Nelle valli orobiche

Tour delle grotte bergamasche

Tour delle grotte bergamasche
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Da maggio e fino alla fine di settembre, ogni domenica, sono aperte al pubblico le Grotte del Sogno di San Pellegrino Terme: se volete passare un pomeriggio alla scoperta degli angusti e umidi cunicoli impreziositi da stalattiti e stalagmiti riscoperti 80 anni fa da Ermenegildo Zanchi, è il tour che fa per voi. L’occasione è buona non solo per apprezzare una piccola meraviglia di casa nostra, ma anche per ripensare alle nostre gite domenicali, perché nella bergamasca di grotte ce ne sono tante, aperte ancora per pochi giorni e una più bella dell’altra.

 

Grotte del Sogno, San Pellegrino

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Proprio le Grotte del Sogno di San Pellegrino, situate tra le località Vetta e Aplecchio, furono scoperte nel 1931 da Ermenegildo Zanchi, chiamato il “nonno degli abissi” e aperte al pubblico già l’anno seguente, guadagnandosi il primato di prime grotte attrezzate in Lombardia. Nonostante il tripudio iniziale, restarono in realtà chiuse per quasi trent’anni fino a quando un gruppo di volontari, nel 2012, ne permise la riapertura. Ora le grotte sono aperte da maggio a settembre tutte le domeniche dalle 14.30 alle 18 con una visita della durata di 30 minuti che prevede un percorso di risalita (per garantire maggior sicurezza) che, dalla parte più bassa passa lungo le zone più strette e anguste. Durante il giro è anche possibile vedere il passaggio che permise a Ermenegildo Zanchi di scoprire le Grotte. Per info: Ufficio Turistico 0345.21020.

 

Grotte delle Meraviglie, Zogno

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Poco lontano si trovano le più note Grotte delle Meraviglie di Zogno il cui complesso si apre entro il bancone calcareo di color grigio chiaro che sovrasta la provinciale per la valle Brembana in prossimità della galleria di Zogno. Anche in questo caso la loro funzione turistica si deve alla tenacia di Ermenegildo Zanchi, che le ha esplorate e rese agibili al pubblico fino alla fine degli anni Sessanta. Nel 1983 sono state riaperte per iniziativa del Gruppo Speleologico Bergamasco Le Nottole, con l’intenzione di utilizzarle soprattutto per fini didattici. Attualmente sono di proprietà del comune di Zogno che ha provveduto al recupero di questo importante bene ambientale consentendone la riapertura al pubblico.

La loro formazione geologica è quella denominata “Calcare di Zù”, ricca di coralli, risalente al Retico Inferiore (uno dei periodi del Triassico). Il complesso ha due accessi, la Büs de la Marta situata in località Ravagnì, che consente la discesa lungo una serie di pozzi verticali, con un dislivello complessivo di 60 metri circa e un ingresso inferiore che offre una comoda via di accesso alle grotte, lungo una galleria artificiale di 73 metri scavata nella roccia. Per quest’anno restano a disposizione della visita le domeniche del 4 e 18 settembre senza bisogno di prenotazione. La temperatura interna si aggira intorno ai 12° per cui raccomandiamo una felpa, per qualsiasi informazione telefonare nelle ore serali al 366-4541598.

 

Le altre grotte della Val Brembana

Sempre in Valle Brembana possiamo citare in verità un grande numero di grotte nate dalla favorevole conformazione calcarea della media e bassa valle che hanno fornito riparo e protezione a gruppi di epoca preistorica. Così per esempio la Buca di Costa Cavallina e di Andrea, sopra Zogno, contiene reperti di sepolture umane e il Bus di tri' fradèi sopra Zorzone, ha permesso il ritrovamento di ben 7 scheletri di Orso delle Caverne. Utilizzata per le esercitazioni di corsi speleologici è la Caerna sopra Spino al Brembo, che si sviluppa in senso obliquo-discendente, mentre un’altra cavità di difficile e pericolosa esplorazione è la Buca del Castello lungo il greto della Valsecca di Roncobello.

Grotta Europa, Bedulita

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Cambiando valle e salendo a Bedulita in Valle Imagna si incontra Europa, una delle più belle grotte delle valli bergamasche. La si raggiunge superando il paese in direzione di Costa Imagna. Questa grotta deve il suo nome a una grande sala ovale creata grazie al lavoro di forzatura di una strettoia, durato una quindicina di notti e culminato nella domenica delle elezioni del Parlamento Europeo del 1986. Dalla cupola al centro di questa sala dal diametro di 40 metri e alta 17, fuoriesce una cascatella perenne la cui acqua si dilegua sulla destra della grotta. La cavità è ricca di concrezioni di ogni tipo: cannule, drappi, colonne, eccentriche e stalagmiti. Sul fondo della sala ci sono inoltre enormi colate alte fino a 5 metri, che scendono dal soffitto fino al pavimento. Purtroppo per la sua posizione e facilità d'ingresso negli ultimi anni la grotta ha subito non pochi atti vandalici: pertanto nel 2009 il comune di Bedulita ha deciso di promulgare un regolamento per l'ingresso al fine di salvaguardare le concrezioni della grotta e difenderle da malintenzionati. Per maggiori informazioni, qui.

 

Le altre grotte della Valle Imagna

La Valle Imagna in realtà è la vera regina delle grotte bergamasche contandone tantissime fra piccole e grandi. Il Gruppo Speleologico locale oltre che dentro Europa permette la visita alla Grotta Val D’Adda di Sant’Omobono Terme, al Büs di Cornei a Ubiale Clanezzo che è una delle più antiche (fu esplorata già a fine 800) e alla Tomba dei Polacchi di Rota d’Imagna che si snoda in orizzontale per ben 4 km e che è facile supporre fosse un luogo di culto preistorico.

 

Buca del Corno, Entratico

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A Entratico si trova la Buca del Corno, nella riserva naturale della Valle del Freddo.  Siamo sulle pendici Settentrionali del monte Sega, a quota 470 metri sul livello del mare, e la grotta ha uno sviluppo complessivo di circa 500 metri, con un dislivello in ascesa di circa 40 metri. Il percorso interno, opportunamente adattato con passerelle e scalette e dotato di un’efficace illuminazione artificiale, può accogliere visitatori di ogni età senza aver bisogno di alcuna attrezzature specifica. La visita guidata organizzata da Sebynica ha una durata minima di un’ora, è molto particolare e approfondita e aiuta a capire bene il mondo degli speleologi.

All’interno si incontrano sale dal nome suggestivo come la Sala della Cascata o il Meandro della doppia Esse, la Sala del vortice o la Sala della frana. Il percorso poi prosegue con un giro ad anello in ambienti superiori, fino a un ingresso superiore, per poi unirsi alla via del ritorno, attraverso sorgenti laterali da cui sgorga il fiume. Nella grotta vivono anfibi, pipistrelli, piccoli animali come molluschi delle acque sorgentizie e aracnidi, nonché insetti, fra i quali un piccolo coleottero perfettamente adattato alla vita cavernicola. La Buca del Corno è circondata da un parco attrezzato di 6mila metri quadri, raggiungibile a piedi lungo il sentiero della “Pendesa” o in auto lungo la stradina asfaltata che collega Entratico a Foresto Sparso.

 

Büs dei Tacoi, Gromo

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Ora che il giro delle grotte vi ha fatto macinare un poco di esperienza in più potete affrontare una delle più impegnative, il Büs dei Tacoi a Gromo. Si tratta di un’enorme galleria che si snoda in direzione sud-est all'interno del Monte Redondo. Il nome della grotta “Büs dei Tacoi” si traduce con "Il buco dei gracchi”, derivando il nome dal gracchio, un grosso uccello montano, che vi nidificava. Chi sia stato esattamente il primo visitatore della grotta è ancora oggi un mistero. La tradizione vuole che, poco dopo il termine della prima guerra mondiale, un certo signor Filisetti di Gromo scese nell'atrio della grotta senza l'aiuto di una corda. Dopo una sommaria esplorazione Filisetti non riuscì più ad uscire e attese i soccorsi. Gli amici dell'improvvisato speleologo erano stati avvisati preventivamente: «Se un giorno non mi vedrete tornare vorrà dire che sarò entrato nella grotta». Per estrarre Filisetti dalla grotta dovettero utilizzare le corde del campanile di Boario e calarle nel pozzo d’ingresso.

Le prime spedizioni scientifiche invece risalgono al 1927 e furono effettuate dal Gruppo Grotte di Bergamo. Nel 1965 Rocco Zambelli ed il Gruppo Speleologico Bergamasco eseguirono il primo rilevamento morfologico dettagliato verificando contemporaneamente le temperature della grotta. I solai e la discesa al Lago Blu invece furono esplorati solo nel 1982 e 1985. Per informazioni e prenotazioni Proloco Gromo Tel. 0346 41345

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