Quattro ettari

I piccoli frutti di Beatrice Arrigoni Meraviglie bio in Val d'Astino

I piccoli frutti di Beatrice Arrigoni Meraviglie bio in Val d'Astino
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Una volta un beersommelier disse, descrivendo i profumi di una birra, che era chiaro il sentore di uva spina. Quale profumo e quale sapore avesse questo piccolo frutto (ma anche quale aspetto) mi era cosa del tutto ignota finché non ho visitato l’azienda di Beatrice Arrigoni, che dal 2002 coltiva biologicamente piccoli frutti in Val d’Astino. Beatrice ha raccolto con questa attività una sorta di tradizione familiare, anche se tipologia e metodo di coltivazione hanno rappresentato sicuramente una novità (anche per valle del monastero): lamponi, more, ribes, fragole, mirtilli e appunto l’uva spina sia rossa sia bianca.

 

 

L’azienda agricola si estende su circa 4 ettari compreso il nuovo piccolo appezzamento nella radura del bosco dell’Allegrezza a cui si accede lungo un sentiero che parte da Cascina Mulino, davanti al Monastero. Di questa superficie poco meno di 2 ettari sono dedicati specificatamente alla produzione dei piccoli frutti, comprese le antiche serre fredde degli anni Cinquanta oggi recuperate e ristrutturate per la produzione di una varietà di fragole. Parte della terra è dedicata al prato stabile per la raccolta di fieno, una parte al frutteto tradizionale e, da pochissimo, anche ad alcune arnie per la produzione di miele millefiori bio disponibile da settembre.

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Fondamento irrinunciabile è la coltivazione naturale certificata, quindi senza prodotti chimici e concimazione con compost naturale prodotto in loco. In più tutta la manutenzione è manuale, dalla raccolta alla pulizia del terreno. Non solo una tecnica colturale ma una vera filosofia di vita che riflette sul valore dell’atto del coltivare, della sua influenza sull’uomo, sulla comunità e sull’ambiente.

Una parte dei frutti raccolti giornalmente è venduta fresca, a ristoranti, pasticcerie, gelaterie e a privati (su appuntamento). Una parte invece viene trasformata in succhi concentrati e composte di frutta, fra le quali la più buona, dice Beatrice, è forse proprio quella all’uva spina.

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