Nuove scintille tra accusa e difesa

Bossetti, no alla perizia sul Dna A giugno ci sarà la sentenza

Bossetti, no alla perizia sul Dna A giugno ci sarà la sentenza
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Dopo ore di attesa, la Corte ha deciso: respinte tutte e 5 le perizie richieste nell'udienza del 15 aprile dalla difesa di Bossetti, l'uomo accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. A questo punto, quindi, il processo più mediatico degli ultimi anni si avvia alle conclusioni e le prossime udienze saranno dedicate alla requisitoria finale del pm e le arringhe dei difensori, a cui seguirà poi la sentenza. Un esito incerto, arrivato soltanto alle 17 circa del 22 aprile, quando al Tribunale di Bergamo si è tenuta la 38esima udienza del processo nei confronti di Bossetti. Un'udienza decisiva, che si è aperta con un nuovo scontro tra accusa e difesa.

 

camporini salvagni bossetti 22 aprile foto bedolis

 

Nuovo scontro tra accusa e difesa. Il 15 aprile, il pm Letizia Ruggeri aveva chiesto alla Corte di mettere agli atti del processo il fitto scambio epistolario tenuto dall'imputato con un'altra detenuta del carcere di Bergamo. Secondo l'accusa, in quelle lettere, dal contenuto definito «scabroso», verrebbe alla luce il "lato oscuro" di Bossetti. Nelle missive, infatti, i riferimenti sessuali espliciti sono assai numerosi. Il 22 aprile, in apertura dell'udienza, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, legali dell'imputato, hanno chiesto al presidente della Corte, il giudice Antonella Bertoja, che, nel caso in cui decidesse di ammettere agli atti lo scambio di lettere, vengano accolte tutte quante le missive tra il loro assistito e Gina (nome di fantasia con cui è stata denominata la carcerata di via Gleno che scriveva a Bossetti), e non soltanto le lettere che l'accusa ritiene più rilevanti. Camporini ha infatti spiegato che «queste lettere vanno contestualizzate e si tratta di lettere sintomo di una situazione affettiva compromessa, tanto che in Paesi più civili del nostro sono allo studio dei provvedimenti proprio sull’affettività in carcere. Si tratta di corrispondenza tra adulti e che non contiene riferimenti alle ricerche nei computer, come invece sostenuto dall’accusa. Se serve per delineare la personalità dell’imputato, in quelle lettere vi è una ripetuta proclamazione di innocenza e di fiducia nei giudici. Vi sono anche parole riguardanti la vittima che, se non sincere, non avrebbero senso, dal momento che Bossetti stava intrattenendo una corrispondenza con una persona che non aveva mai conosciuto».

La parola è stata poi presa da Salvagni, che voluto far mettere a verbale gli «apprezzamenti pesantissimi» che il pm avrebbe rivolto a lui e al suo collega parlando con i legali di parte civile. Accusa che ha fatto inalberare Andrea Pezzotta, legale della famiglia Gambirasio: «Non so di che cosa stia parlando - ha replicato l’avvocato -. È incredibile che si parli in aula di affermazioni che, come dice la difesa, sarebbero state riferite dal pubblico ai difensori».

 

Letizia Ruggeri bossetti 22 aprile foto Bedolis

 

Le opposizioni del pm. Successivamente è stata proprio Letizia Ruggeri a intervenire. Il pm si è ufficialmente opposta a tutte e 5 le perizie richieste dalla difesa di Bossetti. Salvagni e Camporini, infatti, nella scorsa udienza avevano sostenuto davanti alla Corte la necessità di nuovi accertamenti tecnici in materia genetica (ovvero sul Dna), medico legale (ovvero sulla dinamica dell’omicidio), chimica (circa le fibre e le micro sfere rinviate nel furgone dell'imputato e sul corpo di Yara) e videofotografica (sulle telecamere). Nell’udienza del 22 aprile il pm Letizia Ruggeri si è opposta a tutte e 5 le richieste, spiegando che, a suo parere, si tratta di argomenti già «ampiamente istruiti e approfonditi». L'accusa s'è poi opposta anche alla richiesta della difesa di portare agli atti del processo tutto l'epistolario intercorso tra Bossetti e una detenuta del carcere di via Gleno: a parere del pm, infatti, soltanto 5 lettere sarebbero rilevanti ai fini delle indagini e soltanto quelle andrebbero acquisite. La parte civile, invece, ha seguito un'altra strada: soffermandosi in particolare sulla richiesta di perizia sul Dna avanzata dalla difesa, ha deciso di non opporsi, seppure abbia precisato che non è ritenuta necessaria.

L'attesa decisione della Corte. Dopo una lunga camera di consiglio, alle 17 la Corte d'Assise ha comunicato la propria decisione: non ci sarà nessuna nuova perizia nel processo sull’omicidio di Yara. Neppure quella sul Dna, la più importante richiesta dalla difesa. La Corte ha invece ammesso come prova le lettere che l’imputato ha scritto in carcere a un'altra detenuta, dal contenuto molto esplicito e «scaboroso». I giudici hanno poi fissato le prossime udienze, che saranno soltanto quattro: il 2 maggio parola alla difesa per l'arringa finale; il 13 maggio il pm Letizia Ruggeri presenterà la propria requisitoria, ovvero le sue conclusioni; il 18 dello stesso mese parleranno invece i legali delle parti civili; il 27 maggio, infine, un'udienza «per varie ed eventuali». Poi si andrà a sentenza, attesa non prima del ponte del 2 giugno.

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