La reazione dei 5 stelle

Un consulente poco limpido? Macché, Zendra assolto a Stezzano

Un consulente poco limpido? Macché, Zendra assolto a Stezzano
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«Non ho mai avuto dubbi sulla sua professionalità e onestà. Sono contenta dell'esito di questo procedimento. Come sempre ci vuole tempo per la Giustizia, l'importante è che giustizia sia fatta». Così il sindaco di Stezzano Elena Poma ha commentato la sentenza con la quale il 22 maggio si è concluso il processo d’appello a carico di Danilo Zendra.

Il funzionario, incaricato dall’amministrazione di Stezzano di svolgere diverse consulenze, tra cui analisi su aspetti di gestione delle risorse economiche, patrimoniali e la preparazione di bandi per vendita di concessioni, negli ultimi anni era finito nel mirino della Giustizia insieme agli amministratori del Comune di Pontevico con l’accusa di truffa e falso. Motivo del contendere era stata l'inchiesta sulla vendita delle scuole del paese bassaiolo. Nel dicembre del 2010 era pervenuta al Comune di Pontevico una proposta irrevocabile finalizzata alle trattative per l'acquisto di alcuni immobili comunali dismessi. Tale proposta fu accompagnata da otto assegni per un totale di 400mila euro a garanzia della serietà delle intenzioni dei proponenti. L’offerta non fu tuttavia accettata dall’amministrazione. Così la somma riportata negli assegni fu restituita, ma soltanto dopo essere stata contabilizzata in un capitolo dell’entrata rilevante per il rispetto del patto di stabilità 2010 che, infatti, per quell’anno fu rispettato.

Il pubblico ministero della fase di primo grado aveva però sostenuto che quella proposta fosse totalmente simulata e che conseguentemente quell’appostazione della somma dei 400mila euro fosse artificiosa. Di qui la contestazione del reato di tentativo di truffa aggravata ai danni dello Stato nei confronti del consulente finanziario Danilo Zendra, del sindaco di Ponte vico Roberto Bozzoni, degli imprenditori che avevano presentato la proposta, della responsabile dell'area finanziaria Tania Talenti e del revisore contabile Cristina Almici. La tesi della condotta fraudolenta era stata poi avallata dal giudice di primo grado che aveva condannato per tentativo di truffa il primo cittadino di...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 33 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 31 maggio. In versione digitale, qui.

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