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Silvia Guarnieri, gioielli a Stezzano con l'arte antica della porcellana

Silvia Guarnieri, gioielli a Stezzano con l'arte antica della porcellana
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Quando i nostri occhi colgono per la prima volta lo spettacolo di una bellezza sconosciuta ci sentiamo pervadere da un’emozione unica e indefinibile. È qualcosa che è valido universalmente e non dobbiamo dunque sorprenderci se un mercante veneziano del tredicesimo secolo, trovatosi d’improvviso catapultato tra le meraviglie della Cina, provò questa medesima sensazione dinanzi a un’arte la cui sublime raffinatezza non conosceva eguali. Quel viaggiatore altri non era che Marco Polo e il resoconto dei suoi viaggi nel regno del Gran Khan trovò immediata risonanza presso i suoi contemporanei, irresistibilmente attratti da un mondo così lontano e diverso rispetto a quello su cui erano abituati a posare lo sguardo. Tra le incredibili meraviglie narrate nel Milione trova spazio anche la descrizione di un materiale che calamitò sin da subito l’attenzione del mercante veneziano: la porcellana. Caratterizzata da una storia molto antica, essa conoscerà una rapida diffusione in Europa, dove le classi più elevate faranno a gara per acquistare ogni sorta di oggetto realizzato con questo materiale.

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I gioielli di Silvia. Rispettare fedelmente questo nobile passato e al contempo intraprendere una via decisamente contemporanea è il proposito di Silvia Guarnieri, che da un paio d’anni a Stezzano ha aperto un laboratorio in cui si dedica alla produzione di gioielli in porcellana. Il nome stesso dell’attività, Silvia Guarnieri Contemporary Jewels, è una chiara dichiarazione d’intenti: «La cottura della porcellana attraverso il calore è un processo di lavorazione molto antico - spiega -. L’elemento contemporaneo viene dato dal design del gioiello, perché è fondamentale che ciò che viene prodotto sia sempre attuale e perfettamente calato nel contesto in cui viviamo». Silvia è un architetto che lavorava come progettista e direttore dei lavori, ma che col tempo ha sviluppato una forte passione per la progettazione di oggetti e ha iniziato a dedicarsi al design, collaborando con diverse aziende e partecipando a dei concorsi.

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All’improvviso, però, ha capito che tutto ciò non le bastava più e che per trovare la piena realizzazione di sé doveva cimentarsi direttamente nella realizzazione di quello che disegnava sulla carta: «Non è stata una vera e propria scelta, per me si è trattato della via più naturale, semplice e diretta. L’arte della modellazione, infatti, è sempre stata una mia grande passione e oggi sono tornata a fare ciò che più mi piaceva da piccola». Un richiamo irresistibile dunque, che l’ha condotta verso la produzione artigianale di monili e preziosi: «Ho scelto di realizzare dei gioielli perché si tratta di oggetti molto piccoli, di cui è facile controllare la forma durante il processo di modellazione».

La nuova collezione. La sua ultima fatica si chiama Juniper, una collezione ricca di modelli e tipologie di gioielli (anelli, orecchini, collane, bracciali e gemelli da polso, disponibili nei colori bianco-oro, bianco-platino, nero-oro e nero-platino). Essa trae ispirazione dalle bacche di ginepro nero, che sulla superficie presentano tre inconfondibili incisioni convergenti. Il richiamo alla natura non è affatto casuale, visto che questo elemento, insieme alla leggerezza e all’eleganza dei gioielli, è uno dei must della sua produzione artistica: «In un mondo come il nostro, in cui siamo sottoposti a un eccesso di immagini, credo sia molto importante tornare all’origine e trarre ispirazione direttamente dalla natura - afferma -. Anche perché sono convinta che l’elemento naturale sia qualcosa di immediatamente riconoscibile: come se nella mente umana vi fosse già impressa la memoria visiva del design della natura».

 

 

Il processo. Per realizzare questi piccoli capolavori si affida a una porcellana liquida, bianca e traslucente, inoltre su alcuni pezzi vengono applicati dei lustri, particolari liquidi che contengono oro o platino. Ne segue un processo molto laborioso e per il suo completamento sono necessari tra i quindici e i venti giorni. Silvia si dice particolarmente orgogliosa di questa lavorazione pienamente artigianale: «Il piacere del fare è ciò che apprezzo di più del mio lavoro, perché quando in passato ero fagocitata nelle logiche della progettazione architettonica avevo abbandonato questa mia natura, che oggi finalmente ho riscoperto». Senza dimenticare un altro aspetto molto importante: il rapporto con il pubblico: «Mi piace molto confrontarmi con i clienti e spesso eseguo per loro dei lavori personalizzati. Il fatto che non si tratta di un processo industriale, ma che si trovano davanti chi realizza materialmente il prodotto, li porta ad essere curiosi e ad interessarsi molto».

Progetti per il futuro. Il 2018 porterà in dote tante novità: una nuova collezione che esordirà a Homi (la fiera internazionale che si svolge a Milano nel periodo di settembre), che sarà influenzata da un profondo studio sulle gradazioni cromatiche: «Per arrivare a una definizione veramente personale del colore». Il mondo della porcellana è ricco di infinite sfaccettature, dinanzi alle quali, proprio come accadde a Marco Polo in Cina, non si finisce mai di restare meravigliati.

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