I pro e i contro

Il Salone del Libro trasloca a Milano

Il Salone del Libro trasloca a Milano
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Le prime voci hanno iniziato a circolare qualche giorno fa. Il 22 luglio, per la precisione, quando, in un’intervista al Corriere intitolata Libri, ecco il Salone di Milano, l’ad di Fiera Milano, Corrado Peraboni, ha dato notizia del suo progetto per una fiera del libro nel capoluogo meneghino, con il sostegno di AIE (Associazione Italiana Editori). E c’era di più: il consiglio di amministrazione della Fiera aveva approvato all’unanimità l’iniziativa pensando di collocarla a maggio, ovvero proprio in concomitanza con il Salone del Libro di Torino, il frequentatissimo appuntamento con l’editoria italiana che ogni anno si tiene a Lingotto Fiere e che nel 2017 dovrebbe festeggiare la sua 30esima edizione, a questo punto sovrapponendosi all’evento milanese. Non si sa ancora come si chiamerà, questa fiera del libro a Rho, Peraboni ha rivelato solo che ci saranno ovviamente le parole “libro” e “Milano”. E ha detto anche che ci si aspetta un’affluenza simile a quella torinese, cioè di 110-120mila persone. Ha osservato il Corriere: «Che quella che si sta consumando sull’asse Milano-Torino nel nome del libro non sia una guerra è sempre più difficile da sostenere».

 

Corrado Peraboni

Corrado Peraboni, ad di Fiera Milano.

 

I problemi della Fondazione torinese. Nelle scorse settimane, il futuro del Salone del Libro di Torino era già stato al centro di discussioni importanti, legate alle ultime vicende della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, culminate con le dimissioni dal cda di Federico Motta (presidente dell’AIE) a febbraio, con quattro arresti il 12 luglio, legati a presunte irregolarità nella gara di assegnazione delle edizioni 2016, 2017 e 2018, e con la dimissione dell’intero cda il 14 luglio (per la cronaca, il cda è composto dai soci della Fondazione, ovvero enti pubblici come Comune e Regione, e da rappresentanti del Mibact, del Miur e di Intesa Sanpaolo). Si era anche parlato, tra le altre cose, del suo trasferimento a Milano, smentito prontamente dal sindaco Chiara Appendino e dal presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino.

La decisione dell’Associazione Italiana Editori. La guerra è però giunta a un punto di svolta il 27 luglio, quando l’AIE ha deciso, con 17 sì, 7 no e 8 astenuti, per Milano, dando «mandato al Presidente di procedere alla realizzazione di una joint venture con Fiera Milano per l’implementazione del “Progetto Promozione del Libro”». Il consiglio dell’AIE è composto da 39 editori, più o meno grandi, e ciascuno ha fatto la sua scelta. Tra quelli che hanno votato contro c’è stata Feltrinelli, che ha chiesto di restare uniti «nella passione per il libro», in «un progetto condiviso, che non sia di qualcuno contro qualcun altro». La posizione dell’AIE era piuttosto chiara in realtà anche prima del voto, come si leggeva in un piano messo a punto dal presidente Motta per convincere gli editori a scegliere Milano. E ora proprio Motta dichiara: «L'amministrazione e la fondazione di Torino decida di fare quello che vuole. Noi iniziamo un percorso nuovo».

 

appendino1  L.Stabilità: Chiamparino, iniziato lavoro, non vedo criticità

Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, e il Presidente della Regione, Sergio Chiamparino.

 

E ora l'Appendino si difende polemizzando un po' con gli editori: «Appena insediati, anche per l'eco dirompente dell'inchiesta giudiziaria che ha portato alle misure cautelari di diverse persone, abbiamo azzerato i vertici della Fondazione e rinegoziato il contratto con GL events, ottenendo il dimezzamento del canone d'affitto e un sostengo finanziario - ricorda la prima cittadina -. Anche Itedi ha manifestato la sua disponibilità a supportare la manifestazione del 2017 assicurando una forte partnership. Ma erano evidentemente troppi gli errori del passato. Abbiamo appreso che il dottor Motta, già dal 25 dello scorso febbraio, aveva deciso di deliberare l'organizzazione di un evento concorrente a Milano, cosa che avrebbe potuto dire onestamente fin dal principio. Sapremo cogliere l'occasione per rinnovare il format, mettendo a sistema le competenze di ciascun partner per rendere Torino ancora di più la capitale del Libro e della lettura».

 

FedericoMotta

Federico Motta, presidente dell'Associazione Italiana Editori.

 

I vantaggi di Milano. Quali sono i pregi di Milano rispetto a Torino? La risposta arriva dal documento di presentazione del progetto di Fiera Milano. Innanzitutto, il capoluogo meneghino può vantare una vivacissima vita editoriale e culturale, fatta anche di numerose librerie indipendenti in cui dislocare eventi della manifestazione. E quindi rappresenta, in questo senso, un nuovo bacino di utenza rispetto all’evento torinese. E poi, o soprattutto, può dare alla manifestazione respiro internazionale e una maggiore forza, trasformandola da una «fiera generalista locale b2c focalizzata sul consumatore e gestita con un ruolo secondario degli Editori» a una «fiera di riferimento nazionale, rappresentativa dell’editoria, b2c con programmi specifici per il b2b e un ruolo centrale dell’Associazione AIE».

E i piccoli editori? Pare restare solo un dubbio, a questo punto: la piccola editoria. Stando a quanto scrive IlPost, gli editori minori «temono di vedere ridimensionata la propria visibilità in favore dei grandi e sono contrari alle modalità con cui AIE ha gestito la vicenda». Il 20 luglio, in una lettera aperta alla Fondazione torinese, si erano già schierati contro Milano, difendendo Torino che aveva sempre garantito «pari dignità e opportunità alle piccole case editrici come alle medie e alle grandi». Come finirà?

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