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Viaggio nella storia di Albegno (quante sassate a quelli di Treviolo!)

Viaggio nella storia di Albegno (quante sassate a quelli di Treviolo!)
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Oggi Albegno è una frazione del comune di Treviolo. Ma la storia non è sempre stata così. Albegno, infatti, è stato un Comune autonomo sino al 1928, quando, per effetto del Regio Decreto numero 2545 del primo novembre, venne accorpato al Comune Treviolo. «Operazioni di questo tipo costituivano la prassi abituale - commenta l’esperto di storia locale Angelo Pesenti, autore del libro Curnasco, Albegno, Treviolo e Roncola. Quattro comunità, un comune: storia e gente, nostra guida in questo viaggio tra la storia di Albegno-. Treviolo all’epoca era il paese più grande e con più abitanti e vi furono aggregati i paesi di Albegno e Curnasco, mentre la Roncola è sempre stata una frazione di Treviolo».

L'autonomia perduta. Ma gli abitanti dei paesi non accolsero certo con soddisfazione questa novità, tanto che immediatamente albegnesi e curnaschesi si misero all’opera per cercare di riconquistare l’autonomia perduta. Era il 1946 quando gli abitanti di Albegno diressero alla neonata Repubblica Italiana un’istanza per riottenere l’autonomia amministrativa: «Ma nonostante i pareri favorevoli dell’Amministrazione Comunale e dell’Amministrazione Provinciale, l’istanza non ebbe esito positivo. Domande e petizioni di questo tipo andarono avanti sino all’inizio degli anni Ottanta con la presidenza di Sandro Pertini, ma tutti i tentativi furono segnati dall’insuccesso».

 

 

La lotta (risolta?) Albegno-Treviolo. Questa unione forzosa, lungi dal caratterizzarsi come una convivenza armoniosa, non ha certo favorito il lieto svilupparsi delle relazioni tra Albegno e Treviolo. A dispetto della vicinanza geografica - come recita infatti il proverbio «Tra Albegn è Treviöl ghè öna gamba dè fasöl» - che ha reso possibile la comunanza dei due paesi in molti aspetti economici, politici e sociali, nella realtà dei fatti le due comunità si sono rivelate irrimediabilmente distanti, marcando in alcuni casi le proprie vicende con degli episodi di esasperato campanilismo: «Fino agli anni Cinquanta del secolo scorso agli angoli delle “Quattro strade” (che segnano il confine tra i due paesi) ci si prendeva a sassate e gli albegnesi erano malvisti a Treviolo e viceversa».

Ma fortunatamente simili episodi appartengono a un passato assai remoto, dopo anni di zuffe e fastidi reciproci, Albegno e Treviolo hanno saputo trovare la necessaria armonia per collaborare insieme alla scrittura di una grande storia condivisa. Certo, ancora ai giorni nostri sopravvive un po’ di sano campanilismo (come del resto in tutta Italia). Ma ciò rappresenta più una fortuna che una minaccia, visto che gli albegnesi hanno una grande storia di cui andare fieri, che nasce e si sviluppa in maniera diversa rispetto a quella di Treviolo.

 

 

L'origine e il nome. «Avvalendosi di studi recenti, pur senza una certezza documentaria, si può dire che Albegno ha un’origine romana. Successivamente si ha notizia di insediamenti umani anche in epoca longobarda, testimoniati dal ritrovamento di alcuni reperti archeologici risalenti a questo periodo». Il nome della località appare invece per la prima volta a partire dall’anno 871 dopo Cristo, mutando varie volte denominazione, sino ad assumere l’attuale nome di «Albegno» a partire dal Cinquecento. «Per quanto riguarda l’etimologia alcuni studiosi ritengono che derivi dal latino albines, cioè “biancastro”, mentre altri credono che discenda dall’unione dei suffissi celtici al, che significa “grande” e bee, che vuol dire “campo”».

L’istituzione della parrocchia di San Giovanni Battista risale invece al quattordicesimo secolo. In precedenza esisteva l’antica chiesa di Santa Cristina, risalente al 1160 e che sorgeva nell’area che ancora oggi porta questo nome, di cui però oggi...»

 

Per l’articolo completo, rimandiamo a pagina 32 e 33 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 9 novembre. Per la versione digitale, invece, qui.

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