Alla scoperta di luoghi che non esistono più

Le chiese scomparse di Città Alta

Le chiese scomparse di Città Alta
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Undici, sedici o ventuno? Sono questi i possibili numeri delle antiche vicinie (insieme di persone che abitavano la stessa zona e con proprietà o beni in comune) medioevali ipotizzati dagli storici, anche se i più sono portati a sposare l’ultima ipotesi, considerando la conformazione urbana di Bergamo e l’alto numero di edifici ecclesiastici di origine alto-medioevale che contraddistinguono il nostro centro storico. E nonostante ancora si scorgano a fatica gli edifici vuoti o sconsacrati di San Rocco in via Rocca, di San Michele all’Arco in via Rivola e di Sant’Eufemia in Rocca o si sappia dell’esistenza della chiesa claustrale interna del monastero benedettino di Santa Grata e di quella ormai sconnessa del Carmine, molti sono quelli che giacciono sotto i nostri piedi, sepolti da macerie e sedimi passati. Basti pensare alla nostra Cattedrale o ai resti ben delineati tra la Basilica e il Tempietto di Santa Croce. Quali sono, invece, le chiese scomparse che, passeggiando per il borgo storico, potremmo ancora in qualche modo individuare? Per questa ricognizione ci facciamo supportare da uno strumento che a torto si crede sia dedicato ai soli professionisti, invece può essere di ampia fruizione: il Geoportale del Comune di Bergamo.

 

Basilica di Sant'Alessandro e canonica

Partendo da Colle Aperto, è ormai un classico giungere sul sito della nostra prima basilica paleocristiana, di cui resta solamente una colonna e alcune lapidi, con rilievi planimetrici e di sezione. L’edificio sorgeva all’interno dell’attuale nuovo Seminario, in prossimità del campo da gioco, verso l’ingresso di via Tre Armi.

 

Santi Giovanni Evangelista e Battista

Tornando sui nostri passi e superata la Cittadella, basterà imboccare il viottolo di San Salvatore - non dimenticando di citare una chiesetta dedicata a San Martino di cui si sono perse le tracce -, proseguire per la bretellina di via Sotto le Mura di Santa Grata e affacciarsi su via Arena, dove a destra si erge imponentissima la mole del Seminario, edificato sopra diversi edifici medioevali e rinascimentali, tra cui tre chiese: quelle dedicate ai Santi Giovanni Evangelista e Battista e quella inserita nel piccolo monastero retto dalle donne dimesse.

 

Santa Maria delle Rose e Monastero Madri Francescane

Percorsa via Arena, al termine si erge sul monticello di Rosate il liceo Paolo Sarpi, che cela la chiesa claustrale di Santa Maria delle Rose, di cui resta sfalsata la pianta posta all’interno del palazzo neoclassico e oggi adibita a palestra dell’istituto scolastico.

 

San Giacomo

 

Scesi vorticosamente per via Simone Mayr e attraversato il viale delle Mura, tra Palazzo Brembati e la Porta di San Giacomo, sullo spalto più meridionale della fortificazione, presso il pennone, sorgeva la chiesa dedicata al primo martire tra gli apostoli, di cui le fonti poco o nulla restituiscono e narrano.

 

Santi Stefano e Domenico e Convento Padri Dominecani

Affacciandoci dallo spalto o varcando la porta di San Giacomo, giungeremo al Fortino, che, come ormai è noto, venne parzialmente realizzato a discapito del convento domenicano, sede dell’Inquisizione spagnola a Bergamo, demolito miseramente e senza alcuna pietà.

 

San Cassiano

Risalendo per via San Giacomo, giungiamo allo slargo di Piazza Mercato delle Scarpe, da dove, imboccando via Gaetano Donizetti, raggiungiamo il piazzaletto novecentesco dedicato alle sante loveresi Capitanio e Verzeri: autorimesse e cancellate nascondono quel che resta del campaniletto della chiesa di San Cassiano, che le fonti narrano fosse decorata e arredata in stile rococò veneziano.

 

Sant'Agata e Convento Padri Teatini

Rientrati nel centro storico, lo percorriamo fino alla Corsarola, lato di via Bartolomeo Colleoni, che insinuandosi in vicolo Sant’Agata ci porta in un locale tanto caro ai bergamaschi, prima chiesa e convento poi uffici e penitenziario: l'ex carcere di Sant'Agata. I turisti adorano sentirsi raccontare che il locale interno corrisponde alla vecchia chiesa, divisa tra navata e un accenno di transetto, e il pergolato esterno… al cimitero.

 

San Francesco e Convento Padri Francescani

Pensando a una via alternativa, si discende per via Tassis e si sbuca in via San Lorenzo, dove dal basso verso l’alto, oltre i resti delle mura medioevali e la mensa universitaria, si scorge quel che resta della navata destra della chiesa francescana, oggi in parte musealizzata. L’abside sporge dal promontorio, ma il suo affaccio sulla navata è stato murato.

 

San Lorenzo (vecchio)

 

Infine si approda sullo slargo che porta in Valverde e prima di decidere se percorrere via Fara verso Porta San Lorenzo o verso l’ex Convento di Sant’Agostino, notiamo una colonna che ricorda la prima chiesa dedicata a San Lorenzo, anch’essa abbattuta - come San Giacomo, San Domenico e Stefano e Sant’Alessandro - per la costruzione delle mura veneziane.

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