Anche mobili e argenteria

Regazzoni Tappeti in via Zambonate Dal 1820, ma con un tocco di novità

Regazzoni Tappeti in via Zambonate Dal 1820, ma con un tocco di novità
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«Guardare un tappeto è come guardare un dipinto o leggere un libro: ogni disegno racconta una storia e ogni dettaglio è un messaggio allegorico». A parlare non è un signore dalla barba bianca, ma un ragazzo di 29 anni, che si è appassionato a tal punto alla tradizione di famiglia da farne la sua quotidianità: è Bruno Masnaga, attuale titolare di uno dei negozi più antichi di Bergamo. «Regazzoni Tappeti è stato aperto nel 1820 e in tutti questi anni ha sempre conservato il nome dei primi proprietari», precisa Bruno. Proveniente dalla Val Brembana, nell’Ottocento la famiglia Regazzoni produceva e smerciava tessuti in via Zambonate 64, in pieno centro città, in uno spazio di 500 metri quadrati, equamente divisi tra esposizione (a piano terra) e laboratorio (al piano inferiore). «Piazza Pontida era uno dei principali snodi del commercio di tessuti – continua l'attuale proprietario – e Regazzoni all'apertura contava ben 60 dipendenti tra produttori e venditori».

 

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Gli anni passano e nel 1920 l'intero stabile è acquistato dalla famiglia Musitelli di Bergamo, che lo ristruttura in toto, regalandogli già dal 1932 le attuali fattezze: «A partire dal secolo scorso viene interrotta la produzione di tessuti e la bottega Regazzoni si dedica al commercio vero e proprio di tappeti e di biancheria della casa, dalle coperte fino alle tovaglie – racconta il giovane Masnaga – ma negli anni Settanta l'attività volta ancora pagina, quando è acquisita dalla famiglia Monti che, da progetto iniziale, ipotizza di comprare per affittare». Tullio Monti, però, non ha fatto i conti con gli ultimi tre dipendenti rimasti della storica attività, che fanno di tutto per persuaderlo a cedere loro la gestione del negozio. L'attaccamento per il lavoro da parte di chi ne aveva contribuito a scrivere la storia fino a quel momento fa sì che il negozio conservi il nome, così come i tappeti, i tessuti e i tendaggi restino i protagonisti assoluti del punto vendita. «I Monti sono una famiglia di gioiellieri – spiega Bruno Masnaga – e mia madre è la figlia di Tullio Monti».

Risalito l'albero genealogico, è evidente che nella storia di Regazzoni c'è un salto generazionale compiuto proprio da Bruno: «I miei genitori non si sono mai occupati del negozio, perché hanno sempre fatto tutt'altro in ambiti differenti – spiega – e anche il mio percorso è stato abbastanza tortuoso prima di arrivare qui». Laureato in Lettere e Filosofia alla Statale di Milano, Bruno Masnaga aiuta in negozio quand’è a ancora uno studente e ogni volta che ce n’è bisogno. Accanto a quei commessi impara ad amare i tappeti, a decifrarne le trame, poi legge libri, studia e giorno dopo giorno si ritrova a raccogliere un'occasione di conoscenza offerta inconsapevolmente dal nonno quando lui non era ancora nato.

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Maia
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«Pensa che stavo per aprire un locale – ride il titolare – ma poi mio cugino ha deciso di prendere un'altra strada». Il mancato socio in questione è Carlo Facchetti, 41enne bergamasco, pilota di linea, nonché di droni e fondatore della startup GeoSkyLab: «Vado d'accordissimo con lui e mi sarebbe piaciuto lavorare al suo fianco, ma in fin dei conti sono felice di come siano andate le cose». Dopo un primo momento di spaesamento, infatti, Bruno si è trovato di fronte a un bivio: accettare un lavoro in banca o prendere le redini della storica attività di famiglia? «Non ho avuto dubbi: da due anni, infatti, sono fisso qui».

Se è da tanto che non mettete piede in negozio però, non immaginatelo come un punto vendita soffocato di tappeti e oggettistica per la casa, perché grazie a Bruno, Ragazzoni ha una nuova veste: «Volevo dare un'impronta più fresca al negozio, regalare maggior luminosità e attirare una clientela più giovane». I lavori iniziano il 1 agosto di quest'anno e il 1 settembre Regazzoni tira su la saracinesca mostrandosi completamente rinnovato: «Ho eliminato il legno con cui erano rivestite le pareti e i tappeti esposti in ogni angolo libero: erano belli, sì, ma soffocavano l'ambiente e gli davano un'aria cupa – Masnaga descrive così i lavori fatti – ho aperto due vetrine, che prima erano totalmente chiuse dall'esposizione, conquistando nuova luce».

 

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Il fiore all'occhiello del negozio, oggi, è ancora rappresentato dai 700 tappeti che formano la ricca collezione di quasi due secoli di vita, accompagnata dall'argenteria per la casa, «perché la mia famiglia è formata, da generazioni, da gioiellieri: rispetto ad anni fa, l'argenteria è un po' calata di numero, perché si usa meno di un tempo, ma non scomparirà mai del tutto», puntualizza Bruno. In negozio trovano spazio anche mobili orientali antichi e oggettistica particolare, frutto del fiuto artistico del proprietario, che svolge anche il compito di buyer, e di collaborazioni con designer internazionali che trovano spazio per esporre le loro nuove idee di casa.

«Ristrutturare ha portato i risultati sperati – dice orgoglioso il titolare, sapendo di aver centrato l'obiettivo – l'età media della clientela si è abbassata: non ci sono solo tappeti da 1000 euro (il più piccolo costa 200 euro e il più prezioso può arrivare a una cifra che si aggira intorno ai 30mila euro), ma articoli speciali per tutte le tasche. Poi, forse, al buon esito sperato ha contribuito anche vedere in negozio un ragazzo giovane, in compagnia del suo cane». Per tutto il tempo dell'intervista, Maia resta accucciata accanto a Bruno, ad ascoltare storie di cui è anche lei, in parte, testimone. «Progetti per il futuro? Fare i numeri di vendite che si facevano anche solo dieci anni fa, prima della crisi. Per farlo, però, non dipende solo da me: toccherà aspettare che l'economia si riprenda».

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