Un ottimo prodotto tv

La fiction su Rai1 con Alessio Boni che svela la bellezza della musica

La fiction su Rai1 con Alessio Boni che svela la bellezza della musica
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Che successo per i ragazzi del Conservatorio di Milano! La fiction immaginata da Ivan Cotroneo e girata con protagonisti presi dalla realtà della grande scuola musicale ambientata in quelle aule, in onda su Rai Uno, ha superato tutte le attese. La Compagnia del Cigno, questo il titolo della serie, piace al pubblico ma un po’ meno agli addetti ai lavori, che non si riconoscono in certe scelte imposte dalla sceneggiatura per rendere più avvincente la storia.

 

 

Al centro delle discussioni c’è la figura del professor Marinoni, con i suoi metodi spietati nei confronti degli aspiranti musicisti. È un ruolo interpretato benissimo da un attore bergamasco, Alessio Boni (è nato a Sarnico). Lui stesso per entrare nella parte ha dovuto a sua volta farsi massacrare come ha raccontato in un’intervista a Sorrisi e Canzoni tv: «A guidarmi è stato un vero direttore d’orchestra, Roberto De Maio, che mi ha massacrato per tre mesi. Ogni brano richiede tempi e movimenti diversi, e per me è stato difficile. Non so leggere la musica quindi ho dovuto imparare tutto a memoria. Avevo sempre nelle orecchie i brani che avrei dovuto dirigere. È stata la cosa più impegnativa di questo lavoro». In realtà l’aggressività del professore Marinoni è anche motivata dal dramma personale che nella fiction viene raccontato: la morte della figlia per aver trascurato le conseguenze di un incidente con il motorino. Incapace di perdonarsi questa leggerezza, il professore diventa ultra-intransigente con se stesso e anche con i suoi sottoposti, che a volte sono portatori di altre storie complesse e dolorose. Ben diverso da lui il professor Sestrieri, interpretato da Rocco Tanica, un attore che da ragazzo aveva frequentato proprio il Conservatorio milanese. Tanica è musicista nella realtà (è lo storico tastierista dei Elio e le Storie Tese) e ha vissuto questo ritorno nella sua vecchia scuola come una sorpresa. Ha trovato tutto molto più moderno e meno rigidamente legato ai generi del passato: «Questi ragazzi sono dei signori musicisti», ha raccontato. «Hanno cuori e orecchie aperti: con loro si può parlare anche della musica che passa dalle radio, cosa che ai miei tempi era tabù perché esisteva solo la classica».

 

 

La vita del Conservatorio raccontata in prima serata è un modo per far arrivare la musica classica a un pubblico più vasto. Per destare un interesse tra persone che non si sognerebbero mai di fermarsi per un concerto. Per cui ben vengano anche i metodi spietati del professor Marinoni, in grado di accendere la narrazione. Da alcuni Conservatori si è levata una voce di protesta, perché un esempio come quello rischia di spaventare gli aspiranti iscritti. Invece la direttrice del Conservatorio milanese, Cristina Frosini, ha difeso questa scelta: «La storia in tv? Funziona, non doveva essere un documentario e non lo è. Quando ci sono stati film analoghi che parlavano di medici o religiosi non ho visto né sentito proteste di categoria». Il vero problema per lei è un altro: gestire il successo che la fiction sta avendo ed evitare che i ragazzi vengano troppo distratti dal clamore sollevato. Sarebbe un peccato che si lasciassero tentare dalle sirene della tv, abbandonando violini e flauti…

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