro di pubblico grazie a Benvenuto Cuminetti, giornalista e consulente artistico del Donizetti che ebbe il coraggio di credere in quell'opera. La cosa più bella, però, è che è stato lo stesso Baliani a voler ricordare questo filo emozionale che lo lega a Bergamo. Lo ha fatto su Facebook proprio nelle ore successive alla fine della sesta e ultima replica di Human al Donizetti, spendendo parole di grande affetto per la nostra città e il suo pubblico, «speciale, consapevole, che sceglie il teatro come luogo ove esercitare scoperte».

 

 

È l’ultima replica di Human al Teatro Donizetti Bergamo. Il teatro si è riempito fino agli spalti superiori per tutte le sei rappresentazioni. E la partecipazione emotiva si percepiva ogni volta con una singolare sensazione di accoglienza. Quello di Bergamo è un pubblico davvero speciale, consapevole, che sceglie il teatro come luogo ove esercitare scoperte, non saprei dirlo in altro modo. Per avere un pubblico così c’è dietro un lungo lavoro di preparazione e programmazione che si dispiega in anni e anni di attenzione e cura. Al di là del successo, quello che sento qui, ma anche negli altri teatri del territorio, penso al teatro di Nembro ad esempio, è di essere a casa.

Fin da quando facevo teatro ragazzi Bergamo è stata una città accogliente, col Pandemonium Teatro, che ancora oggi prosegue con tenacia un lavoro di teatro per le giovani generazioni, che mi invitava a compiere sperimentazioni, le prime narrazioni e poi il compianto Benvenuto Cuminetti che aveva l’intuito e il coraggio di portare Kohlhaas, proprio qui al Donizetti, io su una sedia in questa immenso spazio col teatro stracolmo anche allora, e poi ancora i tanti stages, seminari e workshop da me condotti, insomma a Bergamo mi pare di aver seminato tanto nel tempo e mi immagino che questo pubblico che ci applaude con tanto trasporto sia in parte il raccolto di quelle seminagioni. Magari non è così, ma mi piace pensarlo, mi dà senso e forza per continuare a cercare.

 

 

Parole che hanno riempito di orgoglio anche l'assessore alla Cultura di Palazzo Frizzoni, Nadia Ghisalberti, che condividendo sulla propria pagina social l'intervento di Baliani, ha commentato: «Queste parole sono un grande riconoscimento al Teatro Donizetti, al suo pubblico e al lungo lavoro di tante persone che a Bergamo hanno avuto a cuore il teatro come spazio pubblico, luogo di incontro sui temi che attraversano la contemporaneità, la nostra vita e il nostro senso di comunità. Ed un grande riconoscimento alla attuale direzione artistica di Maria Grazia Panigada. Questo è il teatro che il Comune di Bergamo attraverso le sue pur diverse amministrazioni ha saputo gestire». Altrettanto bello è il ricordo che la stessa Panigada ha voluto condividere sui social: «1992, stage sulla narrazione con Marco Baliani. Benvenuto Cuminetti mi lasciò partecipare perché sapeva che stavo lavorando con dei ragazzi con disagio psicosociale, utilizzando il teatro. In quel lavoro mi aiutava il Pandemonium Teatro.Ho imparato di più in quei giorni che in tanti anni, qui ha radice il mio lavoro nei musei, la passione per il teatro. MI sembra che nelle parole di Marco, si intreccino i fili della mia storia».

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