Le scuole per Bergamo Scienza

L’Istituto Enea Talpino di Nembro e un processo attorno agli Ogm

L’Istituto Enea Talpino di Nembro e un processo attorno agli Ogm
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Due avvocati, numerosi testimoni, un giudice, una giuria e un unico, importante imputato: gli OGM. Per la XII edizione di Bergamo Scienza, gli studenti di Terza Media dell’Istituto comprensivo Enea Talpino si sono trasferiti dalle aule di scuola al palcoscenico del teatro-cinema Modernissimo di Nembro, per ricreare l’atmosfera di un vero e proprio tribunale. Qui, tra obiezioni accolte e respinte, tesi favorevoli e contrarie e un verdetto finale, il dibattito si è fatto spettacolo teatrale, offrendo agli ospiti tutti i volti di una delle tematiche attuali più dibattute di sempre: le ripercussioni etiche, culturali e sociali dell’utilizzo degli Organismi Geneticamente Modificati.

Come è nata l’idea? Un nuovo modo di fare scuola. «L’idea di sfruttare il processo come modalità di fare didattica è stata elaborata dal docente Maurizio Boriani, del Politecnico di Milano», ha spiegato Marcella Assolari, professoressa di Matematica e Scienze e curatrice del progetto Processo agli OGM, «Ma io sono venuta a conoscenza di questa tecnica attraverso Bergamo Scienza, perché nelle vecchie edizioni il Cesvi (Cooperazione e Sviluppo) aveva assunto la stessa dinamica per riprodurre, proprio nella sede del tribunale di Bergamo, il processo al cacao, alla carta, alla carne. Tutto è nato dal mio contatto con Lylen Albani, una delle collaboratrici del Cesvi, grazie a cui ho fatto partecipare a quei dibattiti i miei ragazzi nel ruolo di giuria».

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Da quell’esperienza indiretta, dunque, lo spunto per ricreare un proprio lavoro e per sperimentare una nuova frontiera della didattica: basata sull’approfondimento e sulla capacità di documentazione e di rielaborazione, la dinamica del processo ha aiutato a sviluppare nei ragazzi un senso di curiosità che andasse oltre le nozioni limitate e spesso inattuali dei libri di testo. «Tutto ciò che rappresenta la ricerca scientifica dei nostri giorni non viene menzionato nei manuali scolastici, mentre credo sia importante legare gli argomenti scientifici a uno sviluppo di senso critico che possa riflettersi nella loro vita quotidiana», ha affermato Assolari, «Credo molto nel lanciare questi “sassolini”, e anche se non so in quale misura, sono certa che lasceranno una traccia. Forse non subito ma, probabilmente, quando saranno cittadini del futuro questi approcci li aiuteranno a prendere scelte, chissà, un po’ più consapevoli».

Il lavoro dei ragazzi: tra cooperazione e percorso individuale. Nell’aprile scorso, dalla lettura di due libri incentrati sugli OGM, i 23 allievi dell’Istituto Enea Talpino hanno dunque dato il via ad un lavoro di ricerca, di rielaborazione e, infine, di creatività, che li ha portati a sviscerare tutti gli aspetti del delicato argomento. Partendo dall’aula di informatica, i ragazzi, organizzandosi in coppie studiate per unire personalità in qualche modo complementari, hanno dovuto destreggiarsi nel vasto mondo del Web, selezionando le molteplici informazioni, spesso contradditorie, con cui venivano in contatto.

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«All’inizio erano un po’ persi, perché si trattava di una tematica abbastanza importante, e li ho accompagnati nel riconoscimento dei siti più attendibili da quelli meno attendibili». Dopo una prima fase di raccolta dei vari contenuti, il lavoro si è successivamente tradotto in una relazione scritta di stampo argomentativo, dando al percorso un aspetto multidisciplinare. E, per concludere, negli ultimi giorni di scuola, la squadra ha lavorato alla stesura dei copioni. «Tutte le battute sono state scritte da loro. Io e il docente di Italiano abbiamo revisionato e limato i testi durante l’estate, ma la parte più importante l’hanno svolta loro. I due “avvocati” e il giudice, che non avevano un vero e proprio copione, hanno avuto il compito di dare un senso logico alle varie testimonianze e di collegare tra loro l’esposizione delle varie tesi».

Com’è stato accolto dal pubblico. L’obiettivo del lavoro, secondo la docente, era quello di offrire ai visitatori una panoramica oggettiva di tutti gli aspetti che concorrono a formare il complesso quadro degli OGM. A confermare la buona riuscita del prodotto offerto, oltre alle opinioni dirette, una lettera anonima recapitata all’Istituto: «Abbiamo ricevuto dei ringraziamenti anonimi, in cui ci sono stati fatti dei complimenti per avere trattato l’argomento senza soffermarci sulla semplicistica dicotomia ‘OGM sì, OGM no’».

Ma i meriti, per gli studenti-attori di Nembro e per la professoressa, hanno toccato anche l’ambito dell’inclusività: il lavoro è stato infatti progettato per rendere possibile il coinvolgimento di tutti i ragazzi, compresi i due allievi con bisogni educativi speciali. «Questa è stata la soddisfazione più grande», ha concluso Assolari, «aver coinvolto gli studenti non solo in qualità di allievi, ma anche e soprattutto in qualità di persone, dotati di loro timori, di limiti e di potenzialità».

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