In via Broseta

La vera rivoluzione della mixology a Bergamo passa dal Barrier bar

La vera rivoluzione della mixology a Bergamo passa dal Barrier bar
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Foto Bergamopost/Luca Della Maddalena

 

Sono due anni che Mauro Colombo, insieme al suo staff, ha aperto le porte del Barrier, uno street bar, come dice lui, in via Broseta. Sono due anni che a Bergamo è iniziata una piccola rivoluzione che porta dritti alla nascita di una tradizione del bere miscelato in città. Una caffetteria semplice, piccola e accogliente, aperta dalle 7 del mattino fino alle 2 di notte, che al momento dell’aperitivo si trasforma in un ritrovo, e laboratorio di gusti ed esperienze.

 

 

Un drink list da urlo. In pedana, dietro il banco, con alle spalle anni di esperienza e una bottiglieria più che notevole c’è il bartender Mauro, propositivo e creativo, che ha il dono di essere un ottimo padrone di casa. Il consiglio è quello di accaparrarvi un posto in prima fila sugli sgabelli e godervi lo spettacolo. La drink list nuova, appena inaugurata, è pensata come un viaggio che tocca diversi gusti, distillati e tecniche, una carta costruita per scoprire e far conoscere nuovi distillati, come Pisco Mezcal, e che si diverte molto con freschezza e acidità. Ci sono le note spezziate e piccanti del Choque (con estratto di pimiento) o cose decisamente più complesse ed estreme come il Teeb: un segnature drink preparato con estratto di barbabietola, mezcal e qualche goccia di aceto balsamico. Ma il cocktail più estivo che berrete è probabilmente l’Acholado, con Pisco, succo di limone, lime ed estratto di mela e basilico.

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Una visione in grande. Questi sono tre consigli, ma come in tutti i posti di cui potete fidarvi, il modo migliore per cominciare la serata e con un classico «Fai tu!». Non è difficile incontrare da queste parti grandi nomi del mondo della mixology già conosciuti, ma anche chef con i quali nascono sinergie e progetti. Non è la prima volta che Mauro mette a disposizione la sua esperienza e la sua visione per organizzare una cena a quattro mani per chi vuole osare, si chiama foodpairing e non è che l’inizio della rivoluzione. Insomma: al Barrier si beve bene ma soprattutto si respira una bella atmosfera.

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