«Numeri imbarazzanti»

La Brebemi è sempre più un flop

La Brebemi è sempre più un flop
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A luglio spegnerà due candeline, ma nonostante la giovane età la Brebemi non pare proprio in formissima. L’autostrada A35, la prima autostrada «tutta finanziata dai privati, senza oneri per lo Stato», come affermato il 23 luglio 2014 al taglio del nastro dal premier Matteo Renzi, continua infatti a far discutere. Il cuore del dibattito? Lo scarso traffico sull’infrastruttura che avrebbe dovuto dimezzare il numero di veicoli sulla A4, oramai al limite. Il 23 febbraio, anticipando la diffusione dei dati dell’Aiscat (Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori), Legambiente Lombardia ha infatti parlato esplicitamente di «numeri imbarazzanti».

 

Tracciato A35 Brebemi

 

35mila veicoli al giorno contro i 60mila sperati. In attesa che la Brebemi Spa renda noti i propri dati sul traffico per il 2015, Legambiente ha detto la sua basandosi sui dati raccolti dall’Aiscat. E sono dati impietosi, nel caso in cui fossero confermati: nell’anno appena passato, infatti, la media dei passaggi sulla A35 sarebbe stata tra i 30 e i 35mila veicoli giornalieri. Un dato lontanissimo dai 120mila veicoli giornalieri preventivati prima della costruzione, ma ben distante anche da quota 60mila, ovvero quella auspicata nel 2015 dai vertici della Brebemi per garantirne la tenuta economica. Dario Balotta, responsabile regionale trasporti di Legambiente, associazione che ha sempre espresso (anche con veemenza) le proprie riserve circa la costruzione dell’infrastruttura, ha commentato con durezza questi dati: «Numeri imbarazzanti nonostante nel 2015 si siano verificate tutte le condizioni ottimali per spingere il traffico sulla Brebemi: è stato l’anno di Expo, con una modesta ripresa economica; sono stati installati i cartelli indicatori; l’autostrada è stata inserita su Google Maps; sono state applicate tariffe scontato nel weekend. Tutto questo non è servito a nulla».

Parallelamente, invece, è aumentato ulteriormente il traffico sulla A4, oramai al limite: nel 2015 sulla Torino-Venezia, secondo l’Aiscat, si è toccata quota 290mila veicoli di passaggio al giorno, in crescita rispetto al 2014. Una cifra abnorme se paragonata a quella della Brebemi, nata, tra le altre cose, anche per alleggerire il traffico della A4. Obiettivo che, numeri alla mano, non è stato neppure sfiorato. Il motivo? Molto probabilmente l’elevato costo del pedaggio, che sulla A35, a pari chilometraggio, è ancora doppio (nonostante gli sconti) rispetto a quello della A4.

 

Francesco-Bettoni

[Francesco Bettoni, presidente Brebemi]

 

Le rassicurazioni dei vertici. Eppure, appena poche ore prima, dai vertici Brebemi era arrivata un’informazione leggermente diversa. Il presidente della società di sviluppo della A35, Francesco Bettoni, a Il Giorno aveva fornito dati diversi: «Il traffico e i transiti stanno aumentando, siamo sopra i 40mila». Secondo Bettoni, quindi, il traffico medio giornaliero sulla Brebemi è superiore di almeno 5mila unità rispetto a quello indicato dall’Aiscat. Nella sostanza, però, cambia poco: si è sempre lontani sia dai 60mila veicoli al giorno sperati un anno fa, sia dalla capacità di 120mila veicoli al giorno che la Brebemi è in grado di sopportare.

Oltre all’elevato prezzo dei pedaggi, però, ci sono altri motivi per cui la A35 non “decolla”. Innanzitutto la più totale assenza, lungo tutti i 62 chilometri del suo tracciato, di aree di rifornimento. Sebbene le trattative vadano avanti da mesi, infatti, l’assegnazione delle pompe di benzina di Caravaggio e Chiari si è impantanata. Attualmente, in quegli spazi, ci sono solo parcheggi e dei distributori automatici di merendine e bibite. Eppure già nel gennaio 2015 la società Brebemi Spa aveva trovato un accordo con Autogrill e My Chef (del gruppo Cremonini) per la gestione di bar e aree ristoro lungo la A35, ma finché non si trova qualcuno disposto a investire nelle pompe di benzina tutto è bloccato. Bettoni, però, assicura che nel giro di trenta giorni anche questa partita sarà chiusa: «Stiamo ultimando le procedure – ha spiegato a Il Giorno –. Entro fine marzo saremo in grado di dare le indicazioni dei nominativi, stiamo chiudendo le trattative».

 

brebemi senza auto

 

L'interconnessione fantasma con la A4. Basterà l’arrivo dei fornitori di carburante a risollevare le sorti della Brebemi? I dubbi permangono. Secondo gli esperti, infatti, l’unico modo per togliere traffico dalla A4 e “portarlo” sulla A35 è realizzare l’interconnessione tra le due autostrade. Un’opera che sin dall’inaugurazione della Brebemi è stata considerata strategica per il raggiungimento degli obiettivi previsti. Eppure la famosa bretella non è ancora stata fatta e a sentire Bettoni non sarà completata prima del 2017. Un ritardo colpevole, visto che l’estate scorsa il Cipe (Comitato interministeriale della programmazione economica) ha dato il via libera a un maxi finanziamento da 320 milioni di euro per l’autostrada, denaro raccolto tra Stato e Regione Lombardia, a patto che fosse realizzata nel minor tempo possibile l’interconnessione con la A4. Bettoni si difende spiegando che quei soldi «coprono costi aggiuntivi per cause di forza maggiore», tra cui probabilmente anche il rosso da 35,4 milioni di euro registrato nel 2014, dopo appena 7 mesi di attività della A35.

Una situazione delicata, che ha riportato in auge le polemiche sui costi di realizzazione dell’opera, superiori a quelli previsti all’inizio: circa 1,6 miliardi (2,4 miliardi compresi gli oneri finanziari) contro gli iniziali 700 milioni degli studi di fattibilità, diventati già nel 2005 1,2 miliardi a seguito delle procedure di valutazione e approvazione del progetto definitivo. Per questo, secondo Legambiente, non c’è altra soluzione che un intervento diretto dello Stato, «non come stampella ma come attore – precisa Balotta –. Attraverso l’Anas lo Stato deve riprendersi la concessione e offrire il servizio ai cittadini che quell’autostrada l’hanno pagata tre volte: con le tasse, con le tariffe e con 900 ettari di suolo agricolo cementificato».

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