In vigore dal 1 luglio

Aboliti i visti per entrare in Europa Bruxelles dà il via libera ai turchi

Aboliti i visti per entrare in Europa Bruxelles dà il via libera ai turchi
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Per i cittadini turchi che arrivano in uno dei Paesi europei, con eccezione di Gran Bretagna e Irlanda che non aderiscono a Schengen, non sarà più necessario premunirsi di visto d’ingresso e sarà sufficiente il passaporto biometrico, quello che ha all’interno un microchip contenente i dati biometrici del titolare (foto, firma e impronte digitali). La decisione verrà votata oggi dalla Commissione Europea, e fa parte dell’accordo sui migranti firmato il 18 marzo scorso. La norma di abolizione dei visti dovrebbe entrare in vigore dal 1 luglio e il numero dei cittadini interessati si aggira sui 75 milioni di persone, a maggioranza musulmana. L’ok definitivo alla liberalizzazione dei visti per i turchi in giro per l’Europa spetta al parlamento comunitario e ai governi dei singoli Stati.

Come funzionava fino a oggi. Fino a oggi un cittadino turco che avesse deciso di fare ingresso in un Paese dell’area Schengen doveva munirsi di visto presso l’ambasciata. Con l’ok dell’Ue alla liberalizzazione dei visti questo passaggio non è più necessario, sarà sufficiente essere in possesso del passaporto biometrico e una volta arrivati nella destinazione prescelta in automatico verrà concesso un visto che permette la permanenza di 90 giorni nel Paese. Lo stesso vale per quanti dall’Ue entrano in Turchia, poiché da ieri Ankara ha fatto entrare il vigore il decreto che liberalizza la procedura dei visti anche per i cittadini di quegli 11 Paesi Ue che la Turchia non riconosceva. Tra questi c’era Cipro, con cui la Turchia è in uno stato di conflitto da oltre 40 anni.

 

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I requisiti richiesti. La liberalizzazione dei visti, tuttavia, non implica un riconoscimento della Repubblica di Cipro da parte di Ankara, ma è una delle 72 condizioni che l’Ue ha richiesto alla Turchia alla firma dell’accordo per la gestione dei flussi migratori. Al momento i 72 requisiti, che vanno dall’inviolabilità dei documenti d’identità al rispetto dei diritti fondamentali, non sono stati interamente soddisfatti, ne mancherebbero 8, ma l’ambasciatore turco presso l’Unione Europea Selim Yenel assicura che è questione di poche settimane. In ogni caso, stando a quanto scrive il quotidiano tedesco Der Spiegel, l’Europa è ben conscia dei limiti turchi ma potrebbe chiudere un occhio. Un funzionario dell’Ue avrebbe spiegato: «È impossibile che la Turchia soddisfi i criteri al 100 per cento. Noi questo lo sappiamo. Ma è come quando dici ai tuoi figli che li porterai in vacanza se prendono 10, se poi prendono 8, ti rimangi tutto?».

Le pressioni turche. A questo va aggiunto che nei giorni scorsi il presidente turco e il suo premier, Erdogan e Davutoglu, avevano fatto non poche pressioni affinché l’Europa chiudesse un occhio e sciogliesse la questione. Più volte Erdogan ha minacciato di rompere l'accordo sui migranti se l'Ue non rispetterà l'obiettivo della liberalizzazione dei visti turchi entro la scadenza stabilita, perché «L’Unione Europea ha bisogno della Turchia più di quanto la Turchia non abbia bisogno dell’Unione Europea». Dal canto suo il premier Davutoglu, spiegando la serietà dell’interlocutore turco, ha dichiarato che “in assenza” delle facilitazioni dei visti entro giugno «nessuno si aspetti che la Turchia rispetterà i suoi obblighi». Una minaccia che non è stata accolta dal presidente della Commissione Jean Claude Juncker, il quale aveva così commentato: «Sulla liberalizzazione dei visti si andrà avanti solo se Ankara rispetterà tutti i criteri previsti dall’Unione europea, non faremo eccezioni. La Turchia deve soddisfare tutti i requisiti per i viaggi visa-free con l’Ue, i criteri non saranno annacquati».

 

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I rischi. Già dalla sua prima comparsa sull’agenda dell’Ue la decisione di liberalizzare i visti per i cittadini turchi è stata aspramente criticata da politici ed esperti. Il timore, da più parti annunciato, è quello di un’invasione di turchi in Europa, soprattutto di coloro che abitano le zone del Kurdistan, più o meno 15/20 milioni di persone, che potrebbero vedere nella facilità di movimento un modo per fuggire da una situazione di pericolo senza dover chiedere lo status di rifugiato. Per evitare questo rischio la Commissione Ue potrebbe liberalizzare i visti in un primo momento solo per alcune categorie di persone, tra cui studenti e gente d’affari. Tuttavia, essendo necessario un passaporto biometrico, il rischio viene notevolmente ridotto. Inoltre, stando a quanto afferma l’ambasciatore turco presso l’Ue: «Solo il 10 percento della popolazione, circa sette milioni, in Turchia ha il passaporto e questi poi dovranno essere trasformati in passaporti biometrici e ci vorrà tempo».

 

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