Semplice e rustica

L'Ardesia di Valleve, elegante

L'Ardesia di Valleve, elegante
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Foto di copertina da Val Brembana Web Forum

 

L’utilizzo a livello locale delle ardesie di Valleve come materiale per coperture è antichissimo «e costituisce una delle esemplari espressioni dell’ingegnosità della gente di montagna». Lo stesso Comune di Valleve, più di vent’anni fa, ha obbligato i residenti nel proprio territorio a realizzare i tetti delle abitazioni con la pietra locale escavata sul territorio: una sorta di “protezionismo lapideo” che si è dimostrato lungimirante se si pensa che la pietra ne porta il nome e che lo stesso Comune si è impegnato a fornirla ai propri residenti a un prezzo di favore. D’altro canto, questo vincolo contribuisce a conferire naturalmente all’abitato una propria identità e un aspetto caratteristico, in linea con il territorio della valle di cui fa parte.

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Estrazione. Il Porfiroide Grigio Scuro, noto anche con il nome di Ardesia di Valleve, viene estratto in Alta Val Brembana, alle pendici del Monte Pegherolo, presso la cava Fontanafredda, situata a circa 1.700 metri di quota: attualmente questa cava detiene un primato, dato che risulta essere la cava attiva a cielo aperto più alta d’Europa. Nonostante l’era moderna e il progresso che incalza in tutte le discipline, l’elevata quota di estrazione pone un forte vincolo alla sua coltivazione, limitata ai mesi estivi (da aprile/maggio a settembre/ottobre) e vincolata alle temperature e alle precipitazioni nevose. Le fasi di estrazione, infatti, comportano un lavoro faticoso e duro, dato che i principali siti di affioramento sono collocati sulle scoscese e boscose pendici del versante nord-orientale del monte, da dove le piöde (lastre per coperture) vengono poi inviate al fondovalle con l’ausilio di teleferiche.

Lavorazione. La lavorazione del Porfiroide Grigio Scuro è completamente artigianale e viene tuttora eseguita a mano, secondo una gestualità che è rimasta immutata nel corso dei secoli. I blocchi provenienti dal fronte cava vengono ridimensionati in prismi di misura 40x40x25 cm circa con sega a disco diamantato. Le principali fasi della lavorazione che dal blocco portano al prodotto finito sono:

  1. apertura a mano dei prismi con l’aiuto di un martello e di un cuneo a punta piatta;
  2. incisione delle lastre semilavorate con sagome metalliche per delineare la forma della pioda (a profilo irregolare, a coda di rondine, quadrata, ecc.,) e rifinitura manuale lungo i bordi, esposti una volta posati;
  3. foratura delle lastre per poter inserire i chiodi di ancoraggio in fase di posa;
  4. stoccatura in pallets delle lastre.

 

 

Storia. Le rocce che chiamiamo Porfiroide Grigio Scuro appartengono al gruppo denominato Formazione di Wenge dagli addetti ai lavori. La loro origine risale al Triassico, all’incirca 220-215 milioni di anni fa, quando l’area lombarda era sommersa dal mare Tetide e l’Italia si trovava molto più vicina all’Equatore, con un clima quasi tropicale. L’ambiente marino era caratterizzato dalla deposizione continua di minutissimi cristalli di calcite: «La piattaforma carbonatica lombarda era localmente interrotta da bacini più profondi (fosse o depressioni, dette bacini di intrapiattaforma), dove il ricambio e l’ossigenazione dell’acqua erano molto limitati, dando quindi origine a massicci rocciosi imponenti, come quello del Pegherolo, della cima di Menna, dell’Arera, della Presolana per restare in ambito locale, ma che si riscontrano anche in numerose aree dell’Italia nord-orientale (Grigne, Giudicarie, Dolomiti)».

Caratteristiche e proprietà tecniche. Durante la sua formazione, la scarsa circolazione di ossigeno e la presenza di sostanza organica molto ridotta hanno favorito la colorazione molto scura della roccia (toni caldi del grigio-scuro), che insieme alla spiccata predisposizione allo spacco naturale in lastre di spessore ridotto (clivaggio) la rende particolarmente ricercata. Questa peculiarità dà origine al termine di Ardesia, ovvero una roccia costituita da particelle molto piccole (di dimensioni all’incirca millimetriche) e facilmente frazionabile in lastre dallo spessore abbastanza sottile. Le proprietà tecniche del Porfiroide Grigio Scuro sono testimoniate dal suo impiego in aree di alta montagna, dove le condizioni climatiche sono estremamente rigide: la resistenza alla flessione, al gelo e all’usura indicano la predisposizione all’impiego in esterno, quindi per coperture e pavimentazioni; a tutto ciò si aggiunga la bassa usurabilità e alterabilità che, di contro, presuppongono un’ottima durevolezza e, di conseguenza, una limitata manutenzione, insieme al mantenimento inalterato delle sue caratteristiche nel tempo. La lavorazione artigianale del Porfiroide Grigio Scuro permette di realizzare anche bovindi e gazebo e tanti altri elementi anche strutturali dal carattere ornamentale: testimonianza, questa, della versatilità di impiego di una pietra sempre semplice e rustica, ma oltremodo elegante.

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