In via San Tomaso

Perché l’Ambulatorio Gastronomico ha vinto la sfida dei 4 Ristoranti

Perché l’Ambulatorio Gastronomico ha vinto la sfida dei 4 Ristoranti
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Ha ricevuto un bel po’ di fama questo piacevole locale da quando Alessandro Borghese, nella sua versione bergamasca dello show televisivo 4 Ristoranti, lo ha dichiarato come migliore della città. Gli appassionati però lo conoscevano (e lo amavano) già da tempo, prima che la notorietà via cavo lo portasse sulla bocca di tutti e incuriosisse i cittadini che ancora non avevano provato questa insegna.

 

 

Un bistrot elegante e sincero. Come lasciarsi sfuggire infatti un piccolo bistrot, elegante e sincero, che al primo sguardo rimanda la mente a certi luoghi frequentati nelle grandi città europee. Lo si incontra salendo lungo via San Tomaso, e lo si intravede dalle grandi vetrate che danno sulla strada: scaffali ricolmi di prodotti, qualche bottiglia di vino al muro e il legno dei mobili. Basta questo per immaginare l’atmosfera intima e calda. Di certo non stona, posizionato sulla via dell’Accademia e delle gallerie d’arte di Bergamo, e forse è proprio il posto migliore che poteva trovare. All’interno lo spazio è quello limitato di una singola stanza, con pochissime sedute, reso comunque straordinariamente accogliente dal lavoro di Andrea e Paolo Benigni, che da otto anni ormai portano avanti, il primo in cucina e il secondo in sala, il loro Ambulatorio Gastronomico. Gli interni non smentiscono la prima impressione: pare proprio di essere finiti in certi locali nordici dove in primo piano c’è l’attenzione per i materiali come il legno non lavorato, i toni chiari e i piani metallici. Ma anche gli oggetti recuperati e scelti con cura tra fiere e mercati (stupende le lampade di modernariato) si integrano perfettamente con gli elementi di design, per fare del locale uno dei più affascinanti e più esteticamente schietti della città.

 

 

Come una bottega francese. La passione per la Francia emerge qua e là, in qualche soprammobile, tra le luci parigine, dalla confezione di escargot in bella vista (edizione deluxe) e i caratteristici contenitori di ostriche. Ma il riferimento è esplicito quando si scorrono con lo sguardo gli scaffali che raccolgono la selezione di acciughe del Cantabrico, nelle loro belle e sceniche confezioni di latta illustrate: la marca è tra le migliori e più apprezzate del mondo. Esposte proprio come se si trattasse di una collezione in mostra, rievocano una vecchia bottega d’alimentari, dove la merce sugli scaffali costituiva, in un qualche modo, l’arredo stesso del locale. Se volete, potete scegliete un’etichetta: il delizioso contenuto, sia esso sott’olio o preparato con qualche condimento particolare, vi sarà servito direttamente a tavola.

 

 

La carta e una chicca. La carta del ristorante, essenziale e chiarissima, è costruita sulle scelte nettissime dei due fratelli. Si spacca in due tra i primi di pasta (particolarmente consigliati) e le proposte di secondi piatti, tra i quali spiccano le lumache trifolate. Esiste poi una carta della parte gastronomica che offre la possibilità di portarsi a casa una serie di raffinati prodotti scelti e selezionati, come ostriche, salmone affumicato, caviale e foie gras, ma anche sughi e paste fresche, e addirittura qualche preparazione pronta da rigenerare comodamente, con tanto di consiglio dello chef. Avete presente che comodità è farsi preparare un saporito brodo per tortellini e passatelli?

Ma oltre tutto questo c’è la firma gastronomica dell’Ambulatorio che, mitica e incrollabile, rimane un’offerta a cui molti clienti sono affezionati, le tapas. Il concetto è semplice: una fetta di ottimo pane a lievitazione naturale, profumata e leggermente abbrustolita, condita con un filo d’olio e accompagnata dal miglior companatico: salame bergamasco, cipolle in agrodolce, giardiniera, trippette di baccalà. «Qui non ci sono sferificazioni, né spume, né arie», dice Paolo. Ma è un’informazione quasi superflua, il cliente se ne sarà già accorto varcando la soglia.

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