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Le 10 bancarelle più gustose dei Mercatanti, che son tornati

Le 10 bancarelle più gustose dei Mercatanti, che son tornati
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Già ieri, giorno d’apertura, si son formate code ai banchi. E sì che era giovedì, e piovigginava pure. Mercatanti è così. Per questo trecento operatori hanno chiesto di partecipare, ma Confesercenti ha dovuto dire molti no. Ne sono rimasti 120. La scrematura viene effettuata anche andando ad assaggiare quanto propongono gli operatori sul campo negli altri mercati europei d’Italia. «Chi sgarra, per comportamenti scorretti a livello igienico e di pulizia, l’anno successivo se ne sta a casa: siamo molto severi in questo senso», assicura Giulio Zambelli, presidente di Promozioni Confesercenti. Mercatanti, fino a domenica sul Sentierone, si smarca da altre iniziative del genere: più varietà e qualità. E il pubblico risponde ogni anno in maniera più che entusiastica. Noi ci siamo fatti un giro e, contando anche sulle tante golosità consumate in anni di onorata ingordigia, ci siamo permessi di dar vita a un piccolo vademecum sulle dieci bancarelle da non perdere. Senza nessuna pretesa di esaustività e incontestabilità, perché di roba buona a Mercatanti ce n’è davvero troppa. Un’annotazione: si fa anche shopping di qualità, sul Sentierone. Oggetti di pregio fatti a mano. Come le ceramiche inglesi, portata da un espositore che in Italia va solo a Firenze, oltre che a Bergamo. Come non citare, poi, i bulbi di tulipano. Ma questa è un’altra storia.

 

Brezen

Di banchetti ce ne sono due. Il più famoso ha un enorme pane ad anello (con le due estremità annodate) gonfiabile sul tetto. L’altro, con insegna azzurra, ha gli addetti che impastano a vista e infornano al momento. Un pezzo viene 4 euro, tre pezzi 10. Tutti squisiti: classico con sale, con sesamo, papavero, zucca e girasole, rosmarino e peperoncino. I più lussuriosi possono provare l’aggiunga di Edamer, o spingersi addirittura fino allo speck.

 

El Rincon

Spagnolo, con delle padelle gargantuesche di paella valenciana. Fanno scena, con i gamberoni che ammiccano sul riso. Un piatto costa 10 euro, che ci può anche stare, perché merita. Caruccia la sangria: 4 euro piccola, 5 euro grande. Ma volete mettere la soddisfazione di poter terminare il pasto spizzicando la frutta annegata nel vino?

 

I Norcini per Strada

Salumi di Norcia, pecorini umbri e laziali (anche di Amatrice), porchetta Igp di Ariccia. La focaccia umbra con porchetta costa 5 euro e il banco ha sempre una decina di piattini stracolmi di assaggi. Le teste di cinghiale fanno un po’ impressione, ma le chicche come il “ciauscolo”, salame morbido marchigiano ottimo da spalmare o per mantecare i risotti, ripagano ampiamente dallo spavento.

 

Pita Gyros

«Il vero sapore greco», c’è scritto nel logo. Uno street food molto amato simile al kebab, ma che viene preparato con carne di maiale. Condito poi con tzatziki, la salsa di yogurt greca, e verdure. Costa 7 euro. Ma c’è molto di più: la moussakà (10 euro), i souvlaki (spiedini, 2 a 7 euro), i dolmades (involtini di fogli di vite, cinque a 7 euro), le frittelle di ceci (sette a 7 euro). Si beve a tema, con bottiglie di vino di Creta a...

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo alle pagine 14 e 15 di BergamoPost cartaceo, in edicola fino a giovedì 18 ottobre. In versione digitale, qui.

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