Dalla Basilica alla danza macabra

Non sapete quant'è bella Clusone? Cinque meraviglie da visitare

Non sapete quant'è bella Clusone? Cinque meraviglie da visitare
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«Fortunata terra di Clusone, dove s’aggirano sui monti le Oreadi incontaminate e compagno ad esse il gregge. Dove su di essi qua e là disparsi, vedo giovani e fanciulle in gruppo intente a filare e a cantare con animo semplice e puro: e dolce l’amore chiama a gran voce i cari giovani e le dolci fanciulle, mentre Filomena canta. O patria ben degna, che davvero l’aurea età degli Dei ancora con te sopravvive o con te nasce». Così declamava, osservando Clusone, il nobile Evangelista Fogaccia nel 1554. Un poco più tardi, la contessa Clara Maffei, ispiratrice del movimento risorgimentale a Clusone, scriveva: «Quanto ho ragione d’amare questi monti! M’ispirano pace e coraggio; e nella loro contemplazione, come perdono d’importanza le piccinerie terrene». Sensazioni e sentimenti che ancor oggi si possono assaporare visitando la cittadina dell’Alta Valle Seriana, ricca di storia e di bellezze artistiche notevoli, conservate soprattutto nelle sue chiese e in alcuni palazzi nobiliari del centro storico.

 

 

Un po’ di storia. L’origine di Clusone è antica. I primi insediamenti degli Orobi risalgono al 1300 prima di Cristo. In epoca romana, grazie all’industria del ferro, Clusone divenne importante come centro di riferimento. Dai tempi più remoti e fino al Medioevo fu governata con Statuto proprio, mentre, sotto il dominio di Venezia (alla quale si sottopose spontaneamente nel 1427), il Centro conobbe il periodo del suo massimo splendore artistico, culturale e commerciale.

Clusone attraversò poi tutte le vicende storiche della Lombardia,  mantenendo comunque sempre, fino ai nostri giorni, il ruolo di capitale dell’Alta Valle Seriana, così come il patrimonio di tradizioni culturali e sociali che le valsero, il 12 novembre 1801, il titolo di città, riconfermato nel 1957 dalla Repubblica Italiana. Coronata da alte vette, circondata da campi e boschi rigogliosi così come dalle dolci collinette del Dosso, del Crosio, del Castello, del Camposantovecchio e di Birzen, Clusone deriva il suo nome dalla parola latina clausus (chiuso), probabilmente perché – appunto - chiusa da corona di colline e monti.

Vale veramente la pena visitare la cittadina, che si raggiunge da Bergamo in circa un’ora, percorrendo la strada della Valle Seriana. Vi accompagniamo a conoscere e ammirare alcuni tra i suoi più significativi monumenti, che lasciano, per la loro bellezza, col fiato sospeso. Chi volesse, naturalmente, saperne di più, può sempre far riferimento al bel volume, scritto dallo storico don Nicola Morali, con foto di Tito Terzi, per i tipi della Ferrari Edizioni, titolato Clusone.

 

1) Basilica di Santa Maria Assunta

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Sorge in posizione dominante sull’abitato e il suo lato Sud è dotato di portico con archi che si affacciano su una coreografica scalinata decorata da balaustre e da quattro grandi statue raffiguranti gli Evangelisti. La chiesa venne costruita tra il 1688 e il 1698 su progetto di Giovanni Battista Quadrio, architetto della Fabbrica del Duomo. Il suo interno è costituito da una sola navata, lungo la quale si aprono otto cappelle laterali. L’altare maggiore, disegnato da Andrea Fantoni, fu eseguito dai Corbarelli di Brescia. Di Antonio Cifrondi invece le tele raffiguranti il Giudizio universale, l’Incoronazione della Vergine, Angeli musicanti e Gesù nel Getsemani. Le cappelle laterali raccolgono pregevoli pitture e sculture mentre l’organo  risale al 1960, ed è stato costruito dai fratelli Ruffatti. Una curiosità: la chiesa fu elevata al rango di Basilica da Papa Giovanni XXIII nel 1960.

 

2) Oratorio dei Disciplini

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Costruito nel 1350, sorge di fronte alla Basilica e presenta, in facciata, un notevole affresco, noto oggi in diversi Paesi del mondo per il messaggio che comunica e risalente  al 1484-1485. Viene attribuito a Giacomo De Buschis, detto il Burlone, e alla sua bottega, che ha dipinto  anche La Vita di Gesù all’interno dell’Oratorio. Le pitture, sulla facciata rivolta verso la Basilica sono divise in tre registri: in quello alto si ammira Il trionfo della morte, in quello intermedio una Danza macabra, mentre, su quello inferiore un Giudizio universale, purtroppo parecchio danneggiato. E il messaggio? La morte non guarda in faccia e non fa distinzioni per nessuno. Con la sua falce toglie la vita non solo agli umili, ma anche ai potenti della terra. Da non dimenticare che l’Oratorio conserva anche un pregevole gruppo della Deposizione di scuola fantoniana, eseguito tra il 1742 e il 1751.

 

3) Palazzo Comunale

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Dista una manciata di secondi dalla Basilica. La sua costruzione risale all’XI-XII secolo e costituiva l’ultimo baluardo difensivo del borgo clusonese. L’ingresso principale, con portale settecentesco, si apre su piazza Sant’Andrea, mentre quello secondario su via Brasi. La parte principale del palazzo, quella rivolta a Sud, si affaccia su Piazza Orologio dove si ammirano possenti arcate dell’XI secolo. Su questa facciata, in alto, sono ben visibili affreschi del Quattrocento-Cinquecento. Vi si trova anche la torre che ospita l’orologio planetario di Pietro Fanzago, che, oltre a segnare le ore, riporta, ancor oggi con estrema precisione, i movimenti astrali, della terra, del sole e della luna. Il suo meccanismo  può essere visitato nel corso delle numerose visite guidate che vengono organizzate nel corso dell’anno. Una curiosità: da anni all’orologio viene “data corda”, ogni giorno, dai componenti della famiglia Donadini, orologiai della cittadina.

 

4) Palazzo Fogaccia

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Sontuosa costruzione settecentesca di notevole grandezza, sorge all’interno di un magnifico parco nel settore Est della città. Per volere del conte Vittorio Maria Fogaccia, fu disegnato nel 1692 dall’architetto Giovan Battista Quadrio e realizzato dai capimastri Giovanmaria e Antonio Trizzini di Lugano. Fu abitato soltanto nell’estate del 1709. Mentre l’esterno è piuttosto rustico, l’interno è doviziosamente decorato. Presenta scalone monumentale, salone e galleria d’onore, sale di rappresentanza, appartamento per ospiti di rango, cappella, scuderia. Pregevoli le decorazioni dei vari locali, dove si possono anche ammirare tele del Querena, del Carpinoni e di Bartolomeo Bettera. Il 23 agosto 1910 il Ministero della Pubblica Istruzione  ha dichiarato il palazzo «opera di importante interesse artistico» e lo stesso ha poi fatto, nel 1914, per la casa colonica dei conti Fogaccia, che riporta affreschi del Quattrocento. Oggi il palazzo appartiene alla famiglia dei principi Giovannelli, imparentata con quella di Guglielmo Marconi. Lo si apre di tanto in tanto per ospitare incontri musicali di alto livello.

 

5) Chiesa del Paradiso

Chiesa del Paradiso  Chiesa del Paradiso 2

Risale al Quattrocento ed era parte integrante di un monastero. La sua prima costruzione fu realizzata utilizzando le pietre derivanti dalla distruzione dei fortilizi Ghibellini e Guelfi (Clusone era Guelfa) presenti sul territorio. Nel corso del Cinquecento, l’edificio venne poi ricostruito attorno a un affresco della Pietà, a cui i clusonesi erano molto devoti. Del Cinquecento e Seicento le pitture e gli stucchi all’interno del sacro edificio. Tra gli elementi artistici di maggior rilievo presenti nella chiesa, il novecentesco Altare della Visitazione di Virginio Muzio, gli altari laterali dell’Addolorata, del Crocifisso, di San Giuseppe e della Concezione. Per non parlare poi dei dipinti dei clusonesi Domenico Carpinoni, Antonio Cifrondi, Giovan Battista Brighenti e Giovanni Trussardi Volpi. Le porte della chiesa, inoltre, sono state scolpite nel bronzo dall’artista  bergamasco Nani.

Clusone richiede, naturalmente, più giorni per essere conosciuta. Vi sono altre chiese, altri palazzi da vedere, così come il Museo Arde e Tempo, e quello della basilica. Offre al visitatore lo spettacolo di un grande Carnevale e la possibilità di compiere escursioni ritempranti nei suoi dintorni. Vale quindi la pena di tornarci.

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