Le reazioni della rete

E alla fine Grillo si scoprì garantista

E alla fine Grillo si scoprì garantista
Pubblicato:
Aggiornato:

E alla fine anche il più accanito dei giustizialisti ha dovuto cedere e aprire la porta (o quanto meno uno spiraglio) al garantismo. È questa in sintesi la mossa d’inizio d’anno resa nota da Beppe Grillo attraverso il suo blog: un nuovo codice di comportamento in cinque punti in cui sostanzialmente si dice che un avviso di garanzia non è una condanna e che chi lo riceve può continuare la sua attività politica e amministrativa. Unica condizione: che non se lo tenga nascosto ma che informi subito “il sito”, ovvero la piattaforma gestita da Davide Casaleggio che regola la vita del Movimento.

 

Pubblicato da Beppe Grillo su Lunedì 2 gennaio 2017

 

La novità è notevole, come si deduce dalla tempesta che si è scatenata sul web e su Facebook, dove i fronti si dividono tra duri e puri e aperturisti. Ma la grande domanda che scatena ogni tipo di fantasia è la più ovvia: perché proprio ora? Le risposte che vanno per la maggiore sono due. La prima: sta per arrivare un avviso di garanzia per Virginia Raggi e Grillo si cautela, visto che la sindaca di Roma prima di Natale ha fatto atto di totale obbedienza al leader (o meglio dire Garante, come ormai è stato definito il ruolo di Grillo). Seconda risposta: il voto politico si avvicina e Grillo vuole evitare di perdere pezzi per strada o di finire nelle sabbie mobili di polemiche interne, com’è accaduto nel caso Parma o nel caso Quarto. Comunque sia la svolta c’è e, nonostante le polemiche e i prevedibili dissensi, è destinata a tranquillizzare i “portavoce” (nel vocabolario pentastellato così si chiamano tutti gli eletti) in un momento delicato della vita del Movimento. Per alcuni potrebbe suonare come una tardiva e anche pletorica rivincita: Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, era stato sospeso dal Movimento dopo un avviso di garanzia per abuso di ufficio. Nonostante l’archiviazione dell’accusa non ha mai ottenuto il reintegro nel Movimento. A Rosa Capuozzo, la battagliera prima cittadina di Quarto, è andata ancora peggio: perché è stata espulsa senza neppure essere stata indagata. Su di lei l’accusa di mancata denuncia di ricatti subiti dalla camorra.

 

Quando il Movimento 5 Stelle mi aveva sospeso illegittimamente mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice...

Pubblicato da Federico Pizzarotti su Lunedì 2 gennaio 2017

 

Pizzarotti comunque un sassolino se l'è tolto dalle scarpe con un post su Facebook, commentatissimo: «Quando il Movimento 5 Stelle mi aveva sospeso illegittimamente», scrive il primo cittadino di Parma,  «mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento. Nelle controdeduzioni che mi erano state chieste lo feci notare: impossibile e illegittimo sospendermi se mancano i regolamenti per farlo. Da parte dei vertici silenzio assoluto, lo stesso da parte del direttorio, ora rottamato senza neppure una spiegazione».

 

Buon 2017!

Il 2017 è alle porte. Ci aspettano grandi sfide e insieme alla mia squadra, giunta e consiglieri, siamo...

Pubblicato da Virginia Raggi su Sabato 31 dicembre 2016

 

La sensazione è che nonostante questa iniezione di garantismo il vocabolario e lo stile dei 5Stelle mantenga qualcosa di inguaribilmente poliziesco. Si legge ad esempio nel punto 4 del nuovo Codice di Comportamento: «Il Garante del Movimento 5 Stelle, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d'Appello, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del Movimento 5 Stelle, valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale». Difficile non pensare che l’obbedienza al leader e alla sua stretta cerchia sia la prima regola non detta del Codice di Comportamento. Come sottolinea maliziosamente Pizzarotti, altrimenti non si spiegherebbero gli atteggiamenti opposti avuti nei confronti di Virginia Raggi e di Rosa Capuozzo.

Seguici sui nostri canali