Con la neve

Tris di ciaspolate nelle nostre valli

Tris di ciaspolate nelle nostre valli
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Dimentichiamo il panorama estivo. La bianca coltre di questi giorni tutto copre e tutto cambia. Le nostre montagne ci regalano percorsi bellissimi, in qualsiasi stagione dell’anno. Alcuni, però, con l’arrivo della neve assumono caratteristiche uniche e magiche, presentandosi come “grandi classici” della stagione invernale. Itinerari sempre affascinanti, amati da ciaspolatori, scialpinisti ed escursionisti, che tra boschi di pini e panorami innevati risalgono questi tracciati, ogni volta diversi ma sempre affascinanti. Se non temiamo freddo e fatica, possiamo preparare la dovuta attrezzatura e partire per raggiungere uno di questi luoghi. Il sudore sarà ripagato dalla bellezza delle nostre montagne, dai riverberi del sole sulla neve fresca, da panorami mozzafiato e dalla buona accoglienza tipica dei nostri rifugi. Siete pronti per tutta questa meraviglia? Ecco tre itinerari, uno per ogni valle bergamasca. Scopriamoli.

 

Val Seriana: il rifugio Alpe Corte e il lago Branchino

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La prima escursione ci porta a Valcanale, in alta Val Seriana. Raggiunto l’ampio parcheggio, possiamo incamminarci tra i pini innevati lungo il segnavia CAI 220, che risale l’ampia traccia lasciata dai tanti escursionisti. In costante salita raggiungiamo, dopo circa 45 minuti, il rifugio Alpe Corte. La struttura è aperta tutti i mercoledì e tutti i weekend durante la stagione invernale ed è attrezzata per accogliere persone diversamente abili (per informazioni: 3481479205). Lasciato il tepore del rifugio alle nostre spalle continuiamo lungo il segnavia CAI 218, prima nel bosco, poi tra ampi panorami sulle montagne che coronano la zona. Lungo il percorso ci attendono le “Baite di Neel”, antichi alpeggi ora ristrutturati che, in questa stagione, riposano sotto la neve. Noi continuiamo in un paesaggio da fiaba, passo dopo passo, fino a raggiungere, dopo circa due ore dalla nostra partenza, il rifugio lago Branchino (m.1750), chiuso nella stagione invernale ma, grazie alla sua ampia veranda, ottimo punto di appoggio in caso di maltempo. Sono gli ultimi sforzi. La nostra perla di ghiaccio, posizionata tra il Corno Branchino e la rocciosa Corna Piana, è raggiungibile in pochi minuti. Le sue acque, alimentate dalla neve delle montagne circostanti, riposano coperte da uno spesso strato di ghiaccio in attesa della primavera e dei tanti escursionisti che ne affollano le rive. Un passaggio mozzafiato, che difficilmente riusciremo a dimenticare.

 

Val Brembana: il rifugio Gherardi

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Ci spostiamo in Valtaleggio, sussidiaria della più famosa Val Brembana. Il via per questa facile ciaspolata è il paese di Capo Foppa, dove al culmine dell’abitato troviamo un piccolo parcheggio (raggiungibile neve permettendo). In prossimità di un’antica cascina, ora ristrutturata, imbocchiamo il segnavia CAI 153, che sale con pendenza costante tra i cespugli di rosa selvatica completamente coperti dalla neve. Alle nostre spalle si apre un bellissimo panorama sui monti Cancervo e Venturosa, mentre passo dopo passo appare, davanti a noi, la sagoma seghettata dell’inconfondibile Resegone. Il sentiero ora piega a destra e, con un’ultima salita, ci porterà nella zona dei Piani dell’Alben, bellissima distesa che a 1650 metri ospita il rifugio Gherardi. La struttura è aperta tutti i weekend nella stagione invernale, tranne in caso di forti nevicate (per informazioni: 034547302). Possiamo scegliere di fermarci qui, tra i profumi di polenta, oppure, in base alle condizioni meteo e all’innevamento, continuare e raggiungere le vicine vette che coronano questa zona. In poco più di un’ora di cammino si possono raggiungere i monti Araralta e Baciamorti, o la bella piramide del monte Sodadura. Chi ne raggiunge la cima troverà un panorama mozzafiato, non solo sulle Orobie bergamasche ma anche sulla vicina Valtellina. Queste montagne sono riservate agli escursionisti esperti.

 

Val di Scalve: il rifugio Cimon della Bagozza

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L’ultima escursione ci porta in Val di Scalve, bella e incontaminata durante l’estate così come fiabesca e suggestiva nel rigore dell’inverno. In questo contesto troviamo il rifugio Cimon della Bagozza e l’altopiano dei Campelli, paradiso scalvino per gli amanti delle racchette da neve. Raggiunta la graziosa località Fondì di Schilpario, la strada si interrompe e possiamo parcheggiare in uno dei vari posteggi a pagamento presenti. Pochi metri e la ex strada provinciale diventa completamente innevata, snodandosi tra i pini completamente bianchi e i tetti della baite ricolmi di neve. La traccia prosegue perfettamente battuta, portandoci dopo circa un’ora e mezza di cammino al rifugio Cimon della Bagozza, struttura che prende il nome dalle celebre montagna. Posto a 1580 metri, in una posizione panoramica e baciato dal sole, conta quaranta posti letto e altrettanti coperti (per informazioni sulle aperture: 034656300). Dopo una pausa vale la pena di proseguire, anche solo per un paio di chilometri. Lo spettacolo che si apre agli occhi degli escursionisti lascia senza parole. La traccia continua fino al Passo dei Campelli (m.1890), attraversando l’altopiano omonimo nella sua lunghezza. Lasciando le Orobie alle nostre spalle, ci avviciniamo sempre di più ai panorami della Val Camonica, dove tra tutti spicca il monte Adamello, re incontrastato della zona. Raggiunto il passo, il panorama si apre a 360 gradi, mostrando le valli bergamasche e bresciane con le loro montagne completamente innevate. Uno spettacolo che vale la fatica.

Conclusioni. I rifugi descritti negli itinerari possono essere raggiunti anche da famiglie e bambini, con sforzi ridotti. I più esperti possono poi proseguire, in base alle condizioni meteo e all’innevamento. Si raccomanda sempre massima prudenza, attrezzatura idonea e abbigliamento idoneo alla stagione. È obbligo di ogni escursionista controllare sempre i bollettini meteo e informarsi in maniera adeguata sulle condizioni dei sentieri.

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