La nuova collezione

Tre uomini e il brand Capobianco Il Rinascimento del Bèrghem chic

Tre uomini e il brand Capobianco Il Rinascimento del Bèrghem chic
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lorenzi - ottaviano - ghisalberti

[Marco Lorenzi, Fabrizio Ottaviano e Marco Ghisalberti. Le anime di Capobianco]

 

Parlare con lui è un'odissea. Quando ci si riesce, si capisce il perché. Fabrizio Ottaviano non è solo l'amministratore delegato di Capobianco, ma collabora anche con fondi di private equity, attività che, a dirla tutta, rappresenta il suo primo lavoro. «Sono arrivato a Bergamo vent'anni fa, seguendo le sorti di Cisalfa Sport» inizia a raccontare a piede libero Fabrizio, tradendo un accento romano che non ha mai perso (e che, crediamo e speriamo, non perderà mai). Dopo anni trascorsi nel consiglio di amministrazione di Cisalfa e dopo aver contribuito al consolidamento del marchio sportivo sul territorio orobico, partecipa alla sua acquisizione da parte di un fondo di private equity. Ed è in quel momento esatto che la sua vita cambia. Non tanto perché avrebbe cambiato lavoro di lì a poco, ma perché, per una virata del destino, scopre un mondo di cui non era a conoscenza e che lo porta dritto alla meta del fashion. Solo che lui, all'epoca, ancora non lo sapeva.

 

logo capobianco

 

La scoperta Capobianco. Nel 2009 inizia a collaborare attivamente con vari fondi per acquisizioni e dismissioni di asset. Roba complicata di finanza insomma. Proprio mentre è in corso un'operazione per un committente, si imbatte nel marchio Capobianco. Inaugurato nel 2008 da Marco Lorenzi (oggi come allora alla direzione creativa), il brand sottotitolato "Natural Lifestyle" viene preso per la collottola prima della «non continuità», come dice Ottaviano, giusto per indorare la pillola.

Capobianco, è frutto della Duelle Industria di Zanica, specializzata da 30 anni nella produzione di abbigliamento per alcune firme di moda: un marchio attento all'ambiente e totalmente made in Italy (e soprattutto made in Bèrghem, visto che la produzione non va più in là del territorio bresciano). L'1 dicembre 2014 nasce la società Filologiko, la quale stipula un contratto d'affitto di tre anni con la Duelle, con impegno all'acquisto del ramo d'azienda Capobianco. Nel giro di una manciata di settimane, comincia la ripresa. Se Ottaviano è il socio maggioritario, accanto a lui, a dargli manforte, c'è anche Marco Ghisalberti, titolare del 49 percento del capitale, nonché amministratore delegato del gruppo Rulmeca di Almè, una "piccola" multinazionale di oltre 1.500 dipendenti, attiva nei rulli per la movimentazione merci. Un melting pot di storie e provenienze, unite sotto una buona stella di nome Capobianco.

 

capobianco Lorenzi dir creativo

[Il direttore creativo Marco Lorenzi]

 

Un nuovo inizio. I 20 dipendenti presenti prima della firma d'affitto aziendale vengono confermati, così come gli ordini preesistenti, a cui si aggiungono progetti importanti legati alla rete distributiva: «Attualmente abbiamo solo un punto vendita monomarca, anzi un progetto pilota, ad Ascona, in Svizzera. L'idea è di aprirne presto due a Milano e a Roma» ci racconta Fabrizio prima di elencare gli altri 120 negozi multibrand in cui sono presenti in Italia e i 100 all'estero (in Russia, Svizzera, Germania, Paesi Bassi, Scandinavia). Una volta conquistato il Vecchio Continente, sarà la volta del sogno americano: «Abbiamo appena stretto un accordo con una consulente vendite d'eccezione: Angela Libani, ex Sales Director di Brunello Cucinelli».

In soli 7 mesi, Capobianco volta pagina. «Il 2015 si chiuderà con un fatturato di circa 3 milioni di euro» dichiara Fabrizio, felice dei risultati ottenuti in così poco tempo, non ultima la presenza all'88esima edizione di Pitti Uomo. Tutto merito dell'eccellente qualità delle materie prime, rigorosamente italiane (reperite nel varesotto, in Toscana ed Emilia Romagna) e della lavorazione interna all'azienda (dalla progettazione alla campionatura, passando per la prototipìa), mentre «esternamente demandiamo solo parte dell'assemblamento a 10 laboratori, ma tutti del territorio».

abito comfort fleece
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abito devoree¦Ç daisy jersey
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field jacket nido d'ape
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giacca cardigan jacquard mosaico
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giacca jersey jacquard pois
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optical jacket filo di scozia
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polo bio
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reversible blouson
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reversible gilet
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reversible jacket
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reversible jacket nido d'ape nylon
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giacca 1
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Tra chic e trasgressione. Se si dovesse descrivere Capobianco in tre parole, probabilmente basterebbe dire artigianalità, esperienza e affidabilità dell’intero ciclo produttivo. Nello specifico, la nuova primavera-estate è una collezione pensata per una clientela che ama lo stile casual chic e non rinuncia a un pizzico di trasgressione: prosegue il cammino iniziato con la collezione autunno-inverno 2015/16 per la fantasia delle texture, che in questa stagione si esprimono in maniera ancora più esplicita grazie alla vivacità dei colori, così come prosegue lo sviluppo nella ricerca modellistica, di cui la giacca-cardigan è l'emblema (realizzata in un punto maglia in 100 percento cotone mercerizzato in fantasia e tinta unita). Il jersey resta il protagonista assoluto attorno a cui ruotano tutte le idee stilistiche, dalle giacche jacquard alla maglieria leggera fino al jumpsuit. «Il Pitti ci ha dato grandi soddisfazioni» è l'ultima dichiarazione di Fabrizio prima di salutare. Ma, a quanto pare, il sentimento è stato reciproco...

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