Le indagini procedono

I dubbi sulla tragedia di Villongo

I dubbi sulla tragedia di Villongo
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L’ennesima storia di stalking finita in tragedia o qualcosa di diverso? È su questo che stanno attualmente indagando gli inquirenti per fare luce sulla tragica morte di Agron Beshmata, 44enne albanese residente a Chiari, muratore padre di due figli, travolto e ucciso la mattina di lunedì 19 giugno fuori dalla Biblioteca di Villongo, in via Roma, da Donatella Chiari, stessa età della vittima e stessa città di residenza ma impiegata del Comune bergamasco.

L’unica testimone di quanto accaduto è la donna, che alle forze dell’ordine ha riferito la propria versione dei fatti: Bashmata lo conosce da una decina di anni, è un amico di famiglia, ma soltanto qualche tempo fa si sarebbe invaghito di lei, che lo ha sempre respinto. Per questo motivo l’uomo avrebbe iniziato a pressarla sempre più, fino alla sera di domenica 18 giugno, quando l’ha raggiunta fuori da un cinema a Chiari e l’ha speronata, bloccandola e minacciando sia lei che suo figlio. Soltanto a questo punto la 44enne si è convinta a segnalare l’uomo ai carabinieri, rifiutando però di sporgere querela, sperando che un’ammonizione bastasse. L’uomo, convocato dalle forze dell’ordine, ha però negato e la mattina dopo s’è presentato fuori dalla biblioteca di Villongo, dove la donna lavora.

Giunta sul posto, la Chiari ha visto Beshmata e, sebbene impaurita, ha tentato di parlare con lui. Ma l’albanese, a un certo punto, ha estratto un coltello a serramanico e ha ferito, prima al fianco e poi al polso, la donna, che è riuscita a salire in macchina e a mettere in moto. Tentando la fuga in retro, però, ha travolto l’aggressore, morto praticamente sul colpo. È stata la Chiari ha chiamare il 112 e le forze dell'ordine. Questa è la versione che la donna ha fornito agli inquirenti e al pm Gianluigi Dettori, e che combacerebbe con quanto hanno fino ad ora potuto appurare gli investigatori, almeno per quanto riguarda gli istanti legati alla tragedia.

Perché qualche dubbio in più, invece, sembra esserci circa i rapporti tra i due. Stando alla Chiari, Beshmata era uno stalker che da tempo la perseguitava con messaggini spinti e richieste a cui lei non aveva mai dato seguito. Eppure, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera Bergamo, sul telefonino della donna sarebbero stati trovati messaggi che proverebbero come, invece, un rapporto sentimentale tra i due ci sia stato. Un elemento che non riguarda direttamente la morte dell’uomo, ma che potrebbe cambiare i contorni della stessa. A partire da cosa è avvenuto negli istanti immediatamente precedenti all’investimento di Beshmata. Anche per questi motivi il procuratore Dettori, inizialmente, non aveva iscritto la donna al registro degli indagati. Ora, però, ha cambiato idea: la Chiari è indagata per omicidio colposo. «Un atto dovuto», spiega il pm. La consulenza cinematica richiesta potrebbe dare qualche risposta in più.

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