Le richieste via mail

Belotti, (dis)avventure da onorevole Gli inutili intergruppi parlamentari

Belotti, (dis)avventure da onorevole Gli inutili intergruppi parlamentari
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L’onorevole è uno della casta che fa una vita di lusso. Pensiero comune che ammetto di avere sempre condiviso, finché non sono arrivato in questo postribolo di democrazia. Come avete potuto leggere su questo pregevole settimanale, ahimè ormai sputtanato dalle ignobili righe di questa disonorevole rubrica, non è tutto oro quel che luccica.

Prendiamo ad esempio la casella mail istituzionale, quella che ti danno già al primo giorno, dopo aver superato il terrificante esame delle minuzie (non sto qui a rispiegare cosa sono, perché da quell’infausto momento in cui mi hanno portato a prenderle in un camerino, ho gli incubi di notte e pure l’ansia da prestazione dopo che ho saputo che a Palazzo Madama, nel rilevarle a un amico senatore della pianura orobica – di cui ometto il nome per invidia – hanno dovuto usare la bindella, mentre per il sottoscritto sono dovuti andare a cercare un calibro): dove eravamo? Ah, alla mail.

Arriva di tutto, specialmente le richieste di adesione agli intergruppi. Gli intergruppi? Sono definiti perfino su wikipedia: «Un intergruppo parlamentare è un’associazione informale tra i membri di un’assemblea parlamentare, a prescindere da camere e gruppi politici di appartenenza, per coordinarsi su specifiche tematiche d’interesse trasversale». Bene e a cosa servono? A una beata minchia, Cetto La Qualunque docet. Detto questo le richieste di adesione a questi famigerati intergruppi hanno lo stesso appeal di una telefonata sulle ultime offerte energetiche, all’ora di pranzo, da un call center albanese. Tra le materie trattate dagli intergruppi c’è proprio di tutto: si va dallo sviluppo sostenibile, indicato per vegani e autofobici, inteso come fobia dell’auto e non della solitudine (pòta, mica posso scrivere amaxofobia che so gnac cosa ‘l völ dì), alla cooperazione allo sviluppo; dalla rigenerazione...»

 

Per leggere l’articolo completo rimandiamo a pagina 9 di Bergamopost cartaceo, in edicola fino a giovedì 21 giugno. In versione digitale, qui.

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